La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Rubriche » Donne »

Vite schiantate

04-09-2009

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Alla fine di questa estate si faranno i conti, e si vedrà, per pura statistica, se le cifre del rapporto dell’Eures del 2007, secondo il quale  il numero di omicidi maturati all’interno della famiglia e dei “rapporti di prossimità” (parenti, amici, vicini) hanno superato quello degli omicidi legati alla malavita e alla criminalità organizzata è valido anche per il 2009. Due anni fa in famiglia erano morte ammazzate 174 persone, in maggioranza donne e minori uccisi dai padri, mariti, conviventi (pari al 29,5 per cento del totale, superando in misura rilevante le vittime della criminalità comune e mafiosa all’esterno della casa). I numeri, però, sono solo numeri, mentre le storie, le immagini, i racconti del dolore e della violenza sono altro: sono la realtà incarnata in vite distrutte, spezzate dalla solitudine, schiacciate dal peso di valori sociali e pregiudizi che scavano la roccia fino a creare voragini che inghiottono le persone, e le rendono anche assassine. A Genova qualche giorno fa una donna di 35 anni ha ucciso il suo bambino di 19 giorni e poi si è impiccata: era sola, con alle spalle una storia familiare di lutti e di abbandoni. La depressione post partum, il killer silenzioso in agguato in una società come la nostra dove la maternità reale non è, nè per la collettività né per le istituzioni, quella  facile e solare delle pubblicità dei pannolini senza antipatiche fuoriuscite, ha fatto un’altra tacca nel suo carnè di sangue. L’altro ieri a Reggio Emilia un operaio disoccupato ha ucciso a coltellate e colpi di martello moglie e figlio di 19 anni, ridotto in fin di vita l’altro figlio di 4 anni e l’anziana padrona di casa. Poi ha tentato il suicidio. Dopo due anni di cassa integrazione, da maggio non riscuoteva più sussidi; il Centro di salute mentale che lo seguiva da tempo sostiene che l’uomo non avesse mai mostrato segni di squilibrio. Ma c’è, spesso insidiosamente latente e poco visibile, un altro silenzioso assassino annidato in chi, quasi sempre maschio e padre di famiglia, compie gesti mortali dentro la sua casa, con una disperata furia annientatrice: il senso di possesso della propria compagna e dei figli e figlie, l’eredità assassina del patriarcato. Nella raggelante follia omicida che annienta gli affetti e arma la mano di un uomo contro chi gli è più caro c’è anche l’ancestrale, terribile radice che gli permette di concepire questo gesto, iscritto nella genealogia del padre/padrone: ‘se io non ce la faccio nulla mi deve sopravvivere, perché la mia famiglia è mia’. Carlo Marx scrisse che c’era qualcuno ancora più oppresso e schiavo del proletario nel sistema del capitalismo: sua moglie, spesso resa schiava anche da lui, oltre che dal struttura economica. Non ci sono smentite all’orizzonte, purtroppo.

Monica LanfrancoMonica Lanfranco è giornalista e formatrice sui temi della differenza di genere e sul conflitto. Ha fondato il trimestrale di cultura di genere MAREA. Ha collaborato con Radio Rai International, con il settimanale Carta, il quotidiano Liberazione, con Arcoiris Tv. Cura e conduce corsi di formazione per gruppi di donne strutturati (politici, sindacali, scolastici). Insegna Teoria e Tecnica dei nuovi media a Parma. Il suo primo libro è stato nel 1990 "Parole per giovani donne - 18 femministe parlano alle ragazze d'oggi". Nel 2003 ha scritto assieme a Maria G. Di Rienzo "Donne disarmanti - storie e testimonianze su nonviolenza e femminismi" e nel 2005 è uscito il volume "Senza Velo - donne nell’Islam contro l’integralismo". Nel 2007 ha prodotto e curato il film sulla vita e l’esperienza politica della senatrice Lidia Menapace dal titolo "Ci dichiariamo nipoti politici". Nel 2009 è uscito "Letteralmente femminista – perché è ancora necessario il movimento delle donne" (Edizioni Punto Rosso).
 

Commenti

  1. Delia Tasso

    Smentite, no. Semmai varianti dello stesso delitto. Come il mobbing, altra forma di femminicidio. Delia

  2. Stefano Bovero

    Urge una riforma globale (rivoluzione è parola troppo grossa)del pensiero maschile: una rieducazione psicologica e culturale che schiodi gli uomini dagli agganci del loro modo di pensare e sentire alle loro radici biologiche centrate sulla virilità, rafforzate da millenni di dominio ininterrotto e logorante.