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Norberto LENZI – La violenta ipocrisia di chi vuole schiacciare il Grillo

30-09-2010

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“Taci grillaccio del malaugurio” gridò Pinocchio schiacciandolo sul muro con un martello. Era esasperato dalle sue noiose prediche e di suoi faticosi consigli. Oggi i burattini del teatrino della politica sembrano animati dalla stessa furiosa insofferenza. Non ne possono più di questi strattoni populisti e dilettanteschi di un comico che pretende di attentare addirittura alla loro sopravvivenza.

Le attenzioni e le riflessioni indotte dal primo V-Day si sono trasformate nella ripulsa a volte aristocratica, a volte irridente ma anche violenta di quanto è stato detto nell’ultima manifestazione di Cesena. Vendola ha parlato di eccesso di semplificazione e quindi di atteggiamento sbagliato, essendo a tutti noto che non esistono soluzioni semplici per problemi complessi e ha rivendicato il produttivo realismo del compromesso. Di Pietro ha detto che non è più il momento della protesta ma quello della proposta.

Ho citato i commenti più affabili, tralasciando quelli sprezzanti e quelli offensivi pur essendo questi più numerosi. Osservo che la semplificazione (praticata a larghe mani da molti) è pur sempre un passo avanti rispetto alla falsificazione quotidiana della realtà che ci viene propinata da politici e opinionisti più composti e (dicono) più autorevoli. I quali ci hanno detto che la soluzione del problema dei rifiuti a Napoli e la gestione del dopo-terremoto in Abruzzo debbono essere considerati i fiori all’occhiello di Berlusconi. Ci hanno detto che l’Italia è uscita dalla crisi prima e meglio degli altri paesi. Che le difficoltà a governare nascono solo dall’attacco dei magistrati che vogliono sovvertire il risultato elettorale. Si potrebbe continuare.

Quanto alle proposte ricordo che Grillo ha parlato di energie rinnovabili vent’anni prima di Obama; che la ineleggibilità dei condannati e la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare sono state sostenute da lui per primo; che la battaglia contro la privatizzazione dell’acqua lo ha visto in prima linea accanto a Padre Alex Zanotelli quando ancora i politici erano assenti.

È stato il primo a segnalare la truffa della Parmalat e lo spoglio dei beni della Telecom, le cui ossa biancheggiano al sole dopo l’abbandono di Tronchetti Provera (vi ricordate il Tronchetto dell’infelicità?). Questi non erano problemi complessi e non spettava a lui la proposta dopo le segnalazioni. Chi altro si è mosso prima, durante e dopo?
Quando Grillo sbertucciò Craxi in diretta TV, l’uomo era un potente Presidente del Consiglio e i giovani D’Alema e Veltroni facevano anticamera davanti al suo camper al congresso di Rimini (con le fastose costruzioni dell’architetto Panseca pagate con i soldi delle tangenti) postulando una benevola accoglienza. Bossi stava ancora sudando sulle dispense di Radio Elettra per imparare i primi rudimenti di italiano. Anche quando questi campioni del coraggio e della proposta si decisero ad infierire sul Craxi caduto Grillo non venne riammesso in TV.

Ma il rinnovamento della classe politica, preteso come immediato ed effettivo, e non come un rituale generico e volutamente inconcludente, non è una proposta? Grillo non è la causa dei mali della politica ma l’effetto. Una politica onesta, seria e moderna farebbe rifugiare Grillo nel suo buco a contare palanche, con soddisfazione e tranquillità sue e nostre. Mi rendo conto che la mia è una opinione isolata (e forse mi fa velo la partecipazione sul palco del primo V-Day) però, rovesciando l’aforisma di Oscar Wilde, quando troppe persone mi danno torto ho l’impressione di avere ragione.

Auguri Beppe e attento alle martellate.

Norberto Lenzi, magistrato in pensione. Pretore a San Donà di Piave e a Bologna fino all'abolizione delle Preture (1998), è stato giudice unico del Tribunale e consigliere della Corte di Appello di Bologna.
 

Commenti

  1. Edi Mattioli

    “Il problema non è ammirare un Travaglio o un Grillo – ognuno può fare quello che vuole e continuare a seguirli se lo ritiene giusto e utile – il problema è che i “fans” di questi personaggi sono talvolta oltremodo suscettibili, e si scagliano in modo bestiale contro chiunque abbia il coraggio di mettere in dubbio la buona fede dei loro idoli.
    A parte l’intolleranza del voler a tutti i costi che gli altri vedano i loro beniamini esattamente come li vedono loro, che non qualifica di certo queste persone in modo positivo, c’è anche il voler colpire personalmente l’avversario, oltrepassando il luogo di discussione, e pervenendo a metodi incivili e beceri, come gli insulti personali o le polemiche su piccoli dettagli. Quando non si sa competere sul piano argomentativo, si passa a quello emotivo, cercando di destabilizzare la persona facendola apparire matta o invidiosa. Come se andare contro personaggi di regime fosse proficuo o appagante quanto crogiolarsi nell’illusione della loro presunta onestà.”
    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=6102

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