La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

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Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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La scuola della Gelmini – Per diventare presidi bisogna rispondere a 5663 quiz pieni di errori, ma 42 mila docenti non hanno scelta

03-10-2011

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Cosa spingerà circa 42.000 docenti ad affrontare le prossime – e discusse – preselezioni per il concorso a dirigente scolastico? Penso che i moventi principali siano due: a) guadagnare di più; b) cercare una via di fuga dal duro lavoro dell’insegnante. Se qualcuno racconta che vuol fare il preside perché si sente vocato a tale nobile missione, meglio non credergli.

Preciso che sia il movente “a” sia il movente “b” una loro giustificazione ce l’hanno. Guadagnare di più, per un insegnante italiano (per l’ennesima volta pochi giorni fa è stato ricordato che i docenti italiani sono tra i peggio pagati d’Europa) è quanto mai auspicabile. La fuga dalla classe è altrettanto comprensibile, viste la crescente difficoltà nel praticare il mestiere in condizioni decorose per sé e per i propri studenti. Dunque, i candidati affronteranno la preselezione con la speranza di cambiare lavoro e guadagnare di più; 2386 fortunati vinceranno la lotteria. Quanto costa comprare il biglietto? Quasi nulla: basta far domanda e presentarsi al quiz di preselezione.

Leggo, incredula, sull’autorevole rivista La tecnica della scuola:

Secondo quanto comunicato nei giorni dal Ministero, a tutti i candidati dovrebbe essere consegnato un bel volumone con i 5663 quesiti predisposti dagli esperti del Ministero; con il “questionario” verranno date anche un paio di paginette con l’elenco dei quesiti selezionati. I candidati, quindi, dovranno rintracciare nel volumone il quiz da risolvere e quindi dare la risposta che considerano esatta”.

Leggo poi – notizia confermata da più parti – che nei 5663 quesiti gli errori non si contano, né si contano le domande astruse o formulate in modo confuso. E’ evidente: l’unico senso di un concorso così mal organizzato, a partire dalla preselezione dei candidati, è quella di instaurare lo stato d’arbitrio, a conferma della deriva cialtrona ed autoritaria che il nostro Paese sta subendo da anni.

Qualcuno, però, da questa indegna confusione, ricava di che vivere con agio. Visto che Internet ci dà la possibilità di accedere ad informazioni interessanti, consiglio di dare un’occhiata alla tabella delle retribuzioni dei dirigenti MIUR e dei dirigenti scolastici di prima e di seconda fascia distaccati presso il MIUR. Si apprenderà che il primo della lista, che è un signore (il dottor Biondi) che quest’anno ha girato l’Italia per presentare e promuovere il fallimentare “premio al merito” per i docenti, percepisce 229.024,39 euro di retribuzione lorda, 24.877,92 dei quali stanno sotto la voce “retribuzione di risultato” (quale risultato?).

A questi burocrati iperpagati importa forse che il “premio al merito” sia un’evidente buffonata o che le griglie dei test Invalsi siano scorrette o ancora che tra i 5663 quesiti del test di preselezione per dirigenti si annidino errori marchiani? Certo che no: se avessero dignità professionale ed umana non starebbero al gioco. Ma tant’è, un bel gruzzoletto a fine mese vale una certa qual perdita di dignità. E temo assai che molti dei 2386 futuri vincitori di concorso siano di questa stessa pasta e che si avviino a diventare non la guida dell’istituto che verrà loro affidato ma l’ultimo ingranaggio di una macchina ministeriale buona a sputar fuori circolari e provvedimenti che, come un cerchio malefico, stanno soffocando la scuola pubblica.

Se qualcuno avesse comunque dubbi su quello che il Ministero si aspetta dai neo-dirigenti, legga, sul Venerdì di la Repubblica la lettera della professoressa Berchiolli e la relativa risposta di Michele Serra. La professoressa ha segnalato via mail al dirigente responsabile della procedura di preselezione una serie di errori presenti nei test. Risposta lapidaria del dirigente: “Pensi a studiare“. Difficile concentrare in tre parole una maggior quantità di protervia, arroganza ed ignoranza. Ma il consiglio è giusto: i docenti pensino a studiare (non per il concorso a preside) e sottraggano se stessi ed i propri studenti ad un destino di ignoranza servile: sarà il sapere e la consapevolezza dell’ingiustizia che seppellirà la razza cialtrona che ci governa.

Dopo anni il 13 luglio 2011 viene bandito l’attesissimo Concorso a preside che si svolgerà il prossimo 12 ottobre. Arriva in una situazione al limite della sopportazione, in cuipiù della metà delle scuole italiane (oltre 5800 su 10.100) ha, a livello nazionale, un dirigente “dimidiato”, costretto a dividersi tra la scuola di titolarità e la scuola assegnata in reggenza. E’ particolarmente impressionante il caso della Lombardia, dove più di un terzo delle scuole dal 1° settembre è senza dirigente: oltre il 65%.

Concorso a preside con trucco, fughe di notizie ed errori
Dopo oltre un anno di attesa e mille anticipazioni, lo scorso 13 luglio è stato bandito il concorso per reclutare 2.386 nuovi dirigenti scolastici. Il bando di concorso, per sfoltire il gruppo di oltre 42 mila candidati che hanno presentato istanza prevede una preselezione attraverso un questionario a risposta multipla. La prassi, in questi casi, è quella di rendere nota la batteria di
test dalla quale saranno sorteggiate le domande per il concorso alcune settimane prima. Durante la conferenza stampa del 31 agosto a Palazzo Chigi, il ministro Gelmini ha annunciato che il giorno dopo sarebbero stati pubblicati i test. Ma mentre lei parlava con i giornalisti qualcuno inviava a un candidato il prezioso file. E che ci sarebbe un “giro di raccomandati che si sta adoperando per superare il concorso in tutti i modi…

Da un primo esame della batteria di quesiti pubblicata” il primo settembre “risultano diversi dati preoccupanti: un numero rilevante di errori nelle risposte indicate come esatte, domande prive di contestualizzazione alle quali è pertanto impossibile dare risposta, riferimenti a norme non più in vigore assunte come vigenti, domande incomprensibili o illogiche, inadeguatezza e incoerenza di numerosi quesiti rivolti a un concorso per l’area V della dirigenza“.
Commento di Carlo Marzuoli, ordinario di diritto amministrativo all’università di Firenze: “Che gli errori siano pochi o molti può non essere decisivo:
un solo errore può essere sufficiente per compromettere la validità di una procedura, specie quando si tratta di procedimenti in cui ogni candidato è in posizione di concorrenza nei confronti di tutti gli altri. In particolare, nel caso in esame, gli errori (manifesti o non manifesti) contenuti nei quesiti pubblicati vengono in evidenza perché la pubblicazione dell’insieme dei quesiti predisposti per l’estrapolazione, svolge, al di là di ogni altra possibile finalità, una rilevante funzione di orientamento in ordine ai contenuti della prova, specie dove indica qual è la risposta giusta. Ciò condiziona le modalità di preparazione alla prova e non deve perciò essere fuorviante. Insomma: non vi possono essere errori. E’ indispensabile che il Ministero provveda alla correzione dei quesiti che sono stati pubblicati. Peraltro, conviene precisare che la responsabilità della correttezza dei quesiti rimane completamente in testa al Ministero… occorre non solo che i quesiti predisposti siano oggettivamente corretti, ma che siano anche previamente pubblicati nella versione corretta, affinché i candidati abbiano la possibilità di orientarsi nel modo appropriato “. Un altro professore, Vito Piazza, pretende i nomi di chi ha elaborato i quiz. “ Non vogliamo solo criticare. Criticare è facile. Vogliamo i nomi e i cognomi di chi ha scritto i test, quanto hanno ricevuto come compenso per la prestazione, quanto è costata l’intera operazione e – sogno sul quale sta indagando la magistratura – i parenti affini previsti dal codice civile: e questo perché sembra che ci sia stata una fuga di notizie. Le notizie in fuga non si mettono in fuga da sole. Vogliamo sapere in nome della trasparenza e della democrazia. Vogliamo sapere nomi cognomi e affini di chi ha percepito un compenso per questa operazione. Altrimenti la crisi è una bufala. E Come mai per PRESELEZIONARE i futuri Dirigenti scolastici si è la scelta la via del test? Ma perché usare uno strumento così obsoleto ? Gli americani usano altri metodi. Perché copiamo i rifiuti? Ci invade la tristezza. Poveri futuri dirigenti! Speriamo prevalgano le qualità umane di cui parlava Rogers (empatia, lealtà, autenticità): se l’uomo sbagliato usa i metodi giusti fa sempre cose sbagliate. Se l’uomo giusto usa i metodi sbagliati fa sempre cose giuste… A Lor signori interessa sapere se i futuri dirigenti sanno se Italo Calvino o Camilleri o Manzoni fossero di origine italiana. Non sanno che l’intelligenza (ammesso e non concesso che sia misurabile) di una persona non si misura dalle risposte che dà, ma dalle domande che fa. Una ripassatina a Popper (“la ricerca nasce quando si inciampa in un dubbio”)? No. C’è l’area 4, quella pedagogica in cui l’asservimento della pedagogia alla psicologia è totale. Piena di errori.

Giovanna Lo Presti ha insegnato Italiano e Storia in un istituto tecnico di Torino, attualmente segue un corso di dottorato di ricerca all’università Piemonte Orientale. Si occupa di sindacalismo di base e dell’associazione culturale “Scuola e Società”. Il suo ultimo saggio, “La scuola agra”, affronta i disagi e le incongreuenze della gestione Gelmini: “come può la scuola recuperare elementi di credibilità? Come può contrastare lo strapotere di tv, videogiochi e cellulari?”.
 

Commenti

  1. Bruno Antonio Prof. Bellerate

    Tra l’altro, sono Prof. emerito in Storia della pedagogia di Roma Tre e credo di poter sottoscrivere quanto sopra, dato che ho avuto modo di vedere un’analoga pubblicazione per l’ammissione alla facoltà di odontoiatria. E’ una vergogna! Si dovrebbero effettivamente pubblicare i nomi dei responsabili, se non altro (poco probabile, d’altronde!) per esporli al pubblico ludibrio.

  2. Angelo Turato

    Vorrei solo far notate ad Giovanna Lo Presti che non faccio il Preside perchè fulminato sulla via di Damasco e quindi vocato a cotanta missione, ma semplicemente perchè ho voluto fare tale “lavoro” dopo aver fatto per molti anni l’insegnante! Ho voluto semplicemente rendermi conto di cosa significhi fare tale professione, e posso garantire alla cara Giovanna che è stato il mio un lavoro pesante, duro, difficile, che mi ha dato il senso della solitudine più sola, nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte: mai avevo provato prima una tale sensazione……un mestiere su cui sono sempre disponibile a confrontarmi, visto che anche il Preside è necessario……condivido comunque l’articolo.

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