Caro Domani, che fine faremo quando libri e teatri saranno scomparsi o troppo cari?
21-10-2010
di
Andrea Toscani, impiegato amministrativo, Modena
Mi rendo conto che ci siano problemi ben più gravi: gli alloggi popolari che mancano, le famiglie che non tirano la fine del mese, i lavori che saltano e che non si trovano più. Ma credo che ciò che sto per dire possa in qualche modo misurare il livello di civiltà di un Paese che mi sembra sempre più una provincia messicana, in mano alla corruzione e alla criminalità. È notizia di questi giorni che il Museo Madre di Napoli chiude perché non ha più i soldi nemmeno per pagare la bolletta della luce. Allo stesso tempo, il Museo Mambo di Bologna dice che, se continua così, nel 2012 ciao ciao all’arte moderna. Sempre a Bologna, si sta cercando di non far calare definitivamente il sipario sul Teatro Duse. A Milano, Sipario, la storica rivista di teatro, a breve potrebbe non essere più in edicola. E io intanto mi aggiro per gli scaffali delle libreria e penso che è finita: ogni singolo volume, anche i tascabile, è aumentato un’altra volta. Mediamente 20 euro per un’edizione appena uscita, non meno della metà – sempre mediamente – per un’economica. Allora mi chiedo: va bene, si sta scivolando verso una società in cui la cultura sarà gioco forza subordinata alla necessità di mangiare, ma il nostro imbarbarimento non passa anche dal nutrimento del cervello? Un nutrimento che sta diventando impossibile perché scompare o è troppo caro.