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Perché hanno dimenticato Sergio Endrigo? Perché era un poeta e i sogni volano via

06-12-2010

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Ho evidenziato, copiando, solo poche delle centinaia di cose su Sergio Endrigo che si trovano in internet, mentre quello che invece non si trova sono gli elogi ad un Italiano che ha regalato e dispensato sogni e poesie agli abitanti di questo paese ingrato.

Sergio Endrigo è stato dimenticato troppo presto. Quello che rimane di un grande uomo sono di prassi le idee, e questo grande uomo ne ha lasciate tante presentate da lui e da altri sotto forma di note, di lievi e dolci melodie, per grandi e per piccoli.

In un panorama musicale odierno così vasto e variegato, pieno di niente, non si riesce ad individuare nessuno che possa essere anche solo lontanamente paragonato a questo grande, immenso artista, uomo delicato, poeta senza tempo.

Ma chi era Endrigo? La cronaca narra freddamente che fu un cantautore Italiano, nato a Pola il 15 Giugno 1933, morto a Roma il 7 Settembre 2005.

Endrigo vinse il Festival di Sanremo nel 1968 con Canzone per te, arrivò secondo nel 1969 con Lontano dagli occhi e terzo nel 1970 con L’arca di Noè;

Durante la sua splendida carriera collaborò con grandi personaggi, alcuni poeti come Pier Paolo Pasolini, Vinicius de Moraes e Giuseppe Ungaretti e  musicisti come Toquinho ed il premio Oscar Luis Bacalov.

Nel 1962 abbandona la Ricordi per la RCA, seguendo il suo produttore, ed è proprio in quell’anno che viene pubblicata una delle sue canzoni più famose, “Io che amo solo te”, brano d’amore con una bella musica che, nel corso degli anni, ha conosciuto svariate versioni (ricordiamo in particolare quelle di Mina, Ornella Vanoni, Marisa Sannia, Gino Paoli, Enzo Jannacci, Claudio Baglioni, Fiorella Mannoia).

Debuttò al Festival di Sanremo nel 1966 con Adesso sì (che in quello stesso anno venne incisa anche da uno sconosciuto Lucio Battisti in una raccolta sanremese della Dischi Ricordi, divenendo la sua primissima incisione) , proprio quel Battisti che nelle sue prime e più famose canzoni disse di ispirarsi in qualche modo anche a Endrigo.
Sempre nel 1966 uscì il terzo LP che si intitolava di nuovo Endrigo e comprendeva, oltre ad Adesso si, canzoni come Mani bucate, La donna del Sud, La ballata dell’ex (canzone che tratta il tema della guerra partigiana e della fine delle speranza che aveva alimentato la lotta a causa della continuità tra l’Italia di prima della guerra e quella degli anni ’50), Girotondo intorno al mondo, Teresa, Dimmi la verità. Nel 1967 fu ancora a Sanremo con Dove credi di andare, abbinato con Memo Remigi. L’anno seguente ottenne la vittoria con Canzone per te in coppia con Roberto Carlos. L’opinione che la vittoria fosse una sorta di riparazione alla tragica scomparsa, l’anno precedente, di Luigi Tenco, resa attraverso la vittoria ad un esponente della canzone d’autore, tenne banco per diverso tempo, tra alcuni addetti ai lavori. Lo stesso anno Endrigo partecipò anche all’Eurofestival con Marianne.

ncide nel 1972 un disco di canzoni per bambini dedicate agli animali, “L’arca”, con la partecipazione in alcune canzoni di Marisa Sannia, Vittorio De Scalzi dei New Trolls e dei Ricchi e Poveri: ricordiamo “La papera”, “La pulce” ma soprattutto la celebre “Il pappagallo”.
L’anno successivo mette in musica (con la collaborazione di Luis Bacalov) alcune poesie per bambini di Gianni Rodari nell’album Ci vuole un fiore: tutti quelli che sono stati bambini negli anni ’70 ricordano la canzone omonima (“Per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare il legno ci vuole l’albero…”), ma celebri sono anche “Il signore di Scandicci” e “Mi ha fatto la mia mamma”.
In tutte queste canzoni, comunque, Sergio Endrigo è riuscito sempre a mantenere un alto livello qualitativo nei testi e nelle musiche, senza mai cadere nel banale come, a volte, è successo ad altri autori che si sono cimentati in brani per bambini.

L’Italia preferisce ricordare con forza coloro che in qualche modo hanno cantato qualcosa di “rivoluzionario”, i Gaber o i De Andrè certo, nulla da dire. Questo paese preferisce ricordare chi ha cantato frasi le quali hanno girato intorno alla storia, ma è gravemente triste vedere come questo paese spesso dimentica chi la nostra storia l’ha scritta e disegnata con i colori del sentimento, il giallo, il rosso, il blu, il verde e tutti gli altri a seguire, non ne manca nemmeno uno.

Una manifestazione canora a Lui dedicata sarebbe il minimo da fare per ricordarlo, solo cantautori, poeti di buona classe, giovani e meno giovani. Non basterebbe a restituirgli quanto merita realmente, ma se non altro tutti coloro che non hanno avuto modo di ascoltarlo nei tempi migliori scoprirebbero che tra le pagine ingiallite di questo paese è passato un artista vero, cordiale, umile, un artista senza pretese che ha saputo adattarsi ad ogni circostanza, anche le più avverse.

Là in alto, senza farsi scorgere troppo tra le nuvole, Sergio Endrigo.

Moreno CorelliCantautore paroliere con oltre 70 canzoni edite. Collaboratore in studio negli arrangiamenti di svariati interpreti nazionali ed internazionali. Autore delle opere: “Nati per sempre” (1991), “Notte di San Lorenzo” (1992), “Ricorderemo” (1992), Post Of Sedicianni Album (1993), “La macchina del tempo” (1996), “La mia follia” (1997), “Un canto nel silenzio” (2003), “Pitililli” Album (2006), “Panico” (2007), “Mani di Gomma” (2007), “Guerra dei Boveri” (2008), “Misero dentro” (2008).
 

Commenti

  1. Carlo Bosi

    L’hanno dimenticato in fretta anche perchè adesso tutto di dimentica in fretta e sempre più la gente se ne frega di tutto e di tutti, basta vedere per il povero Taricone, 2 giorni e poi puff!!! Idem per Vianello e la Mondaini. Abbiamo avuto Battisti in questo paese e nessuno si ricorda, Bruno Lauzi e tanti altri grandi.
    L’Italia è un paese di morti, e i morti non si ricordano dei morti perchè conviene far finta di essere vivi, facciamo schifo!!!!!

  2. […] See the article here: Perché hanno dimenticato Sergio Endrigo? Perché era un poeta e i … […]

  3. Sono molto daccordo e mi faccio portavoce della protesta-proposta. Ho tutti i dischi di Endrigo e non ho mai smesso di amare la sua canzone che stilla asprezza e nostalgia, passione amorosa non dimentica mai di sana ribellione all’ingiustizia.
    Ricordo di aver pianto per molte di loro per come parole e musica mi trafissero il cuore come un San Sebastiano. Tra quelle che ricordo con passione militante è quella dedicata alla morte di Ernesto Che Guevara: un vero inno al comandante rivoluzionario.
    Grazie di averlo ricordato.
    Con stima, Antonio

  4. Marisa Sfondrini

    Pochi ricordano che Sergio Endrigo aveva anche una splendida voce di basso-baritono, che aveva una formazione alla musica lirica e che per questo ha interpretato anche un’opera difficile come il Don Giovanni di Mozart. Vorrei sapere se esistono incisioni di Endrigo cantante lirico.

  5. Franco Bifani

    Chiedo umilmente venia ai fans di Endrigo; riconosco che sia un cantante molto preparato, che ha scritto ed interpretato canzoni indimenticabili. Però, specie per alcune, sia per le parole che per la musica e per come le interpretava, ti veniva davvero irrefrenabile l’abbassare le mani in quel posto. Alighiero Noschese lo prese in giro ferocemente, per questa faccenda, ma non aveva torto; e difatti, colpito in un punctum dolens, Endrigo lo minacciò, avvertendolo che se avesse continuato, gli avrebbe spaccato la faccia, in caso di un incontro vis à vis.

  6. Alex Murti

    Endrigo ha segnato e insegnato la storia di questo paese, ma come dice l’articolo (giustamente) non era “introdotto” in quegli ambienti per letterati di sinistra, perciò è passato in secondo piano come tutti coloro che non si sono piegati alla politica/spettacolo che ancora oggi la fa da padrona, e non a caso i VIP odierni sono tutti immanicati con la politica e con la curia, verificare per credere!

  7. Roberta Serini

    Forse in questo paese ci sono problemi più grandi che ricordare Sergio Endrigo no?

  8. Tazio Conti

    Grazie per averci ricordato Endrigo. Per quelli un pò datati come me è stato un grande compagno di vita, e i più giovani dovrebbero riscoprire talenti come lui.
    Tazio

  9. Sandro Metti

    Bravo! E’ bello che ogni tanto qualcuno si ricordi di coloro che la società dimentica troppo presto.

  10. Non ricordo che anno era, probabilmente tra gli 8o e i 90, in una trasmissione televisiva in cui si festeggiava il 1° Maggio,all’interno di un teatro che non ricordo, alla fine Sergio Endrigo canta la sua canzone ” 1° Maggio a Mosca “. Come sempre è una bella canzone ed alla fine, Endrigo alza il pugno al cielo. Fu quella l’ultima volta che prese parte a trasmissioni televisive. Penso proprio che un potere occulto, da quella volta,lo abbia sempre tenuto lontano dagli schermi, salvo in rarissimi casi.Un vero peccato!! Chi ha mai sentito parlare della canzone ” Perchè le ragazze hanno gli occhi così grandi e i capelli così lunghi”? e tante altre. Ciao Sergio!!!