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Giancarla CODRIGNANI – Perché Violante vuole dare più poteri al Capo del Governo?

04-11-2009

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Sarà una fissa, ma vorrei che nessuno dimenticasse la Costituzione, i suoi contenuti, i diritti e i doveri di tutti, governanti compresi. La crisi che ci tocca vivere  erode la compattezza del governo e può intaccare l’appeal  del “premier”. Siccome l'”eletto dal popolo”, quando percepisce le difficoltà, cerca di rovesciarle a suo favore, non meravigliamoci se la grancassa delle riforme istituzionali batterà presto. Intanto può succedere che un’alta carica europea tocchi a un italiano, eventualmente di sinistra, e che il governo lo sostenga per puro patriottismo etnico: non sarà il caso che tutti noi, pur contenti, ci sentiamo “grati e onorati”. D’Alema garantisce che non ci saranno più inciuci, memore di essersi incautamente seduto ad un tavolo extraparlamentare convinto che l’intelligente avrebbe sbaragliato il furbo. Ma resta, scomodo, il precedente.
Infatti anche D’Alema fu presidenzialista. Oggi, più di ieri, l’esperienza vieta ogni tentazione autoritaria. Chi governa deve portare a termine il suo mandato senza essere impallinato da ondeggianti maggioranze (e minoranze) ricattatorie; ma intanto la rinascita di un partito centrista – che favorirà il ripresentarsi di altre formazioni autonome – non illude sui negoziati elettorali.
Impressiona l’intervista rilasciata da Violante al Foglio del 30/X, in cui oltre alla giusta riforma del bicameralismo (al cui proposito cita le “recenti e significative dichiarazioni del presidente del Senato Schifani”), si propone di “rafforzare i poteri del presidente del Consiglio”. Per la magistratura – primo probabile obiettivo riformatore del governo – Violante ritiene necessario “un nuovo sistema di legittimazione: il Csm va rivisto e bisogna estrapolarne le funzioni disciplinari”. Se c’è ancora rifiuto da parte delle toghe di discutere la riforma, è perché vengono sempre aggredite (un “suggerimento al centrodestra”: non ne provochi le reazioni); ma “è impossibile non rivedere l’assetto della giustizia”. Ormai non c’è più rapporto tra partiti e cultura: oggi quella funzione l’hanno assunta le Fondazioni e già lavorano proficuamente insieme quella di Fini (Fare futuro) e quella di D’Alema (ItalianiEuropei). E, giusto ora, lo stesso Violante ha partecipato al varo di una nuova fondazione, che nasce bipartisan: Italiadecide.
La società civile deve capire che sta già cambiando la costituzione materiale, come ha denunciato anche Giovanni Sartori. Occorre una partecipazione attenta che prevenga altri rischi quando già ogni giorno si legifera senza il Parlamento – e bene ha fatto Fini a sospendere provocatoriamente i lavori di una Camera a cui è stata tolta la parola – e si attaccano la magistratura, la Presidenza della Repubblica, la Corte costituzionale. Senza una nuova legge elettorale, soprattutto senza il bilanciamento dei poteri, la funzione del Parlamento e il rispetto della legalità la Carta Costituzionale non corre pericolo, ma la democrazia sì.

Giancarla Codrignani, docente di letteratura classica, giornalista, politologa, femminista. Parlamentare per tre legislature
 

Commenti

  1. Riccardo Lenzi

    Perché? Perché Violante ha la memoria corta: solo oggi, per esempio, si ricorda di essere stato cercato da Ciancimino nel ’92… Perché poi stupirsi della sua smania di dialogo sulle riforme? Ci siamo dimenticati della sua confessione – in Parlamento! – quando ricordò a Silvio Berlusconi che la sinistra aveva mantenuto la promessa di non toccare le “sue” televisioni?? Chi ancora oggi ha assecondato e/o accettato il ritorno di D’Alema non si stupisca del ritorno di Violante. Quelli che criticavano Veltrusconi, scopriranno presto che il “dialogo” è un vizio che, purtroppo, riguarda anche i… socialdemocratici “italianieuropei”. Che dire? Chi è causa del suo mal pianga sé stesso.

  2. Anna Grattarola Romano

    Sono completamente d’accordo e ringrazio Giancarla Codrignani per la chiarezza del suo argomentare
    cordialità
    Anna Grattarola Romano

  3. L\’intervento di Giancarla Codrignani, come sempre acuto e problematico, solleva diversi interrogativi: il primo: che cosa ha detto INTEGRALMENTE al Foglio Luciano Violante? Purtroppo non ho avuto la possibilità di leggerlo, mi sembra di capire, da un commento, che gli venga imputato di cercare il dialogo, di essere stato cercato da Ciancimino nel 1982, e di avere ricordato che la sinistra non avrebbe toccato le televisioni di Berlusconi. Riccardo Lenzi individua poi in Veltrusconi e D\’Alema la causa del \"suo mal\", penso che il pensiero di Giancarla, forse per esigenze di sintesi, rispondesse più ad un legittimo desiderio di schierarsi contro qualcuno che ad un tentativo di vedere come modificare quella cultura che porta la maggioranza degli elettori a riconoscersi in Berlusconi, ad appoggiarlo, a votarlo e a sostenerlo oltre ogni ragionevole dubbio. D\’altra parte fra gli oppositori di Berlusconi quelli bravissimi a farsi del male non sono poi pochi.
    E\’ importante però che ci siano, peccato che facciano del male anche ad altri …
    Grazie, senza alcun secondo fine, degli interventi.

  4. condivido il senso dell\\\’obiezione, e certo non mi reputo all\\\’altezza di confutare.
    faccio però presente che la riforma delle tv di berlusconi non può prescindere dalla conservazione del posto di lavoro dei dipendenti.Sopratutto perchè siamo in un pessimo periodo, e come uomo di sinistra il mio cuore soffre per tutti i disoccupati: figfuriamoci se voglio degli altri disoccupati. Così, quando si parla di riforma teniamo presente che uno dei temi portanti deve essere quella della conservazione del lavoro.

  5. anna rita meloni

    concordo pienamente.
    Grazie

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