La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Giochiamo alla beneficenza

03-08-2009

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Nell’articolo del 23 Giugno mi sono soffermato sulla beneficenza. Ho parlato del “ricavato” che si ottiene da spettacoli concerti e manifestazioni a favore di chi viene presentato come “bisognoso del momento”.

Saverio Tommasi mi ha preceduto alla grande scrivendo ampiamente su quello che significa elargire proventi e quindi i cosiddetti “ricavati”. Sarò quindi molto più conciso spiegando il tutto brevemente e cercando di essere esaustivo il più possibile con alcuni esempi.  Quindi:

nel caso di un concerto musicale, così come di uno spettacolo teatrale o di una manifestazione, si deve in primis pagare la SIAE (Società Italiana Autori Editori) viceversa non puoi fare lo spettacolo poiché “abusivo” secondo i criteri della legge italiana. Se uno vuole può provare a fare il furbo, ma è assai rischioso, le sanzioni sono salate. Negli altri paesi tutto ciò non esiste, paghi una cifra ridicola per occupazione del suolo pubblico e sei apposto, in taluni casi, per la verità spesso, trattandosi di beneficenza non ti fanno pagare nemmeno quello.

Insieme al costo della SIAE vi sono altri costi da considerare, il service per esempio, ovvero coloro che ti forniscono il palco, le luci, gli impianti di amplificazione, e tutti gli strumenti e le attrezzature che occorrono per la buona riuscita della festa. In caso di concerto musicale, si dovranno pagare anche in turnisti, coloro che vengono per suonare, e inoltre uno o più fonici, e dulcis in fundo l’artista di spicco, il personaggio da richiamo e quindi importante, che so, il Venditti di turno per citarne uno a caso.

A tutto questo vanno aggiunte le spese di promozione dell’evento, volantini, manifesti, servizio stampa ecc..e bisogna tenere presente che di solito chi organizza sta dalla parte dei bottoni, quindi tende a non rimetterci di tasca propria.

In definitiva, mettiamo che ad un concerto di “beneficenza” si riescano ad “incassare 200.000 euro dalla vendita dei biglietti, attenzione! Ho detto “incassare”. Ecco; da li si cominciano a togliere le spese, cioè i 150.000 euro da dare al Venditti di turno, altri 50.000 euro se ne vanno tra service e musicisti, e dopo? Ci sono ancora da pagare i fonici, i costi vivi dell’ENEL che anche in questi casi non scherza, e mancano quasi sempre i soldi per rimborsare i costi di gestione e promozione dell’evento. In questo caso estremo non solo non esiste un ricavato, ma ci troviamo in realtà in una condizione di debito. In altri casi meno estremi il “ricavato” è talmente minimo che fa vergogna.

Alcuni si chiederanno: ma se è beneficenza i musicisti suoneranno gratis, idem l’artista di spicco si esibirà solo per un rimborso spese, e a tutti gli altri verrà spiegato “prima” che si tratta di beneficenza e quindi faranno come minimo dei prezzi bassissimi. Purtroppo e sottolineo purtroppo non funziona così ma bensì ognuno “esige giustamente” il proprio compenso appieno, beneficenza o no le persone vogliono la moneta, e di prassi la stessa deve essere inviata molto prima dell’evento, viceversa nell’occasione si rischia che non si presenti nessuno. “Sono problemi dell’organizzazione che invece di 200.000 euro avrebbe dovuto incassarne 400”. E’ così di solito la risposta “artistica”.

Questo è il criterio con cui va avanti da decenni la “sedicente beneficenza” che appartiene al mondo dello spettacolo, non tutto, ma la stragrande maggioranza funziona così, c’è sempre l’eccezione che però sappiamo confermare la regola.

Nel caso di un CD o DVD che dir si voglia, “il gioco” è un po’ più complesso ma la sostanza non cambia. Alle voci sopra citate vanno aggiunti i costi dello studio di registrazione e della realizzazione di uno o più video nel caso vi sia contemplato l’utilizzo. Inoltre occorre uno studio grafico e altre 5/6 voci del tutto “irrilevanti” ma che alla fine portano a far sì che l’uscita e il lancio dell’opera abbia dei costi notevoli. E la promozione chi la paga? Sappiamo bene che radio e TV non lavorano gratis, quindi tanto più sarà mirata e “pompata” capillarmente la promozione più il costo della stessa sarà imponente.

Nel caso del terremoto dell’Aquila che abbiamo citato la volta scorsa, si sono “mossi” 56 artisti che con tutto il loro “carisma” e la loro “fama” hanno messo insieme una canzone (decisamente poco valida sia per contenuto che per musicalità) e ne hanno fatto un CD “pro terremotati”. Lo hanno fatto per la ricostruzione del teatro e del conservatorio e di non so quante altre strutture “importanti” dell’Aquila.

Ora, non mi soffermerò sull’importanza delle strutture in oggetto, anche se ritengo personalmente che sia molto più urgente permettere alle persone di rientrare nelle proprie case  e/o costruirne di nuove per gli sfollati, ma siccome questa sarà considerata la “solita demagogia” e il “solito qualunquismo” concluderò invece su di un’altra riflessione.

56 artisti famosi la maggioranza dei quali miliardari, non avrebbero fatto prima a tirare fuori dalle proprie tasche 100.000 euro a testa? “Tutti loro insieme” potevano presentarsi all’Aquila con la “cifra minima” di cinquemilioniseicentomilaeuro tra le mani, e il mondo intero avrebbe parlato di questo gesto e magari prendendo spunto da ciò, in molti avrebbero probabilmente “imitato” i propri “idoli”. Certo questo non avrebbe fatto guadagnare niente a nessuno, soltanto i terremotati ne avrebbero tratto realmente beneficio, e noi avremmo sottolineato la grandezza di “certi miti”.

Ricordate; la beneficenza, quella vera, è dove “tutto l’incasso sarà interamente devoluto a…”.ma soprattutto è qiuella che viene fatta dalla gente umile e senza tanta “falsa propaganda”.

Giocare alla beneficenza è una delle cose più insopportabili e viscide che ci possano essere, e ce ne sono altre che appartengono a questo meraviglioso mondo della musica e dello spettacolo, ma ve le racconterò piano, con calma, mangiare in fretta può dare seri problemi di digestione.

Moreno CorelliCantautore paroliere con oltre 70 canzoni edite. Collaboratore in studio negli arrangiamenti di svariati interpreti nazionali ed internazionali. Autore delle opere: “Nati per sempre” (1991), “Notte di San Lorenzo” (1992), “Ricorderemo” (1992), Post Of Sedicianni Album (1993), “La macchina del tempo” (1996), “La mia follia” (1997), “Un canto nel silenzio” (2003), “Pitililli” Album (2006), “Panico” (2007), “Mani di Gomma” (2007), “Guerra dei Boveri” (2008), “Misero dentro” (2008).
 

Commenti

  1. Carlo Moretti

    Ottimo articolo, lo dovrebbero stampare e farlo girare nelle scuole.

  2. Sono pienamente d’accordo conte! E lodico con una certa cognizione di causa…. visto che ho deciso, un pò di tempo fa, di andare direttamente in Africa (Mali) e lavorare direttamente con un’Association tutta maliana anche e soprattutto perchè non volevo e non voglio stare dentro a questo “sistema”. Ma è dura! E non voglio lamentarmi ma mi incazzo molto quando sono qui in Italia e cerco fondi (purtroppo sono quelli che servono perchè l’Africa ha tutte le risorse umane naturali ed anche professionali….) e anche da parte di chi si dice “di sinistra” o comunque “per l’Africa” mi viene chiesto “si ma chi siete? Ma come non hai nessuno un’Associazione ONLUS (come se i diretti interessati che sono in Africa non contassero nulla!) e ma ci si può fidare (??!!)…. per non parlare poi delle risposte di enti, banche o quant’altro…… quelle stesse che poi “buttano” in sponsorizzazione (ma lì c’è il ritorno!) per gli “eventi” di cui tu hai parlato tanti di quei soldi con i quali in Africa potresti dare magari acqua luce ed istruzione ad un intero villaggio!!
    Io vado avanti! Ma che se pò fà….?!
    Ciao e buon lavoro!