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Raniero LA VALLE – Italia-Israele(1) / Berlusconi non ha visto il muro

04-02-2010

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Con mezzo governo Berlusconi è andato in Israele per fare affari e per promettere che non ne farà più col nemico iraniano. Diligentemente è andato a visitare il museo della Shoah, scrivendo un’apposita frase che attesta il suo orrore per quella ignominia. Poi dall’hotel King David dove con il suo seguito occupava una “suite regale” con altre 170 stanze e vestiva un accappatoio bianco con su scritto a lettere d’oro “Silvio Berlusconi”, si è spostato alla Knesset per dire che Israele è la migliore democrazia del mondo e che bene ha fatto a punire i palestinesi con l’operazione “Piombo fuso” e con il massacro di Gaza, nonostante la condanna ufficiale dell’ONU da cui l’Italia del resto già si era dissociata votando contro di essa.

Tutto questo il nostro presidente del Consiglio ha fatto nel giorno in cui a Roma alla Camera faceva votare dai suoi devoti la legge-beffa che, unica nelle democrazie dell’Occidente, sancisce la legittima latitanza sua e dei suoi ministri dalle aule giudiziarie nelle quali fossero processati anche per i più gravi reati; una legge così ingegnosa (si raffina con il ripetuto esercizio l’arte di Ghedini) che questa latitanza non ha nemmeno bisogno di essere consumata all’estero, come almeno fece Craxi, ma può essere meramente figurativa e vissuta allegramente in Italia.

Nello stesso giorno Berlusconi si trasferiva nei Territori occupati per una doverosa visita all’infelice Abu Mazen. Per passare da Israele nei Territori bisogna imbattersi nel Muro che sigilla i palestinesi nel loro “apartheid” e sfregia la Terra santa e la stessa Gerusalemme. Ma ai giornalisti che gliene chiedevano le impressioni lo statista ha detto di non averlo veduto, occupato com’era a riordinare le idee per l’incontro con l’Autorità palestinese. Ma non si può avere alcuna idea da scambiare con i palestinesi, se non si vede il Muro, che è come la trave ficcata nel loro occhio. Non vedere il Muro che è la più imponente opera edilizia della regione, è come andare in Egitto e non vedere le piramidi, è come essere andati nella Germania divisa e non aver visto il Muro di Berlino, è come essere andati ad Auschwitz senza aver visto il cancello con la scritta sul “lavoro che libera”.

Non vedere il Muro che uccide la Palestina e ghettizza Israele è come non vedere gli operai licenziati di Termini Imerese che salgono sui tetti, o quelli dell’Alcoa, o i disoccupati e i cassintegrati che assediano palazzo Chigi, per proteggere il quale il centro di Roma si è trasformato in un bivacco della polizia.

Non vedere il muro che da Nazaret impedisce di andare a Betlemme, e da Gerusalemme blocca la strada per Emmaus, è come non vedere che c’è la crisi economica che si abbatte su milioni di famiglie, e dire che tutto va bene, basta dare qualche condono ai ricchi che evadendo le tasse hanno messo le mani in tasca agli italiani poveri.

Non vedere il Muro che modernizza la Terra promessa è come non vedere altri monumenti della modernità: lo Stato di Diritto, il Cesare Beccaria dei delitti e delle pene, la divisione dei poteri, la funzione della magistratura, l’universalità della legge penale, l’eguaglianza di tutti davanti alla legge.

Non vedere il Muro oltre il quale è ricacciato l’intero mondo arabo e islamico vuol dire rovesciare la politica estera italiana che ha intessuto legami e gettato ponti in tutto il Medio Oriente; significa distruggere l’immagine dell’Italia che per decenni ha compiuto il miracolo di praticare l’amicizia con Israele senza rompere la solidarietà con i palestinesi; significa ignorare che il Parlamento italiano votò a suo tempo per l’ingresso non del solo Israele, come oggi vorrebbe Berlusconi, ma dei due Stati della Palestina e di Israele nella Comunità europea, intesa non come una fortezza per lo scontro con gli arabi, ma come uno spazio in cui le frontiere si abbassano e Israele e Palestina potessero vivere insieme come Stati indipendenti e sovrani, non confusi ma non divisi nel godimento dello stesso territorio.

Non vedere il Muro che umilia i palestinesi vuol dire andare da loro a promettere non la libertà, ma un po’ di soldi di un ipotetico “piano Marshall” per un impossibile “benessere”.

Il primo ministro Netanyau ha detto che Israele non ha un altro amico pari a Berlusconi in tutta la comunità internazionale. Povero Israele. Se amico di Israele è chi non vede il Muro, allora vuol dire che Israele vive nella irrealtà, in un mondo che non è quello vero, in un mondo dove non c’è nessun altro che lui, un mondo che esiste solo nel sogno di chi è senza ragione. Questo sogno è molto pericoloso. Se ne può morire. E quello di far entrare il solo Israele nella Unione europea, per meglio combattere tutti insieme l’Islam, non è un sogno, è un incubo.

Raniero La Valle è presidente dei Comitati Dossetti per la Costituzione. Ha diretto, a soli 30 anni, L’Avvenire d’Italia, il più importante giornale cattolico nel quale ha seguito e raccontato le novità e le aperture del Concilio Vaticano II. Se ne va dopo il Concilio (1967), quando inizia la normalizzazione che emargina le tendenze progressiste del cardinale Lercaro. La Valle gira il mondo per la Rai, reportages e documentari, sempre impegnato sui temi della pace: Vietnam, Cambogia, America Latina. Con Linda Bimbi scrive un libro straordinario, vita e assassinio di Marianela Garcia Villas (“Marianela e i suoi fratelli”), avvocato salvadoregno che provava a tutelare i diritti umani violati dalle squadre della morte. Prima al mondo, aveva denunciato le bombe al fosforo, regalo del governo Reagan alla dittatura militare: bruciavano i contadini che pretendevano una normale giustizia sociale. Nel 1976 La Valle entra in Parlamento come indipendente di sinistra; si occupa della riforma della legge sull’obiezione di coscienza. Altri libri “Dalla parte di Abele”, “Pacem in Terris, l’enciclica della liberazione”, “Prima che l’amore finisca”, “Agonia e vocazione dell’Occidente”. Nel 2008 ha pubblicato “Se questo è un Dio”. Promotore del “Manifesto per la sinistra cristiana” nel quale propone il rilancio della partecipazione politica e dei valori del patto costituzionale del ’48 e la critica della democrazia maggioritaria.
 

Commenti

  1. Mariapia Porta

    grazie per questo articolo, chiaro in modo esemplare! sono pienamente d’accordo! Mariapia porta

  2. Condivido fino in fondo l’articolo di Raniero La Valle, che seguo e stimo fin dagli anni della mia giovinezza. Mi sento profondamente offesa da quella affermazione di berlusconi, offesa anche a nome di tutti coloro che il muro lo subiscono quotidianamente. Oltre al significato politico di quella affermazione, dalla quale mi dissocio, mi sento offesa anche perché il signor b. continua a considerare tutti noi come babbei creduloni da convincere con quattro chiacchere da venditore. Non siamo tutti così e sono grata a coloro che, come Raniero La Valle fanno sentire la loro voce di dissenso motivato, dando voce anche a quelli come me che non hanno la stessa possibilità di comunicare.

  3. forse con un paio di lenti tridimensionali lo avrebbe visto e vedrebbe tutto lo sfacelo non solo palestinese ma italiano. Il problema vero è che vede solo i fatti suoi,ma i suoi elettori sono completamente ciechi. Bell’amico ha trovato Nethanyau:similis cum similibus.

  4. pier paolo olivieri

    articolo molto interessante di cui condivido i contenuti. non esiste più la vergogna..

  5. Pietro Alfonsi

    Ma porcaccia miseria,ci dimentichiamo di quel bellissimo saggio di EDWARD SAID, che è “La questione Palestinese” ????
    Santa miseria, leggete gente, leggete…….

  6. LUIGI CARRERA

    alcuni giorni dopo ero a Gerusalemme e la guida che ci accompagnava era entusiasta delle posizione di Berlusconi. Ho cercato di dirle che l’uomo è un noto bugiardo e con la stessa convinzione avrebbe potuto il giorno dopo dare ragione agli iraniani, ma …
    quanto al Muro è angosciante e se non l’ha visto è un sintomo della decadenza fisica del nostro Presidente del Consiglio.Che vergogna!

  7. Paolo Del Vecchio

    Raniero La Valle è sempre lucido ed obiettivo, non si potrebbe aggiungere altro. D’altronde di che stupirsi se i nuovi fascisti italiani ed i neo-nazisti israeliani sono alleati ed in sintonia, la storia si ripete.
    Ogni anno, il giorno della memoria, mi nausea la retorica con cui i politici “democratici” ricordano e piangono a calde lacrime la shoah, non vedendo che, oggi, essa viene usata come strumento per giusticare i crimini neo-nazisti commessi quotidianamente da Israele nei confronti del popolo palestinese.
    Paolo Del Vecchio

  8. Paolo Del Vecchio

    Raniero La Valle è sempre lucido ed obiettivo, non si potrebbe aggiungere altro. D’altronde di che stupirsi se i nuovi fascisti italiani ed i neo-nazisti israeliani sono alleati ed in sintonia, la storia si ripete.
    Ogni anno, il giorno della memoria, mi nausea la retorica con cui i politici \"democratici\" ricordano e piangono a calde lacrime la shoah, non vedendo che, oggi, essa viene usata come strumento per giusticare i crimini neo-nazisti commessi quotidianamente da Israele nei confronti del popolo palestinese.
    Paolo Del Vecchio

  9. up

    apprezzo senz’altro la posizione equidistante. il mio punto di vista e’ questo. dal 1948 gli arabi palestinesi sono tenuti dai loro governanti in una condizione indecente nonostante i milioni di euro e dollari piovuti la’ e che prima arafat e oggi una classe politica invariabilmente corrotta (le cui ville con piscina piene d’acqua non sono state notate dal premier) hanno intascato e intascano. certo, la barriera che separa israele dai territori occupati complica enormemente gli scambi economici di persone e merci ma il problema e’ che gli arabi palestinesi praticano il terrorismo per questo le frontiere sono cosi’ controllte. e mi chiedo perche’, ancora dopo sessant’anni, debbano avere come unico riferimento israele mentre del muro costruito dagli egiziani nessuno parla. non dimentichiamo poi che da quando esiste la barriera gli attentati che facevano saltare in aria ragazzi e pizzerie non ci sono piu’. secondo me, nel loro interesse, conviene smettere di compatire i poveri palestinesi e cominciare a chiedere dove vanno a finire i milioni di euro che gli arrivano ed esigere risultati e realizzazione di progetti specifici, cosa che mi pare si cominci a fare.

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