Adesso Vespa nasconde L’Aquila, perché?
28-12-2009
di
Maria Novella Oppo
E così anche Paolo Bonaiuti, che ha la faccia più paciosa (e facciosa) di Charlie Brown, ha imparato la tecnica dell’interruzione continua per partecipare a Ballarò. Si vede che è una questione di linea politica: se sei di destra (anche se nasci socialista) devi seguire l’esempio di Gasparri, uno che, se sapesse quello che dice, avrebbe orrore di se stesso. Come diceva Petrolini, che però era un genio. Ma, tornando a Ballarò, la puntata prenatalizia ci ha fatto un regalo, quello di farci vedere com’è oggi L’Aquila, città distrutta dal terremoto prima e dalla falsa retorica poi. Tanto che, il bellissimo centro storico, sul quale Bruno Vespa versò sincere lacrime subito dopo il terremoto, è ancora nelle stesse identiche condizioni di allora. E non si capisce come mai il sommo conduttore non torni a documentare lo sfacelo della sua città sotto le intemperie invernali. Si vede che aquilani si nasce; destri senz’anima si diventa!
Meno male che c’è Rai Tre
Meno male che c’è Rai3, finché c’è. La rete di quasi tutti i programmi “di odio” secondo Berlusconi, è anche ancora di salvataggio nella tempesta festiva: Ed è qui che una mattina abbiamo potuto rivedere, in un filmato di Rai Educational, quello che succedeva tanti Natali fa. Quando i problemi non erano poi tanto diversi da oggi: mancanza di valori cristiani e no, consumismo, nostalgia di tempi migliori che magari non sono mai esistiti. E poi c’era un lungo servizio di Mario Soldati, che, girando per le strade di Roma, andava alla ricerca di usanze e cibi natalizi nelle “ isole etniche “ della grande città. Con questa missione, Soldati finiva nella casa, anzi, nella cucina luzzarese di Cesare Zavattini: (ndr: Luzzara, paesino della Bassa del Ligabue pittore, tigri e follia in riva al Po). E, in tanto parlare di cose comuni, nemmeno una banalità. Certo, non si può pretendere che oggi un grande scrittore faccia il conduttore di una tv totalmente berlusconalizzata. Ma ci accontenteremmo di un comune cronista di costume (ndr: meno compromesso di Vespa, più giornalista del cantore di corte Minzolini).
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.