La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Quel profumo di aglio e basilico, viaggio nella Liguria della malinconia

10-05-2010

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GIORGIO FICARA, RIVIERA, Einaudi

O mæ mâ in dialetto ligure significa ‘il mio mare’, ma anche ‘il mio male’, la mia malinconia”, questo il significativo incipit del nuovo libro di Giorgio Ficara, italianista e direttore della Fondazione De Sanctis, che ci accompagna tra luoghi e personaggi della Riviera ligure. Un viaggio da Portofino a Bordighera, passando per Rapallo, Genova o Camogli, tra cose viste e lette, storie e poesie e quadri, scrittori come Sbarbaro, Montale o Caproni e semplici pescatori. Anche lui contagiato da quella stessa atmosfera malinconica che respirava Francesco Biamonti. Anche lui contagiato dalla natura: convolvoli rosa, ulivi, viti, limoni, i Giardini Hambury. Anche lui – come Nico Orengo – a soffermarsi sul profumo del basilico, dell’aglio o dell’acciuga. Un libro di scoperte e di sorprese alla ricerca di un mondo che, forse, non esiste più.

GUIDO DAVICO BONINO, TIRO LIBERO, Aragno

Poche persone in Italia possono vantare il “curriculum” di Davico Bonino (Torino, 1938): docente di letteratura italiana e di storia del teatro, critico teatrale de “La Stampa”, direttore del Teatro Stabile, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e, soprattutto, per sedici anni einaudiano di ferro. E da queste esperienze e dalla sua passione per i libri nasce questa sorta di diario in cui il lettore potrà trovare riflessioni, polemiche, commenti, aspre critiche o divertenti aneddoti relativi ai suoi cinquantanni di “praticantato” letterario. E per averne un’idea è sufficiente sfogliarne l’indice: da Camilleri a Dickens, da Ionesco alla Mazzucco, da Sanguineti a Eco, da Saramago a Bobbio a Pinter… Ma non solo scrittori noti e meno noti, ma anche riflessioni sull’arte, sull’editoria, sulla lingua, sulla società. Insomma, il diario di lavoro – e “contromano”, come sta scritto nella prefazione – di uno Sherlock Holmes delle lettere.

IGNACIO GARCÍA-VALIÑO, CARO CAINO, trad. di P. Olivieri, Piemme

L’autore, nato a Saragozza nel 1968, è psicologo dell’età evolutiva. E dal suo mestiere ha tratto ispirazione per questo romanzo – più intrigante che ben scritto – che tratta di uno psicologo alle prese con un ragazzino a dir poco inquietante, Nico, che rivolta contro il mondo circostante le violenze precedentemente subite. Un piccolo mostro creato da quella stessa società che cercherà poi di capirlo e che tenterà – non si dice con quale esito – di salvarlo. Un romanzo di quelli che, volenti o nolenti, “acchiappano” il lettore come un telefilm ai confini dell’orrore. Una lunga, pericolosa partita a scacchi tra il bene e il male.

Paolo ColloPaolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.

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