La Lettera

Per Terre Sconsacrate, Attori E Buffoni

Governo denunciato

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L’ho fatto. L’avevo scritto, l’ho fatto. Stamani sono stato alla Procura della Repubblica di Firenze e ho denunciato il governo. Ho presentato due esposti recanti la “notitia criminis” concernente il favoreggiamento dello squadrismo, il primo, e varie fattispecie … continua »

Dire, fare, mangiare

E la chiamano cellulite

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L’estate ci mette a misura con il nostro corpo. La maggior parte delle donne si confronta con il problema della cellulite. Premesso che la cellulite è molto diffusa e non si può prescindere da una predisposizione personale ad averla o … continua »

Lettere »

Israele uccide i pacifisti, la Grecia dell'agricoltura e del turismo sconvolge le finanze d'Europa, per reazione la Turchia si riavvicina all'Islam radicale e le mafie padrone dei politici locali banchettano a Roma. Aggrappiamoci alla Rete per resistere tutti uniti alle nuvole del finimondo

Riccardo ORIOLES – Mare dei mostri, la fine della civiltà inizia nel Mediterraneo

03-06-2010

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Non è ancora come il Golfo Persico, ma è già uno dei mari più a rischio del pianeta. In Grecia, nel giro di poche settimane, un tranquillo Paese semi-agricolo è finito dentro alla macchina di triturazione. In Medio Oriente, il vecchio Stato (laburista) di Israele non esiste più e il suo posto è stato preso, per l’appunto, da un regime mediorientale che massacra e fa stragi come tutti gli altri. In Italia sono stati persi trecentosettemila posti di lavoro e un giovane ogni tre è disoccupato.

Insomma, il mondo dei sogni sta andando a pezzi. Non che prima le cose fossero molto migliori (non si è atteso Netanyahu per fare Sabra e Chatila né Berlusconi per far macelleria sociale), ma prima almeno erano presentate come eccezioni. Adesso, invece, le si proclama come normalità. Certo, non è stato facile arrivarci: c’è voluta una lunga e paziente opera di propaganda, di fronte alla quale Goebbels e Beria erano dei dilettanti; ma alla fine ci si è arrivati. L’uomo non è più un uomo, puoi massacrarlo alla generale Sherman (“L’unico indiano buono…”), apertamente. L’operaio, altro che diritti, è una macchina punto e basta (“Prendiamo la via della Cina”, incita Romiti). Il gay, la donna, il bimbo del turismo sessuale, chiunque non sia maschio adulto “regolare”, può essere violentato, o quantomeno aggredirlo, impunemente.

Quest’opera di mutazione culturale, di riformazione freddamente studiata del senso comune umano (è di questo che parlano quando parlano di “riforme”) può essere e dev’essere contrastata da noi tutti. Tutti? Certo, una mano possono darla anche i vip, ma con riserve e limiti che prima o poi ne offuscano – vedi il recente caso Santoro – la credibilità di fondo.

Meglio contare sulle nostre forze, sui militanti antimafia (e dunque antifascisti, antirazzisti ecc.) vecchi e nuovi. Facciamo due esempi specifici, tanto per non chiacchierare a vuoto. Il primo è quello di Chiara, una giovane collega di ventitré anni che sta arrivando al massimo premio giornalistico coi suoi “sconosciuti” video sulle lotte sociali catanesi (sconosciuti per Minzolini, non certo per noi di Ucuntu o quelli dell’Experia). Il secondo è quello di Roberto, che ha più di sessant’anni e una carriera brillantissima alle spalle, ma la vecchiaia la sta passando a formare giornalisti antimafiosi e a scrivere su mafia e governo cose tali che ogni paio di settimane mandano un paio di pirati ad hackerargli il sito.

Non cerchiamo altri alleati, non ce ne sono. Stiamo uniti, lavoriamo, facciamo rete. Sul nuovo numero di Ucuntu trovate annunci di rete per le settimane prossime, a Catania e a Ragusa. Non siategli indifferenti, non guardateli con estraneità: anche se voi non ci siete, sono momenti vostri. Dovunque siate, comunque la pensiate, qualunque sia l’ingiustizia sotto la quale siete (o crediate di essere) soli.

Perché è la rete l’unica che può aiutare tutti, in Sicilia, nelle fabbriche, in tutto il nostro mondo, nel paese. La rete, l’intelligenza collettiva degli esseri umani.

Riccardo OriolesNato a Milazzo, dove comincia negli anni '70 con il giornalismo "impegnato" in piccoli giornali locali e le prime radio libere, assieme a Pippo Fava ha fondato nel 1982 e poi sostenuto il mensile I siciliani, edito a Catania, che ha avuto il merito di denunciare le attività illecite di Cosa Nostra in Sicilia. Cavalieri, massoneria, mafia e politica i temi principali di un giornalismo che si proponeva rigoroso nelle inchieste e nel mestiere di comunicare e portare alla luce ciò che la mafia per anni aveva fatto al buio. Giuseppe Fava, a un anno dalla nascita del giornale, viene ucciso dalla mafia. Orioles è il punto di riferimento più forte nella redazione del dopo Fava, impegnato a contrastare in ogni modo il fenomeno della mafia; guida un gruppo che si contraddistinguerà negli anni per l'unità e per la qualità delle inchieste svolte. Egli è stato inoltre tra i fondatori del settimanale Avvenimenti e caporedattore dello stesso fino al 1994. Dalla riapertura, nel 1993, fino al 1995 ha diretto I siciliani. Dal 1999, svolge la sua attività giornalistica scrivendo e diffondendo l'e-zine gratuita La Catena di San Libero. Nel maggio 2006 esce la sua ultima fatica: Casablanca, mensile (che ha fondato e dirige) col quale continua a denunciare mafie e corruzioni. Nel corso del 2008, la redazione di Casablanca annuncia l'imminente chiusura per mancanza di fondi e, nonostante i numerosi appelli lanciati a livello nazionale, è costretta a sospendere le pubblicazioni. Parte dei giornalisti impegnati in Casablanca, insieme alle personalità più attive della società civile, ha poi ripreso forma e dato seguito ai precedenti contenuti nel magazine online 'U cuntu[1], disponibile anche in un formato pdf liberamente scaricabile. Fonte: Wikipedia

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