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Il periodo in cui Dionigi Tettamanzi è stato arcivescovo di Milano è stato caratterizzato dalla ferocia di attacchi personali, politici e pastorali da parte di chi odia il suo impegno a fianco di immigrati, poveri e rom. Da settembre gli succederà il cardinale Angelo Scola, già patriarca di Venezia, e prima del passaggio di consegne un ringraziamento per tanto lavoro mai del tutto riconosciuto

Angelo CUPINI – Lettera aperta al Cardinale Tettamanzi: una missione passata sotto silenzio e infangata da sarcasmo e parole rozze

30-06-2011

di

Cardinale Tettamanzi - Foto di Alessandro PradaChiuso di Lecco, Casa sul pozzo.

Carissimo Padre,

Ti scrivo dopo che a mezzogiorno è stata data la notizia del tuo successore alla Cattedra di Ambrogio. Voglio dirti ciò che mi ha colpito ieri sera, nella celebrazione liturgica del Beato Serafino nella parrocchia di Chiuso, che tu hai presieduto. Mentre il diacono Roberto annunciava il Vangelo tu ti sei appoggiato pesantemente al tuo bastone pastorale, per tutta la durata della proclamazione.

Non so i tuoi pensieri, ma vedevo il compimento del tuo servizio espresso in questo gesto unificante; ieri sera eri il nostro parroco, colui che abita vicino alle nostre case. I vecchi abitanti di Chiuso, che abbiamo conosciuto e che se ne sono andati prima di questa proclamazione, ci hanno raccontato della memoria, ricevuta, di questo parroco chiamato sempre beato e anche di una certa indifferenza della gente (siamo di confine, dicevano). Tu hai raccontato il legame tra città e periferia, nella fattispecie tra Milano e Chiuso, sviluppato in don Serafino.

Hai ricordato con affetto i tuoi predecessori a Milano quasi a consegnare una mappa del servizio pastorale offerto al popolo ambrosiano. Ho provato a declinare dentro di me le cose che mi hanno colpito del tuo essere pastore:

Il pastore conosce le pecore e le chiama per nome; ieri sera cercavi don Gil (Orsi) e chiedevi dove fosse. Mi hai detto, riconoscendomi, che avevi piacere di rivedermi. Entrando in una chiesa o in un luogo di raduno ti fermi a salutare la gente per trasformare l’attesa e l’applauso in relazione, breve, ma cordiale. Al ragazzino con il braccio ingessato che ti offriva l’ampolla all’offerta dei doni, vedevo che eri lì lì a chiedere cosa gli fosse successo. Un pastore chiama per nome e conosce il timbro. Appoggiato al bastone di servizio e di guida nel tuo piccolo/grande cuore ci sono i nomi di tutti.

Il mio fraterno amico vescovo Casaldaliga ha scritto un giorno:

Alla fine del cammino mi diranno:
Hai vissuto, hai amato?
Ed io senza dire niente
Aprirò il cuore pieno di nomi.

Non dimenticherò mai che nella grande congiura del silenzio nella quale siamo stati avvolti tu hai chiamato per nome le storie degli uomini e delle donne; fossero rom, immigrati, portatori di handicap, cinesi o latinoamericani, africani o dell’est; per te erano persone, uguali in dignità, in diritti e doveri. Parola e gesti che ti hanno fatto scaricare addosso sarcasmo e parole rozze e ancora tanto silenzio da parte degli uomini e delle donne degli equilibri.

La gente ha capito la tua vita buona perché tu hai riconosciuto la loro, fatta di fatica quotidiana, di resistenza al male e di affido alla Provvidenza. Non ti sei stancato di offrire ottimismo evangelico. I tre ultimi Beati sono la tua firma per una storia di chiesa: fondamentalmente amici di Dio e degli uomini. Mi auguro che non si chiuda questa stagione.

Oso farti un invito: quando avrai passato il tuo bastone di Pastore al nuovo Vescovo, vienici a trovare a la Casa sul pozzo, non lontano da dove riposa e veglia il beato Serafino. Sarai una benedizione per tutti.

Angelo Cupini, religioso claretiano, ha fondato trent'anni fa alla periferia di Lecco la "Casa sul pozzo", punto di ritrovo e comunità per il recupero di ex tossicodipendenti che riporta agli insegnamenti di Don Milani, Gandhi, Dossetti, Mandela e Lazzati, uomini di pace.
 

Commenti

  1. Andrea Lebra

    Non sono di Milano. Ho visto di persona il cardinale Dionigi Tettamanzi una sola volta: domenica scorsa in occasione della beatificazione di Enrichetta Alfieri, di Serafino Morazzone e di Clemente Vismara. Ma da tempo ne seguo gli interventi e le scelte operate dal momento in cui è succeduto a Carlo Maria Martini. Ho sempre avuto l’impressione di trovarmi di fronte ad una persona che si lascia guidare unicamente e coraggiosamente dal vangelo, noncurante di tutte le critiche che possono derivargli. Domenica, sentendolo parlare in piazza Duomo, ne ho avuto l’ennesima conferma.
    Grazie, padre Dionigi !
    Anche se ormai dobbiamo considerati un “emerito”, sappi che tanta gente continua ad avere bisogno delle tue parole e del tuo esempio. Spero proprio che continuerai a farti sentire. Oggi abbiamo più che mai bisogno di pastori del tuo calibro !
    Andrea Lebra, Novara

  2. Carissimo Padre, grazie per l’insegnamento che ci ha donato e che spero continuerà a darci da qualunque luogo si troverà a vivere il suo futuro. Anche per una persona semplice come me le sue parole sono sempre state chiare e comprensibili perchè l’amore arriva sempre a tutti e il suo infinito amore ci è sempre arrivato, grazie, grazie e buona pensione.

  3. raffaele iavazzo

    Sono commosso di fronte a questo riconoscimento che viene dal basso, dalla trasversalità dell’essere fratelli a questo pastore tenace, che in questo modo diventa testimone della parola evangelica che all’apostolo è ridato il centuplo. Grazie padre Dionigi, grazie dell’essere stato pastore attento, pastore indomito e vigile anche nella tempesta. Continua ad essere solidale con la nostra condizione fragile e parlaci ancora. Con stima fraterna

  4. Franca Forti

    Ho provato stupore e dolore quando la TV ha comunicato la notizia di una succesione così inspiegabile alla Cattedra di Ambrogio.
    Non abito più a Milano ma mi sento milanese fino al midollo.
    Caro Cardinale, Lei NON lascia un vuoto nei cuori di chi ha seguito il suo lavoro di questi anni.
    Dio le consenta di continuare a trasmettere a tutti la sua forza nel ribadire i principi cristiani, quelli più semplici e veri; gli unici che ci danno la gioia di vivere in questo periodo difficile.

  5. flavia de paoli

    non sono credente nella religione, ma credo nell’amore e nella dedizione tra le persone, da dovunque arrivino. non sono neanche di Milano, ma Tettamanzi era una speranza anche per me. Auguro a Scola di raccogliere la sua testimonianza e di continuare accoglienza, condivisione, rispetto per tutti.

  6. filippo senatore

    Carissimo Dionigi,
    semplicissimo come Simpliciano, determinato come Ambrogio caritatevole come Carlo, non dimenticherò le parole di incoraggiamento e amicizia rivolti alle persone di buona volontà, presi singolarmente abbracciando il cuore di Milano. Scoperte nuove sorgenti e antichi valori di comunità camminiamo al tuo fianco peensando ai versi di Turoldo
    Noi siamo terra orante:

    nostra sorella e nutrice

    la terra, madre che ci germoglia

    unitamente

    alle eterne radici…

  7. giacomo Grappiolo

    Ho l’incredibile ricordo del card. Tettamanzi durante la sua missione a Genova,
    quando dopo una visita pastorale alla nostra parrocchia di S.Giovanni Battista (Ge-Quarto) invitato dal parroco dallo stesso veniva accompagnato alla nostra abitazione per visitare mio padre reduce da una pesante operazione e in una delicata situazione. In assoluta umiltà e sincera umanità, un cardinale in visita improvvisata, senza accompagnatori o guardie del corpo, a casa nostra (!).
    Un gesto da vero “pastore”. Un grandissimo saluto e abbraccio di cuore al “buon pastore” Dionigi Tettamanzi.

  8. luigi Mola

    … solo , semplicemente e di cuore Grazie , grazie , grazie di tutto .

  9. Edo Melzi

    Il cardinale Tettamanzi ha guidato la Chiesa di Milano con saggezza evangelica e grande apertura d’animo.
    Ricordo un suo memorabile commento alla “Gaudium et spes”, staordinario documento conciliare da molti dimenticato.
    E’ stato un grande cardinale anche per la sua vicinanza agli ultimi e a chi non ha voce.
    Grazie di tutto carissimo fratello.
    Devo confessare che la nomina del suo successore mi ha lasciato deluso e sconcertato.

  10. Magda Peracchi

    Carissimo Padre, grazie di aver sempre osato la speranza, aiutaci a continuare.

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