La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Piccoli editori » Edizioni Diabasis »

Diabasis: cambiare le città, cambiando chi le abita

03-12-2009

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Diabasis1Diabasis nasce con un capitale di 900.000 lire nel 1988 a Reggio Emilia, una città che non è mai stata capitale amministrativa di nulla, che non era e non è centro mediatico neppure periferico, che non aveva tradizioni editoriali, se non per breve tempo una casa editrice legata a Comunione e liberazione, dal bel nome, La città armoniosa. Aggiungerei che – per estraneità, prima alle logiche di sudditanza della cultura alla politica, poi, alla logica delle cordate (in cui rischia di naufragare il senso della politica) – Diabasis non ha di fatto mai potuto contare su una convenzione, su un contratto, su una committenza, per merito se aveva merito, dalle amministrazioni del Comune e della Provincia della propria città d’origine e insediamento legale e operativo. Reggio Emilia peraltro, ancella agricola del Ducato Estense, non ha storicamente avuto una borghesia urbana. E allora come poter ipotizzare, sul progetto, una solida partnership cittadina? Nonostante ciò, il modello di formazione di Diabasis fin dall’inizio fu quello di una casa editrice di cultura, culturalmente indisciplinata, indipendente, responsabile. Responsabile come apertura solidale, come passione civile, come interrogazione del mondo (la società, la politica, il diritto, la religione, Dio), come esercizio di ragione critica.

Con soli 9 centomila denari, non frutto di un tradimento, come tentare di essere una casa editrice vera, piena?

La risposta fu trovata in itinere – temerari e corsara – nel modello di una Srl con natura di public company, a rete su una rete di città. Ed eccola oggi con oltre cento soci tra privati cittadini, aziende, cooperative, enti, professionisti…

Quale potrà essere il futuro?

A me piace pensarlo come una fondazione di comunità, a tutela del suo progetto, identità, metodo.

Come cavarsela con il punto di pareggio sul mercato, se le librerie si fanno catena a industrializzazione pesante e forzata, se il massiccio uso di logiche di mkt, della rotazione selvaggia, dello spazio-valore, del magazzino per i libri di cultura opposto a tavoli scaffali e vetrine per i libri commerciali, del macero opposto al magazzino… e invece Diabasis lavora sulla cultura, sul rigore, sulla formazione, sulla memoria, sul valore che tenta di sfidare il tempo in una comune sfida del rischio del tempo (autore/editore)… o sui luoghi e le comunità, schiacciate dalla globalizzazione dell’impero del mkt? E quale sarà il suo catalogo, ventun anni dopo la sua nascita?

Come ha scelto di condividere la propria contemporaneità senza servitù (Nulla servitus), così, aziendalmente, Diabasis ha cercato di intrecciare una programmazione solida in libreria, con Pde, con una intensa attività di “Officina Diabasis”, la propria struttura che dialoga con EE.LL. Regioni, comunità, enti, associazioni, imprese, fondazioni: per intrecciare bisogni e progetti, per vendere o realizzare comunicazione editoriale, per costruire proposte e strumenti editoriali di servizio, per sostenere progetti speciali… In breve, il proprio core business. Costruito e praticato per produrre editoria di cultura, in un orizzonte di libertà. Inoltre dal 2010 intensificherà il dialogo con i soggetti sociali di rete, a partire dall’impresa sociale. Quanto ai contenuti, Diabasis muove tra una identità umanistica e politica (la città degli uomini, il governo del bene comune, lo spazio dell’utopia…) e i “luoghi”; così come tra i luoghi e i “luoghi del mondo” (la Valle Padana meridionale, l’Italia cd. Minore, l’Adriatico, il Mediterraneo e i Paesi della nostra prossimità).

Le collane principali a oggi sono: I muri bianchi, EGP.Etica Giuridica Politica (saggistica sulla contemporaneità politica sociale, economica, religiosa), Al Buon Corsiero (letteratura-testi), Scritture, La ginestra, Terra e mare (filosofia), Passages (geografia, paesaggio, ambiente), MFS.Montefalcone Studium, (saggistica scientifica), L’archimetro e Architetture italiane (architettura), Stati di luogo e Belvedere (sul rapporto comunità, identità e territorio). Gruppi Progetto lavorano su Adriatico e Balcani, per un “Alfabeto cristiano”, su postcolonialismo e Africa.

 

Commenti

  1. […] Per approfondire consulta la fonte: Diabasis: cambiare le città , cambiando chi le abita @ Domani … […]

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