Signor Papa, Signor Presidente, poiché gli argomenti sono identici, o per lo meno analoghi, scrivo una sola lettera indirizzata a voi con il dovuto rispetto, ma con la fermezza che mi deriva dall’essere cittadino sovrano e battezzato adulto e coerente. Divido la lettera in due parti per comodità e semplificazione
Paolo FARINELLA – Signor Presidente, Signor Papa, non è il caso che Berlusconi e Letta siano ancora Cavalieri e Gentiluomini
01-11-2010Sig. Presidente della Repubblica,
Lei con atto personale (nella curia romana si direbbe «motu proprio») il 17 settembre 2010 ha revocato «per indegnità» la decorazione di Cavaliere al Merito del Lavoro, che era stata conferita a Callisto Tanzi il 2 giugno 1984. L’intera Nazione, tranne l’interessato e la di lui famiglia, apprezzarono e condivisero la sua scelta, quanto mai opportuna. Il suo fu solo un segnale che mise un paletto perché non si può essere onorati dalla Stato e disonorarlo con il proprio comportamento delinquenziale e ladronesco.
Per gli stessi motivi, a mio parere, ancora più gravi, le chiedo di revocare la decorazione di «Cavaliere» al presidente del consiglio pro tempore, Silvio Berlusconi, che ogni giorno con il suo comportamento disonora non solo se stesso, ma le Istituzioni che rappresenta e che, giurando davanti a lei, sig. Presidente, sulla Carta Costituzionale, si è impegnato a servirla con «disciplina ed onore» come sancisce l’art. 54:«Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge».
Il sig. Silvio Berlusconi, abusando del suo potere esecutivo, non solo denigra ogni giorno la suprema Carta e i gli organi da essa tutelati, ma disonora le Istituzioni di cui non ha senso e che asserve come un padrone medievale ai suoi bisogni e alle sue nefandezze. Al suo confronto, Callisto Tanzi è un novizio senza arte né parte. Basta scorrere le cronache di questi ultimi anni e di questi ultimissimi amari giorni per rendersi conto che lei, signor Presidente, non può più aspettare. Oggi è già troppo tardi, domani sarebbe inutile.
In attesa di un suo riscontro che ci dia garanzia del suo servizio a tutela dell’onore della cara Costituzione e della dignità dello Stato, trepidiamo per il declino sempre più rapido della nostra democrazia.
Sig. Papa,
con decreto «motu proprio» su suggerimento della segreteria di Stato vaticana, cioè del card. Tarcisio Bertone e non so di chi altri, il 29 giugno 2008, lei nominò il sottosegretario alla presidenza del consiglio italiano, dott. Gianni Letta, «Gentiluomo di Sua Santità», titolo non meramente onorifico perché permette di assistere il papa e di accompagnarlo nelle visite di Stato e concede altri privilegi di non poco conto.
Con la presente, noi sottoscritti, cattolici feriali, impegnati nella testimonianza diuturna della nostra fede, le chiediamo di revocare tale onore ad un uomo che con il suo comportamento passato, di cui lei non ha tenuto alcun conto (finanziamenti illeciti ai partiti e truffa ai terremotati d’Abruzzo, per es.) e con quello attuale disonora la Chiesa cattolica, la Nazione e il popolo italiano. Egli è il braccio destro del presidente del consiglio italiano, Sig. Silvio Berlusconi, uomo malato e degenere nell’anima, se mai ne avesse una, che frequenta le minorenni, deruba lo Stato, corrompe giudici e testimoni, compra senatori e deputati, traffica con la mafia e la delinquenza organizzata, fino ad ospitarne qualche rappresentante in casa sua per tutelarsi da rappresaglie.
Il «nobiluomo Gianni Letta» è di fatto un prosseneta (il popolo romano usa un linguaggio crudo, ma espressivo: «magnaccia = uno che mangia a spese di prostitute) cioè un gestore del giro di prostituzione e di minorenni che gravitano nelle case del presidente del consiglio perché è deputato a coprire sul versante del Vaticano le malefatte e le ignominiose contraddizioni dello stile di vita di un uomo malato e assatanato di giovinezza e di donnine disponibili, rendendosi così ricattabile come capo di governo. Il sig. Berlusconi dal parlamento che domina con il denaro e le promesse immorali, ha fatto approvare leggi contro gli immigrati che gridano giustizia al cospetto di Dio e del Diritto internazionale. Egli stesso ora le disattende, obbligando la polizia a liberare una minorenne senza permesso di soggiorno e accusata di furto e di altre prodezze non proprio caste.
Il «nobiluomo» Gianni Letta come atto di riparazione ha imposto a Silvio Berlusconi di presiedere al convegno nazionale sulla famiglia di Milano nei giorni 8-10 novembre 2010. Ci chiediamo quale rappresentante del Vaticano potrebbe stare in silenzio davanti ad uno che ha fatto scempio di due famiglie e molte altre ne ha rovinato perché «amo le donne e non cambio vita e ne sono orgoglioso». Risulta che il suo segretario di Stato sia rassegnato all’uomo «che è quello che è», purché garantisca leggi «ad Vaticanum», contributi alle scuole private (= cattoliche) e sussidi alle famiglie numerose. Non le sembra una morale «ad elasticum»?
Sig. Papa, molti cattolici italiani stanno abbandonando la Chiesa e molti si sbattezzano per questa confusione e immoralità condivisa e per il comportamento equivoco di cardinali e vescovi compromessi con uomini come Silvio Berlusconi e Gianni Letta. La supplichiamo, in nome dei «principi non negoziabili» come la rettitudine, la verità, l’onestà e la moralità, di revocare la nomina di «gentiluomo» a Gianni Letta e di confermare nella fede i cristiani che, nonostante tutto, continuano a credere nel Vangelo che è Gesù Cristo. Cordialmente.
Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).