La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Società » Italia »

Saviano e la carta igienica del poeta

17-11-2009

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Mi è sempre piaciuto Saviano, con quella faccia un po’ così, sguardo torvo, barba ispida e una fronte immacolata. E grazie a Gomorra sono riuscita a entrare nel mondo allucinante dell’interland napoletano, nella periferia della mia città e nella periferia del fenomeno, nelle sue ultime propaggini di guaglioni fuori di testa e di intossicati fin dentro l’anima.

Ho visto, come tanti, il suo special di mercoledì 11 novembre e, portata dalla sua voce, ho rivisto il litorale domizio della mia adolescenza, la pineta (davvero infinita), la spiaggia quieta e intonsa, e un mare placido dove figure più simili a contadini che a pescatori, trainavano, come fosse un aratro, il marchingegno con cui  tiravano fuori dalla sabbia lupini e vongole. E all’interno ricordo gli olmi a cui si abbracciavano ancora, come gigantesche ragnatele, le viti di cui avevano cantato i poeti latini. La distruzione di quel territorio è stata ben descritta da Saviano che aveva armato la sua performance intorno alla tesi che scrivere si deve, che questo mestiere offre dei rischi perché disturba il potere, ma che lo scrittore (ma forse avrebbe dovuto dire, più genericamente, chi dà testimonianza) deve resistere e persistere.

Per fare questo ha usato alcuni dei molti esempi che il mondo ci ha offerto e ci offre. Uno di questi si riferiva allo scrittore cubano Reinaldo Arenas. Ancora una volta la voce di Saviano mi ha riportato ad altri tempi e mi sono andata a rileggere le tre interviste che avevo fatto ad Arenas, all’Avana, il 19 e il 21 aprile del 1978 e poi il 3 maggio del 79. Ho rivisto quel ragazzo riccioluto e la sua stanza in quello che era stato l’Hotel Monserrat e che all’epoca era diventato un falansterio surreale, decadente e chiassoso, dove trovava alloggio l’umanità più svariata. Arenas mi aveva raccontato della sua detenzione, nel 1975 a causa della denuncia sporta dai genitori di due minorenni, probabilmente due mascalzoncelli, con i quali si era intrattenuto sulla spiaggia dell’Avana del Este. Ne era uscito nel 1976, aveva trovato quell’alloggio precario nel centro della città e si era rimesso a scrivere. Non mi fece cenno del libro di cui parla Saviano, Prima che faccia notte, un libro che, infatti, ha scritto anni dopo, dopo essere scivolato nei giardini dell’ambasciata del Perù, ed  essersi poi infilato in uno dei tanti motoscafi che da Miami arrivavano al porto del Mariel a raccogliere quanti volevano lasciare l’isola, nel 1981. Si sa, perché lo ha scritto lui, che gli Stati Uniti non gli piacevano per molte ragioni, d’altra parte lui stesso si definiva un irriverente ed era certamente uno spirito scomodo per tutti. Ma non è questo il punto a cui volevo arrivare; io volevo chiedermi e chiedere se è credibile che un libro sostanzioso come è la autobiografia di Arenas potesse essere stato scritto in carcere sulla carta igienica (un materiale che ha Cuba è sempre stato raro e più che centellinato), se è credibile che un transessuale, tanto per stare alla moda, sia riuscito a portar fuori quel manoscritto infilandoselo nel retto e se è credibile, infine, che un materiale così deperibile sia potuto arrivare a destinazione ancora leggibile. Forse Arenas lo ha scritto ma la sua era letteratura!

Alessandra RiccioAlessandra Riccio ha insegnato letterature spagnole e ispanoamericane all’Università degli Studi di Napoli –L’Orientale. E’ autrice di saggi di critica letteraria su autori come Cortázar, Victoria Ocampo, Carpentier, Lezama Lima, María Zambrano. Ha tradotto numerosi autori fra i quali Ernesto Guevara, Senel Paz, Lisandro Otero.E' stata corrispondente a Cuba per l'Unità dal 1989 al 1992. Collabora a numerosi giornali e riviste italiani e stranieri e dirige insieme a Gianni Minà la rivista “Latinoamerica”. E’ tra le fondatrici della Società Italiana delle Letterate.
 

Commenti

  1. Qual è il senso, in soldni? Che Saviano si sia rifatto ad una \\"leggenda\\", ad una bugia? Che l\\\’abbia inventata? Perchè non potrebbe esser vero? Mai sentito di persone (trans o no) che usano ano, vagina piuttosto che stomaco per portare i chili di coca o altro? Se ben compressa e protetta da profilattici, la carta può essere infilata come altre cose. Dopichè ripeto, non capisco l\\\’oggetto dell\\\’attacco.

  2. http://www.youtube.com/watch?v=T_vVlMsIg54 video di prc Pdci sul No Berlusconi Day

  3. Alessandra Riccio, molto timidamente, forse troppo, osserva che probabilmente Saviano ha una certa tendenza al romanzare le storie, forse troppa. Ma la questione vera è che Saviano, ahinoi, ha avuto molto coraggio a denunciare i crimini dei Casalesi, ma evidentemente ci vuole molto più coraggio per denuncare i crimini dei sionisti contro il popolo palestinese; evidentemente ci vuole molto più coraggio per denuncuare i crimini del narocterrorista Alvaro Uribe “nr. 82″ Velez, mafioso patentato, patentato dal Dipartimento di Stato usamericano, ci vuole molto più coraggio denunciare i muri (tanto di pietra che di idee) che come funghi gli imperialisti USA e UE stanno facendo spuntare per il mondo da vent’anni a questa parte e più. Invece ci vuole un bel coraggio a mettere sullo stesso piano Hamas, organizzazione della resistenza palestinese, e la Camorra, ci vuole un bel coraggio continuare a parlare dei Gulag sovietici, che non esistono più, invece che parlare dei lager per immigrati che invece in Italia esistono eccome. Saviano si è fatto strumento di diffusione del solito armamentario ideologico ultrareazionario disinformante. I Casalesi al confronto sono ladri di polli e pochi hanno il coraggio di indicare il re, che è nudo, come un bambino, ma sicuramente non altrettanto ingenuo.
    Lo scrittore colombiano Sergio Camargo parla anche di Saviano (min. 3′,00”): http://www.youtube.com/watch?v=7j7i4m35Pwk

  4. giovanna

    Non mi pare proprio che i casalesi siano dei ladri di polli. E poi, a che gioco giochiamo ? A quello che “I miei cattivi sono più cattivi dei tuoi cattivi” ? Mi pare di essere al solito gioco suicida e sadomasochista del pollaio dell’ultrasinistra (credo sia questa l’appartenenza) italiana, che non sopporta altro gallo se non se stesso. Amen. Ma io continuo ad ammirare Saviano e a ringraziarlo di esistere. Bye

  5. Lorenzo

    Ho sentito pure io come tanti milioni di italiani, l’intervento di Saviano nello speciale di Fazio.Io apprezzo molto Saviano, per il suo coraggio,per la denuncia della criminalità.Ma onestamente, mi viene male credere che Arenas si sia infilato la sua autobiografia nel buco del culo per poi cagarla al momento opportuno per farla leggere a tutti.Mi viene male pensarte che Saviano abbia potuto raccontare questa storia credendo di farla credere.

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