La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Società » Ideali »

Dalle piazze del ’68 alla restaurazione drammatica dei nostri giorni: regnano le vecchie mani e i poteri di sempre

19-12-2011

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 Il “Time” ha proclamato uomo dell’anno The protester, il contestatore. Tali sono gli sdegnati che in gran parte del mondo scendono in piazza contro le ingiustizie e le disuguaglianze tanto sperticate da inficiare la democrazia in alcuni casi, in altri da negarla. Queste persone non si lasciano irreggimentare da alcun partito e sono difficilmente strumentalizzabili dall’apparato statale: sanno infatti che i partiti tendono a portare i cervelli degli uomini all’ammasso per i loro fini. “Un partito, qualsiasi partito- scrive Orwell in 1984– è come una di quelle macchine che tengono i macellai per macinare la carne: schiaccia e trita e fa polpette di tutte le teste. I programmi dei partiti, di tutti i partiti, soffocano ogni verità, le verità pulsanti di vita e di giovinezza”.

I motivi del disagio, anche questo globale, sono tanti e vari, ma forse quelli prevalenti e comuni a tutti, “motivi chiave” si potrebbero chiamare, sono l’indigenza materiale e la prepotenza dei governi, uno strapotere che va dalla tirannide palese a forme camuffate di ristretta oligarchia. Nel ’68 ci ribellavamo all’autoritarismo familiare, scolastico, statale, alla repressione sessuale e a un conformismo arretrato rispetto allo sviluppo economico. In seguito lo stile di vita diventò meno inamidato, più libero e sciolto, non senza nuovi conformismi a dire il vero. Molte regole caddero in disuso, diventò “in” la sregolatezza. Tutte novità che poi sono state recuperate dal mercato, sregolato infatti, e piegate alle esigenze del profitto.

Il duro autoritarismo del presessantotto però non è più tornato, anche perché l’autorità in molti paesi si è sempre più spersonalizzata, divenendo qualche cosa di nascosto e misterioso, come nel romanzo Il castello di Kafka. Qual è il volto delle lobby che ora impediscono le liberalizzazioni? Intanto la cultura è scemata e la gente si è impoverita. Il deficit culturale ha portato con sé una diminuzione progressiva dello spirito critico e della capacità di reagire ai soprusi. Ma quando questi diventano troppo pesanti, quando la carenza di beni provoca la fame e la miseria, allora si scatena la rabbia e il furore dei poveri.

La gente digiuna non ha paura di scendere in piazza. Per questo i Cesari nutrivano la plebe romana con il pane e i circensi. Negli ultimi decenni gli spettacoli ingannevoli e volgari orditi per irretire la massa, dal grande fratello in giù, non sono mancati, ma ora è decisiva la povertà, già attuale per tanti e minacciosa per i più. Chi sente il freddo e la fame, non vuole ascoltare più le chiacchiere e le fandonie degli imbonitori.

Le avanguardie, formate da intellettuali e da giovani, sono disgustate dalle menzogne e , mi si passi l’ossimoro, dall’impotenza del potere apparente.

Chi davvero comanda sono le banche, i mercati, le lobby, secondo una logica del profitto del tutto indifferente all’umanità degli uomini che è una tautologia, eppure risulta incomprensibile all’avidità antiumana degli speculatori senza volto e senza cuore. A questo proposito: tante persone scontente, sentono anche il bisogno di una maggiore moralità, e contestano l’egoismo, l’indifferenza e addirittura l’inimicizia dell’uomo per l’uomo impartita dal culto del denaro, della borsa, del pil. Non è un caso che in questi giorni nelle migliori sale cinematografiche siano proiettati, e molto visti, tre film che celebrano la generosità di persone buone: Miracolo a le Havre, Le nevi del Kilimanjaro e The artist.

Tutti e tre raccontano storie di solidarietà umana, un valore che l’egoismo degli speculatori aveva messo in soffitta.

Giovanni Ghiselli ha insegnato a lungo materie classiche nei licei e ha tenuto corsi di didattica della letteratura greca presso la SSIS dell'Università di Bologna. Attivo anche nell'ambito dell'aggiornamento per docenti, ha curato e commentato diverse edizioni di classici, tra i quali l'Edipo Re (Napoli 1997) e l'Antigone (Napoli 2001) di Sofocle, Storiografi greci (Napoli 1999), La vita felice di Seneca (Siena 2005).
 

Commenti

  1. Alessandro Veronesi

    Sono d’accordo. Aggiungerei che un ruolo decivo ce l’ha naturalmente anche la televisione, che infatti nel ’68 era ancora marginale.
    complimenti

  2. Mauro Matteucci

    Seguo con attenzione le Sue analisi che conduce con grande acutezza accostandole a esempi della cultura e della politica antica, sempre attento all’umanità. Vorrei segnalarle il fatto drammatico della strage di Firenze commessa da un cittadino della mia città. Veramente c’è bisogno di ri-educare i giovani a essere cittadini sovrani e responsabili, secondo il grande insegnamento sia dei Greci sia di quel grande maestro e profeta che fu don Lorenzo Milani.

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