L’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria ha accolto la denuncia presentata dall’Unione Donne d’Italia, intervenendo con un'”ingiunzione di desistenza” per violazione del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale nei confronti del “Consorzio Pelle Italiana Conciata al Naturale”, ritenendolo responsabile di una forma di comunicazione che, non solo viola la dignità della persona umana equiparata all’animale, ma “danneggia il credito dell’istituzione pubblicitaria nel suo complesso”.
Vale la pena di conoscere la campagna pubblicitaria che il suddetto consorzio ha presentato a Firenze nell’ambito di “Pitti-uomo 2011”: un calendario (foto di Oliviero Toscani) con dodici ritratti di “triangoli pubici femminili”. Titolo della presentazione: DIBATTITO SULLA FORZA DELLA NATURA / INCONTRO SULLA FEMMINA. Una delle prime reazioni era subito venuto dal sito delle suore comboniane: “Ancora e solo corpo. Questa volta però, se è possibile, è andata peggio delle precedenti. Questa volta infatti non siamo un corpo intero, ma un pube. «L’essenziale» a sentire chi questa campagna pubblicitaria l’ha ideata. «Non i soliti volgari calendari delle pin up» aggiunge il famoso creatore, avvezzo alle trovate che facciano parlare di sé, «ma scatti naturali e onesti».
«Naturali e onesti», così sono definiti i dodici pubi femminili ritratti in un calendario ideato per sponsorizzare un consorzio di concerie toscane che utilizza per i propri prodotti solo «vera pelle conciata al naturale». E fotografare da vicino la parte più intima del nostro corpo «voleva essere (pensate che originalità!) una provocazione», ammettono dal Consorzio. E non provate a dire che sono immagini volgari, offensive per le donne. È arte! Il creatore di questa pubblicità così anomala nel nostro Paese, ha già fatto sapere che chi critica dà sfogo alla «solita visione vetero femminista».
Femminista. Ecco di cosa si è tacciate se si vuole difendere la propria dignità, la mercificazione continua che si fa del nostro corpo, l’immagine di donna che mostrano ai nostri figli e figlie. Femminista, perché non rispondente a quel che da oltre trent’anni propongono le televisioni, scelgono gli imperatori della pubblicità e delle istituzioni. Corpi nudi in vetrina, oggi diventati pezzi di pelle da conceria.
E non importa il messaggio, badate, non importa il livello di degrado che questa pubblicità ancora una volta ci sbatte in faccia. Non importa il fatto che si rafforzi uno stereotipo, né che si insinui – ancora – che è la nostra nudità quella che “fa muovere il mercato”. Un messaggio quanto mai pericoloso in tempi in cui la mercificazione del corpo femminile riguarda anche le adolescenti che si fotografano nude per ottenere le ricariche dei telefonini…. Per quel che riguarda noi tutti, donne e uomini, rimane solo una cosa da fare: boicottare quei marchi che sfoggiano una pubblicità lesiva dell’immagine femminile. La nudità delle donne non farà muovere il nostro mercato.”
L’ingiunzione dell’IAP vale a partire dal 24 gennaio. Peccato che la presentazione sia avvenuta il 13, supponiamo senza grande scandalo. Il Presidente del Consiglio non ne era stato informato: c’è da scommettere che ci sarebbe andato.
Giancarla Codrignani, docente di letteratura classica, giornalista, politologa, femminista. Parlamentare per tre legislature