La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Come chiedere l’aumento di stipendio

03-05-2010

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ALBERTO MANGUEL, IL LIBRO DEGLI ELOGI, trad. di G. Felici, Archinto

Come ha “saggiamente” detto lo scrittore spagnolo Enrique Vila-Matas, scrivere un saggio dovrebbe tornare a significare “saggiare”: provare a pensare a qualcosa di nuovo, tentare, avventurarsi in un tipo di testo in cui, seguendo Montaigne, trovano posto i dubbi, i commenti, le esperienze, gli aneddoti… Ed è ciò che con la sua solita, inossidabile genialità riesce a fare Alberto Manguel in questo suo Libro de los elogios: undici mirabili “elogi”: della Bibbia, dei librai e dei libri tascabili, della letteratura dell’orrore e della lingua spagnola, delle fiere del libro e del piacere, del regalo e degli animali…Undici pezzi di bravura di uno dei più fertili, dotti e al tempo stesso imprevedibili e divertenti scrittori argentini. Che alcuni fortunati potranno conoscere e ascoltare la prossima settimana a Cosenza in occasione del Premio del Mediterraneo.

GEORGES PEREC, L’ARTE E LA MANIERA DI AFFRONTARE IL PROPRIO CAPO PER CHIEDERGLI UN AUMENTO, trad. di E. Caillat, Einaudi

“Supponiamo che tu voglia chiedere un aumento al tuo capo. Prima fermati e rifletti. Poi prendi il coraggio a due mani e vai nel suo ufficio… non c’è. Del resto neanche tu sei nel tuo ufficio”… Un esilarante inedito di Georges Perec – quello de La vita, istruzioni per l’uso – a partire da un “diagramma di flusso”, cercando di descrivere tutti i percorsi possibili che dovrebbero/potrebbero portare un impiegato, come in un Gioco dell’Oca, dalla casella di “partenza” a quella di “arrivo” di una simile richiesta. Un gioco raffinato condotto da uno dei padri dello sperimentalismo francese e noto giocoliere di testi (“il mio mestiere sono le lettere dell’alfabeto”). Un “testo limite” in cui il lettore, come ha sottolineato Bernard Magné, si ritrova come in un gioco tipo “aguzzate la vista”. Ma molto, molto più sofisticato.

IGNACIO GARCÍA-VALIÑO, CARO CAINO, trad. di P. Olivieri, Piemme

L’autore, nato a Saragozza nel 1968, è psicologo dell’età evolutiva. E dal suo mestiere ha tratto ispirazione per questo romanzo – più intrigante che ben scritto – che tratta di uno psicologo alle prese con un ragazzino a dir poco inquietante, Nico, che rivolta contro il mondo circostante le violenze precedentemente subite. Un piccolo mostro creato da quella stessa società che cercherà poi di capirlo e che tenterà – non si dice con quale esito – di salvarlo. Un romanzo di quelli che, volenti o nolenti, “acchiappano” il lettore come un telefilm ai confini dell’orrore. Una lunga, pericolosa partita a scacchi tra il bene e il male.

Paolo ColloPaolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.

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