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Paolo FARINELLA – Don Verzè e don Gallo, la morte e la vita

21-07-2011

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Sono appena rientrato da una serata di festa celebrata a Genova per gli 83 anni di don Andrea Gallo, a cui ha partecipato una folla enorme di amici e cittadini e alcuni politici. A fare festa c’era anche il gotha del «Il Fatto Quotidiano» (Padellaro, Travaglio, Sansa), Moni Ovadia, Gino Paoli e tanti, tanti altri. Un popolo attorno ad un uomo, un partigiano, un prete che da tutta la vita vive sul marciapiede per acchiappare chi sul marciapiede può finire e vi è già finito. Un prete, un uomo, un partigiano, invocato e riconosciuto come leader morale indiscusso.

La forza di don Gallo è la «nudità»: è nudo di tutto ciò che oggi è di modo: il denaro, il potere, il sesso. Egli ha il vestito della parola, che si fa profezia di giustizia e di trasparenza nella coerenza. Sopra il vestito la bandiera della Pace dipinta dall’arcobaleno. Genova, città medaglia d’oro della Resistenza, il giorno 18 luglio 2011 ha messo sul candelabro evangelico il lume splendente della bella persona di don Gallo e lo ha proposto a tutti come punto di riferimento dell’Italia migliore, quell’Italia che è disprezzata dal governo in carica per voce del ministro Brunetta. Ieri ho visto attorno a don Gallo Andrea l’Italia del cuore, quella che non si rassegnerà mia al potere del malaffare e del ricatto, della delinquenza e del mercimonio.

Mentre la festa scorreva allegra e intensa, tra gli epitaffi graffianti e micidiali di Enzo Costa e gli apologhi esilaranti e per questo densi di spiritualità di Moni Ovadia, istintivamente il mio pensiero correva ad un altro prete, don Luigi Maria Verzè, 91 anni, che cominciò come segretario di San Giovanni Calabria, vescovo dei poveri e dei diseredati e finì, anzi sta finendo, come complice di Berlusconi, boss che affoga nei sospetti di corruzione.

Ora sulla sua coscienza grava anche la morte suicida del suo più stretto collaboratore Mario Cal che non ha retto al fallimento del San Raffaele a cui l’ha portato la gestione del prete imprenditore. Questi fa affari con tutti, a prescindere da ogni moralità e legalità. Il fatto è talmente grave che su pressione dell’appena neo papa Paolo VI la diocesi di Milano nel 1964 gli commina «la proibizione di esercitare il sacro ministero» per giungere al 1973 quando viene «sospeso a divinis». In seguito le pene canoniche saranno revocate non si sa per quali vie e con quali mezzi. Questo prete era solito chiamare Dio «Top Manager».

Ha sempre creduto nella Provvidenza che per lui assume il volto di un certo Silvio Berlusconi che nel 1968 attraverso la Edilnord acquista 712 mila mq di terreni vicino Segrate per costruire la città avveniristica del futuro, chiamata «Milano 2», dove oggi sappiamo ospitava prostitute e minorenni per sollazzarsi dalle noie del governo. Tutto questo ben di dio confinava a sud con i terreni dell’erigendo San Raffaele. Tra don Verzè e Berlusconi fu amore a prima vista, quel fulmine che di solito scoppia all’insaputa tra uomini della stessa di razza.

La prima malefatta che la «strana coppia» fa è dirottare le traiettorie degli aerei di Milano-Linate che disturbavano i residenti di Milano-2 e il San Raffaele del prete che crede nel dio Top Manager, facendo spostare le rotte sui comuni limitrofi. La perversione c’era già tutta: i privilegi dei due sono stati pagati da disgraziati che lavorano e che vivono nei comuni vicini. Chissà in questi quindici anni questi cittadini come hanno votato? Il cambio di rotta è stato ottenuto perché Silvio e Maria Luigi presentano carte topografiche falsificate o manomesse: le cittadine di Pioltello e Segrate sono rappresentante in una carta topografica del 1848, mentre le opere di di Milano.2 completate appena al 25% risultano complete al 100%. Falsi, bugiardi e spergiuri.

Il prete che impegna i soldi della ricerca per allungare la vita a Berlusconi fino a 120 anni, sa di essere legato a doppio filo con l’immondezzaio che fa capo al suo compare. Non a caso quando la figlia di Berlusconi discusse la tesina alla fine del triennio universitario, davanti al papi che si godeva il successo, senza spinte e raccomandazioni don Verzé promise solennemente che se voleva insegnare al San Raffaele per lei era pronta una cattedra. Prima ancora di laurearsi, era già docente universitaria: bambina prodigio con propellente arricchito da papi Silvio e padre Luigi Maria.

Fino ad ieri era un tripudio di feste e di sicumere, nessuna ombra di crisi gridava il vecchio prete contro gli uccelli del malaugurio. Il Verzé si comportava esattamente come il suo socio in malaffare e sodale in falsificazioni: San Raffaele sta benone, nessuna crisi all’orizzonte. Negare, negare, negare sempre anche l’evidenza finché si può. Già! Ora non si può più: un miliardo e passa di debiti che neppure l’amico Berlusconi può sanare, preso come è dalle sue ambasce in Mondadori e con la crisi che non esisteva e che ha scavato la fossa all’Italia. Figuriamo se la crisi ci fosse stata!

La cronaca del don Verzé di questi giorni si accompagna al declino catastrofico del suo amico Berlusconi: «simul stabunt simul cadent». Non poteva essere differente. Concepiti nati sul filo del malaffare, cresciuti negli intrighi semplici e organizzati fornicato con ambienti clericali di chiara miscredenza etica e religiosa, Silvio e Maria Luigi dovevano cadere insieme come parabola di un mondo immorale che genera affari e risultati, anche rilevanti, frutto di azioni perverse e che tali rimarranno sempre. Nessun buon fine può giustificare la nascita e lo sviluppo di un ente gestito da un prete che cammina sulle gambe della falsità e della illegalità come costume e sistema di vita e di governo.

La favola degli uomini che si fanno da soli, cioè che imbrogliando le regole del mercato che pure invocano ad ogni sospiro, non è mai esistita, anzi prospera come una pianta velenosa nel nostro Paese; pare che anche gli Italiani creduloni se ne siano accorti, dopo quasi 20 anni dell’avere osannato Berlusconi «l’uomo nuovo» (?) che avrebbe arricchito tutti. Che lui si sia arricchito e si sia messo in sicurezza è certo, come è sicuro che ha impoverito la Nazione in tutti i settori e in modo progressivo. Le persone oneste vivono del loro lavoro, condividono attese e ansie, angosce e speranze, specialmente se è un prete che si dedica come è dovere ad alleviare le sofferenze della malattia.

Don Verzè ha giustificato tutto di Berlusconi, ogni immoralità «strutturale» sia come persona sia come capo di un governo (si fa per dire) che ha prodotto leggi disumane, contro l’etica sociale, contro il valore delle persone, contro ogni spiraglio di dignità umana e sociale. Eppure celebrava anche l’Eucaristia con buona coscienza segno evidente di una coscienza distorta che dice nero il bianco e bianco il nero. Come era prevedibile viene anche per Verzè e per Berlusconi il «redde rationem». Un miliardo e passa di debiti che provocano un primo effetto inatteso: il suicidio di Mario Cal, già indagato nel 1994 per corruzione e poi prosciolto per intervenuta prescrizione. Insomma la persona giusta al posto giusto.

Chi viene a salvare l’impero del male, costruito sul male e sviluppato dal male? Il Vaticano e con esso lo Ior e a nome loro il cardinale Bertone Tarcisio, segretario di Stato del papa re Benedetto XVI, sovrano di animo debole perché incapace di guardare al futuro accecato com’é dalla sindrome del passato di cui vorrebbe riportare in auge quel «regime di cristianità» che tanto male ha arrecato alla Chiesa compromettendola con lo spirito del mondo e gli obiettivi del maligno.

Qualcuno deve spiegare perché il papa deve possedere cliniche ed esercitare direttamente il mestiere di ricerca scientifica e di cura della salute. Costoro rimproverano i preti che si impegnano nella società civile e nella difesa dei diritti con l’accusa che al prete è vietato occuparsi di cose materiali perché loro compito è il servizio di Dio e l’evangelizzazione che corrisponde a quello che loro credono e vogliono che sia il servizio e l’evangelizzazione. Accusano i preti impegnati di essere «mondani» e loro che comprano ospedali, cliniche e fanno affari con le Regioni a suon di miliardi sarebbero gli uomini spirituali che si dedicano alla pastorale.

Ora che il San Raffaele è fallito il Vaticano lo compra ( ndr- se lo compra perché il baratro fa impressione ) per un tozzo di pane, anzi lo rileva gratis e vi mette i suoi uomini, in primo luogo quel Profiti che è stato condannato (maggio 2010) per turbativa d’aste, mazzette per corruzione di appalti. Giuseppe Profiti, delfino di Bertone da questi è stato definito come esemplare della nuova classe dirigente di stampo «cattolico» e quindi modello «etico» per le generazioni prossime. Questi sono gli uomini affidabili per il Vaticano e per Bertone.

D’altra parte se Bertone protegge Berlusconi e cerca per il dopo di ricreare il partito degli onesti cattolici con Al Fano, Pisanu, Casini e con coloro che sono in parlamento malgrdo gli affari con la malavita, come ci si può meravigliare che abbia come modello di classe dirigente un condannato per truffa e sospettato di corruzione? Anzi, questo è il normale, ci si dovrebbe meravigliare del contrario.

I nuovi che reggeranno il San Raffaele, se il tribunale non impone il fallimento coatto, vengono imposti dal Vaticano: scomporranno in bocconi di lauto pasto, a spese dello Stato perché i debiti di don Verzè saranno pagati o dai cittadini o dallo Ior, inferno in terra dove satana è certo che esista. Il prezzo gratuito che il Vaticano ha ricavato è il suicidio di un pregiudicato che per tutta la vita ha affiancato un prete dall’ambiguità colossale. Coloro che fanno finta di difendere la vita usano la vita degli altri come uno straccio. Il vangelo però è un’altra cosa. Esattamente un’altra cosa. Anzi l’opposto.

Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).
 

Commenti

  1. Giampaolo Nonnis

    Pare, così mi raccontò un vecchio salesiano, che neanche Dio sappia quanti soldi abbiano i salesiani, forse questo spiega il pronto intervento del Cardinale Bertone nel tentativo di acquisire il san Raffaele. La vita politica italiana e conseguentemente anche quella economica è da sempre dominata e condizionata da gruppi e gruppetti nazionali e locali che curano i propri interessi. In questo contesto di malaffare si aggiunge la Chiesa con la sua invadenza e la sua azione costante per controllare e condizionare al proprio tornaconto la politica italiana. Purtroppo tutti i politici hanno timore di troncare con decisione tutte queste interferenze. Auguri d’ogni bene a don Gallo

  2. CARMEN FALLETTA

    CARO PADRE, BUONGIORNO, HO LETTO ALCUNI SUOI ARTICOLI, CHE IN PARTE CONDIVIDO, MA UMILMENTE PENSO CHE SAREBBE GIUSTO CHE LEI TESTIMONIASSE MEGLIO NEI SUI SCRITTI CHE COMUNQUE LA CHIESA E’ MADRE, PERCHE’ USANDO QUESTO STRUMENTO CHE E’ INTERNET I CATTOLICI RIESCONO A DISCERNERE, MA CHI E’ LONTANO CONTINUA A ESSERE ANCORA PIU’ CONFUSO VEDENDO ALIMENTATI SOLO QUEI LUOGHI COMUNI CHE DIMENTICANO IL SENSO DIVINO DALLA CHIESA, LE RISPONDO CON UNA PARTE DI UN DIALOGO CHE HO AVUTO DA POCO CON UN’AMICA CHE ANCHE LEI VEDE SOLO UNA PARTE, : “Buongiorno ………..!!!! non ti arrabbiare :-))), questo dialogo è piacevole :-)))…..più che mantenere le proprie idee (che invece penso sia costruttivo anche cambiarle nel corso della vita), credo sia giusto manifestarle, proprio come stiamo facendo noi :-)) Evidentemente abbiamo esperienze diverse sulla chiesa, che per me è madre e che io vedo occuparsi dei disperati ogni giorno, una Madre divina nella sua istituzione e umana in parte della sua gestione, di un’ umanità che porta con sè tutti i suoi limiti accanto ai quali nel corso dei secoli si sono rivelati anche dei personaggi straordinari che hanno in certi casi retto le sorti del mondo….la chiesa è Una, sia quella santa che quella che sbaglia, perchè una è l’umanità dei suoi componenti….e siamo noi, con i nostri limiti, la nostra umanità, le nostre passioni, il nostro amore….sappiamo di essere piccolissimi e sicuramente di non essere degni di Dio, come nessuno sulla terra, ma quando penso che Lui nonostante tutto ciò è venuto ad offrirsi per tutti e soprattutto per gli empi. Indifeso, Lui che è Dio, non riesco a non lasciarmi prendere da tanta tenerezza e gratitudine….e poi ha deciso di rimanere, per sempre, in eterno, con questo dono immenso che è l’Eucarestia che ci rende davvero tutti uniti in un solo Corpo…….che meraviglioso miracolo…….Gesù è ancora lì, vivo e vero, ogni giorno in tutti i Tabernacoli del mondo, e c’è per mezzo di quella chiesa che Lui ha voluto, per mezzo di quei sacerdoti che Lui conosce uno ad uno, e che nonstante gli errori di alcuni, continua ad usare come suoi ministri. E’ vero, se la chiesa nn fosse di natura divina, tutti noi, consacrati e non l’avremmo già distrutta….ma lui continua ad amarla e a immergerci nel mare della sua misericordia infinita……io mi sento parte di questa chiesa, è la mia famiglia nella quale mi rispecchio, perchè anch’io sono limitata e piccola, lo so che gli uomini della chiesa commettono anche degli errori, e come ho già detto a noi spetta correggere quando ne abbiamo la possibilità, e pregare; giudicare e condannare non è compito nostro…….Dio conosce il passato, il presente, il futuro e il futuribile e continuamente mette alla prova la nostra misericordia….essere misericordiosi non vuol dire condividere gli errori o assecondarli, ma intervenire e correggere con sentimento di amore ogni volta che ne abbiamo la possibilità, e soprattutto con la preghiera ardente che non ha confini. Gesù ci ha lasciato il comandamento nuovo che è la chiave della nostra esistenza, “amatevi COME IO vi ho amati”…in quel “come ci sono le risposte a tutte le nostre domande, a tutti i nostri dubbi e a tutta la nostra sete di giustizia…nella FIDUCIA in quel COME sta il senso della nostra vita……” SCUSI L’INVADENZA, SPERO CHE MI RISPONDERA’, A PRESTO, CARMEN

  3. Ora il San Raffaele e gli affari di Don Verzè li paghiamo tutti tramite l’otto per mille. Ah, Place de la Concorde, all’epoca Place de la République…

  4. fortunatoaonzo

    mia cara carmen falletta non so se le risponderà don farinella, desidero risponderle molto semplicemente se non ci fosse gesù a sostenere la chiesa, sarebbe già stata fagocitata da chi dice a parole di credere in dio,poi scentamente rinnega con i fatti il deposito scritto della predicazione apostolica quali sono i vangeli.don gallo, come arturo paoli (ed altri sacerdoti e diaconi ai più sconosciuti) sono i degni tragettatori verso la parola di dio attraverso l’insegnamento di cristo gesù. vede mia cara amica il cristianesimo non è una liturgia , non è una religione ma una persona: i cristiani credono in una persona che per fede è il figlio di dio. il figlio di dio si e incarnato nel seno di donna, per insegnarci a vivere, mi spiego meglio la buona notizia è proprio quella che gesù ci mostra come il padre suo intende la vita per uomo,quella racchiusa nella lavanda dei piedi, nelle beatitudini e nell’unico vero comandamento di dio “amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” quando guardo gli occhi di don gallo vedo nel suo sguardo l’amore verso l’altro. nei tanti don verzè presenti nel clero ci vedo ben altro.

  5. Lorenzo

    Don Verzè e don Gallo.Due italie diverse.Due mondi diversi.Due mondi sociali, culturali, economici, politici, diversi.Il bene da una parte, il male da un’altra.Due situazioni in antitesi.Personalmente sono agnostico,don Farinella può farmi ricredere.In questo paese comanda la chiesa, che decide di volta in volta.Se il potere politico non si stacca da quello eclesiastico, non se ne uscirà mai.Troppo grandi sono gli interessi del vaticano.

  6. enrica cervato

    accanto a don andrea gallo, don P. farinella, don ciotti, don zanotelli, don Stoppiglia, don G.vian ci sono altri “don” che nel loro ambito cercano di portare coerentemente avanti il messaggio cristiano, faticando molto . uno di questi è ad esempio don Matteo parroco di ca’ onorai e anche don luca che oggi lascia cittadella per altro incarico. Credo proprio che noi dobbiamo sostenerli e far sentir loro il nostro appoggio, perché continuino come stanno facendo la loro attività pastorale

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