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Norberto LENZI – È come giocare con un baro

09-09-2010

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Ci sono parole d’ordine che circolano come verità rivelate e che, come tali, non ammettono contraddittorio. Chi si prova ad esercitarlo viene additato come blasfemo. L’ultima è quella per cui non può essere sovvertito il risultato elettorale affidando il governo a tecnici o ad altre forze politiche. I richiami autorevoli al nostro sistema costituzionale, all’esercizio della attività parlamentare senza vincolo di mandato, al fatto che il “popolo” elegge un Parlamento e non il governo vengono spicciativamente tacciati di golpismo.

Molti si lasciano irretire da queste argomentazioni e non riescono o non vogliono replicare che la vera irregolarità è insita nella situazione politica che si è determinata con l’avvento al potere di Berlusconi. Essersi accomodati senza protestare a competere con Berlusconi senza che venisse risolto il suo madornale conflitto di interessi equivale a sedersi consapevolmente a un tavolo per giocare con un baro. L’aver cercato di trattare con lui la risoluzione del problema è stato ingenuo al limite della complicità.

Una volta ebbi occasione di dire a Guido Calvi che sedersi a un tavolo con Berlusconi per parlare di conflitto di interessi sarebbe stato come voler trattare con Barbablù la riforma del diritto di famiglia.

Lo sventurato sorrise.

Che ora sia proprio il baro a richiamarci alle regole del gioco lo trovo fantasticamente spudorato. Che qualcuno lo prenda seriamente in considerazione lo trovo incredibile (a meno che non abbia beneficiato o ritenga di poter beneficiare di qualche fiches).

Il vantaggio elettorale conferito dal possesso personale di enormi mezzi di comunicazione è evidente e indiscutibile. Che qualche volta abbia perso ugualmente testimonia solo della sua inadeguatezza ma non vale a smentire il vantaggio.

Nello sport l’atleta che si procura il vantaggio del doping se viene scoperto non è legittimato dal risultato, come dice D’Alema, ma viene immediatamente squalificato.

Se i sospetti su Armstrong dovessero essere confermati le sue sette vittorie al Tour de France verranno cancellate. Non potremo purtroppo cancellare gli ultimi sette anni di governo di Berlusconi, ma potremo sempre escluderlo dalle competizioni successive.

Una volta, dopo l’ultima stentata vittoria del centrosinistra, davanti ad alcuni attoniti parlamentari dissi che se pensavano di poter fare le riforme senza aver prima risolto il conflitto di interessi, sarebbe stato come pensare di fare l’amore senza togliersi le mutande (una cosa che non sarebbe riuscita nemmeno al nonno di Bossi). Figuriamoci ora che la loro virilità mi sembra ulteriormente scemata.

Viene sempre alla mente il paradosso di Amartya Sen sulla insana convergenza tra gli ottimisti e i pessimisti: i primi pensano di vivere nel migliore dei mondi possibile, i secondi temono che sia vero. Per cui nessuno si muove. E, come si sa, chi si ferma è perduto.

Cosicché può oggi essere consentito che l’uomo che ha costruito le sue fortune su misteriose e oscure società off-shore, sulle cui origini si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai giudici, possa far porre sotto i riflettori un appartamentino a Montecarlo e le sue suppellettili.

Direbbe un esperto di zoologia come Di Pietro: è il bue che dà del cornuto all’asino. Perché anche gli asini possono avere colpe, ma almeno non hanno le corna.

Norberto Lenzi, magistrato in pensione. Pretore a San Donà di Piave e a Bologna fino all'abolizione delle Preture (1998), è stato giudice unico del Tribunale e consigliere della Corte di Appello di Bologna.
 

Commenti

  1. Corrado Villella

    Il momento politico, a mio avviso, non è drammatico è confuso perchè viviamo da tempo un non momento politico. Oggi si dilaniano tra di loro anche xchè l’opposizione non c’è, de facto esiste sulla carta.
    Personalmente mi spaventa più il ritorno alle urne che la continuazione della legislatura. Spero in un miracolo da sinistra.I miracoli però li fanno i…..

  2. angela reggiani

    Concordo con tutto quello che si dice nell’articolo. Purtroppo, forse per antica abitudine, si è pensato che il “senso dello stato” non avrebbe mai potuto venir meno in questo modo così abnorme e sfacciato. Sicuramente ci sono stati in passato errori di giudizio sulla persona stessa del Berlusconi politico, in qualche modo “veicolato” da un “esperto” come Fini che ben conosce/conosceva l’importanza dei ruoli e degli obblighi che essere un parlamentare comporta, e che in qualche modo poteva apparire un garante del fatto che le istituzioni e una certa correttezza sarebbero state certe. Ora se ne è accorto anche lui, ma ha aspettato troppo. E’ sbagliato però dire che l’opposizione è solo sulla carta. Forse tutti noi siamo “solo sulla carta”. Sarebbe ora che ci si desse un po’ tutti da fare, lasciando da parte i sentito dire e le frasi fatte. Se l’opposizione potesse contare su un po’ più di fiducia ed ascolto, forse si riuscirebbe ad uscire da questa situazione, creata non dai partiti dell’opposizione, ma da quelli al governo.

  3. franco devi

    Il fatto è che i GIOCHETTI di questi FIGLI DI PUTTANA, alla fine, li paghiamo sempre NOI!
    Rimpiango le BRIGATE ROSSE!
    p.s. inserisci il risultato fa ridere.

  4. Angelo

    Leggo sul frontespizio:
    “L’amore rende folli, il matrimonio cornuti, il patriottismo imbecilli malvagi – Paul Léautaud”.
    E’ proprio quanto succede su questo blog, caro Maurizio.
    Con un’aggiunta: poca obiettività e di parte.
    “Il palazzo trema…cecità…follia…”
    Non esageriamo, dai! Suvvia!

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