La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Mondi »

Il problema sono gli insegnanti per migliaia di ragazzi: Madrid cerca in Marocco professori mussulmani che parlino spagnolo. Lo stato diventa portatore di una "laicità attiva". L'Islam distribuito nelle scuole pubbliche apre ghetti pericoloosi, condanna il fondamentalismo ed educa a risopettare le leggi di Madrid

Religione a scuola: in Spagna Cristianesimo e Islam, testi di un’editrice cattolica

24-03-2011

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Religion Stencil - Foto di MurdeltaSiviglia – Non siamo più nell’Ottocento dalle idee marmoree: “Uno Stato, una lingua, una cultura, una religione”. Come passare dalla monocultura di ieri al pluriculturalismo di oggi? In piena globalizzazione, i modelli educativi rispecchiano la pluralità religiosa della popolazione studentesca? Per la caricatura del Ministro Gelmini (interpretata da Paola Cortellesi), l’educazione è sinonimo di “spreco”. Inneggia al taglio surreale di “le ore di lezione, i bidelli, le gambe dei tavoli, le siepi, gli alberi, i viveri, i sedani, le carote, la strada”. Duplicando, però, le ore di religione cattolica. Cosa succede altrove in Europa? “Dio” è ancora un universo singolare nelle scuole pubbliche?

Spagna. Libreria “Cèfiro” di Sevilla, localizzata nella via Virgen de los Buenos Libros. Una cliente fa una richiesta alla commessa: “e anche il libro di religione per la 3ª elementare, grazie”. Por Dios, che imprecisione. La replica: “Sí, ma quale religione? Cattolicesimo? Eccole “Crescere con la Bibbia 3”. Islam? Prenda, “Scoprire l’Islam 3”. Si decida, che c’è la fila. Eccoci in una parte d’Europa dove il governo prende sul serio l’approfondimento della libertà religiosa. Non certo un processo facile o concluso. Semmai una telenovela politica, molto mediterranea. Tempi lunghi e lotte di potere a microfoni accesi e spenti. Non parliamo di “minoranze” e “maggioranze”. Nè di islam vs. cristianesimo. Ma di pluralismo religioso e scuola pubblica, in società democratiche. Quella musulmana, infatti, è una delle quattro religioni con le quali la Spagna mantiene in vigore Accordi di Stato, fin dal 1992.

Yahya Sergio Yahe Pallavicini, esperto della Alliance of Civilisations delle Nazioni Unite, segnala che in Europa vi sono tre modelli di educazione religiosa per scuole pubbliche. Primo modello: nella laica Francia, alcune nozioni riguardanti varie religioni sono spiegate all’interno di altre materie (storia, letteratura, filosofia). Secondo modello: in Svezia, Danimarca, Inghilterra e Galles, Estonia, esistono corsi come “storia delle religioni”, che delineano gli elementi basici di varie fedi. In questi due modelli, elementi di religione islamica vengono insegnati alla pari di quelli di altre religioni. Invece, l’Islam come insegnamento diventa una issue nel terzo caso, quello della scuola pubblica confessionale (o storicamente laica a parole). In Grecia, gli alunni possono scegliere se assistere alla lezione dell’unica religione insegnata (cristianesimo) o venirne esonerati. Ma in Belgio, Austria, Germania, Finlandia, ed altri paesi, gli studenti possono scegliere quale insegnamento religioso seguire. Ora anche in Spagna.

Secondo lo “Estudio demogràfico de la poblaciòn musulmana” del 2010, censimento elaborato dal Departamento de Estadística y el Observatorio Andalusí, la comunità musulmana in Spagna è composta da 1.498.707 persone: ben il 30% sono di nazionalità spagnola, il 50% marocchina, e il 20% restante provengono da 30 paesi. Maghreb, Occidente subsahariano, Medio Oriente, Lontano Oriente. Fino al 2000, l’insegnamento dell’islam era permesso solo nelle scuole pubbliche di Ceuta e Melilla (localizzate nel Nord del Marocco, sotto controllo spagnolo), frequentate in maggioranza da studenti marocchini. Sette professori insegnavano a duemila alunni.

Funzionari governativi visitarono queste scuole e pensarono che l’art. 27 della Costituzione si applicasse anche ai genitori musulmani: il diritto a che i propri figli ricevano l’educazione religiosa che desiderano per loro. Col governo socialista Zapatero, nel 2005, viene finalmente implementata la decisione di accettare l’insegnamento elementare dell’Islam nelle scuole pubbliche delle città che ospitano una importante presenza musulmana: Barcelona e Madrid, cosí come nella Comunidad Autònoma di Andalucía. In questo modo si sblocca un processo iniziato negli anni ’90 da parte del partito socialista, ed osteggiato per otto anni durante il governo conservatore di Josè María Aznar.

“Scoprire l’Islam” è il primo testo di religione islamica per gli alunni delle elementari in Spagna. Da chi è pubblicato? Dall’editoriale cattolica SM, con l’appoggio del Ministero dell’Educazione e della Giustizia (Direzione Generale di Questioni Religiose, con il finanziamento della Fondazione Pluralismo e Convivenza) e della Unione delle Comunità Islamiche della Spagna (UCIDE), è diretto a 10 mila alunni musulmani. Questo materiale didattico, con lo stesso formato di quello usato per l’insegnamento del cattolicesimo, avrà anche una continuazione per la scuola media e superiore, intitolata “Conoscere l’Islam”.

Per il direttore generale della SM, Javier Cortès, questo tipo di progetti culturali ed educativi promuovono il riconoscimento delle differenze, alla base della democrazia inclusiva. In questo modo si vuole contribuire alla normalizzazione del dialogo interculturale e interreligioso. Il Sottosegretario di Stato all’Educazione, Fernando Gurrea, segnala che la Spagna è pioniera in questa iniziativa educativa in valori, in una lingua occidentale, per un mondo meno escludente. Il fatto che il testo sia in spagnolo può servire a fare superare molti pregiudizi comuni riguardo l’islam.

L’islamofobia è un feticcio nel dibattito politicizzato sullo status quo europeo. Il governo Zapatero è criticato aspramente dai circoli cattolici conservatori alleati al Partido Popular – con l’accusa di “laicismo estremista”. Cosa ha combinato Bambi? E´andato oltre la opposizione “cattolicesimo vs. ateismo”, e “cattolico uguale credente”. Ha semplicemente preso atto che, vi sono molte fedi, in Spagna, e come per il caso delle varie lingue nazionali (catalano, euskera, gallego), hanno il diritto di esistere.

Lo Stato si pone come portatore di una laicità attiva: rispettando la libertà di culto, promuove l’uguaglianza delle religioni, superando i ghetti culturali nelle quali esse si esprimevano. Ha interrotto il monopolio del finanziamento pubblico alle scuole cattoliche, facendo partecipare anche altre confessioni alla costruzione di una scuola pubblica moderna. Stringendo alleanze interministeriali sulle due sponde del Mediterraneo, come nel caso della collaborazione fra il Ministero dell’Educazione del Marocco e quello spagnolo per l’elaborazione del materiale didattico di “islam elementare”. La reazione è dura. Si sono scatenati i media conservatori, primo fra tutti “La Razòn”. In mancanza di meglio, snocciolano argomenti xenofobi (i musulmani non sarebbero in grado di integrarsi nelle società occidentali). Come se l’essere musulmano fosse sinonimo d’essere “straniero” o “radicale”. La destra spagnola è impegnata nel “regolare” questo tema secondo filtri nazionalisti: per esempio, propone di permettere solo a docenti spagnoli di essere candidati.

Il governo ribatte che questa alternativa è altrettanto poco realista quanto l’idea che docenti musulmani insegnino cattolicesimo. E cosí, è in corso una negoziazione Spagna-Marocco per procurare docenti marocchini che parlino spagnolo per l’insegnamento dell’islam nelle scuole pubbliche spagnole. Secondo gli osservatori, conviene che la scuola pubblica riconosca il pluralismo religioso rispetto al proliferare di scuole private confessionali cristiane/ebree/musulmane. Che in ultima istanza isolano gli studenti da chi ha cosmovisioni diverse dalle loro, rafforzando stereotipi, pregiudizi e una “incomunicabilità” con l’Altro costruita dall’esperienza di vita. Pallavicini nota che quanto più uno Stato appoggia un modello educativo, più intenso è il suo controllo sui docenti, i programmi e i libri di testo. Ecco perchè l’islam insegnato nelle scuole pubbliche è quello che rispetta i valori e le leggi spagnole ed europee, primo fra tutti l’uguaglianza fra uomo e donna.

Azzurra CarpoSpecialista in cooperazione internazionale. Autrice di "Romanzo di frontiera" (Albatros, Roma 2011), magia e realtá delle donne latinoamericane alla frontiera Messico-USA; "In Amazzonia" (Milano, Feltrinelli, 2006); "La Ternura y el Poder" (Quito, Abya Yala, 2006); "Una canoa sul rio delle Amazzoni: conflitti, etnosviluppo e globalizzazione nell'Amazzonia peruviana" (Gabrielli Editore, Verona, 2002); co-autrice di "Prove di futuro" (Migrantes, Vicenza, 2010).
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