Questa è la veridica istoria raccontatami da uno di quegli Esopo, pieni d’ingegno e bonomia, che abitano le campagne venete e che si guadagnano la vita questuando di porta in porta. Sulla fonte di questa storia non mi ha voluto dir parola, mi ha solo assicurato che l’origine è “quasi” divina, Ma ecco l’istoria della quale ho rispettato i punti, le virgole e perfino la divisione in paragrafi.
“Qualche tempo fa morì, dopo aver lavorato giorno e notte come un animale da soma, un povero pensionato a cui tutti, in paese, volevano un po’ di bene . Il buon Dio, per ripagarlo di una vita fatta solo di stenti e di amarezze, lo fece salire, senza inutili indugi burocratici, in Paradiso.
Non vi dico i prodigi che gli fece vedere durante il primo giro di orientamento: qui, alberi ricolmi di frutti colorati e succulenti; là, padiglioni a non finire traboccanti di leccornie; in alto, ben riparate dentro fresche nuvolette, un’infinità di ampolle di vin santo e di champagne; a poca distanza alcove profumate gremite di vergini invitanti, un po’ più in là forzieri straripanti di ori, di perle, di pietre preziose e di gioielli raffinati…: insomma un vero paradiso.
Alla fine del giro il buon Dio mostrò al nuovo ospite, estasiato e confuso, una radura con tanti fori variopinti dicendogli che lì, a fine giornata, avrebbe potuto riversare il surplus di quanto digerito. Arrivato al termine del suo primo giorno di prodigi, il nostro pensionato, lievemente oppresso dalle troppe libagioni, riversò quanto eccedeva la giusta misura in uno dei fori scelti, così, a caso.
Quale non fu la sua meraviglia quando udì levarsi dal foro un canto di gioia seguito da fragorosi applausi e da rumori come di tamburo africano. Sbalordito e non riuscendo a capire quale fosse l’origine di quella che considerava una vera e propria stregoneria egli corse difilato dal buon Dio per spiegargli quanto era avvenuto e per chiedergli spiegazioni dell’arcano.
Rise il buon Dio quando lo vide e l’ascoltò e risero anche le schiere angeliche che gli facevano corona. Poi, fattosi serio e zittiti, con largo gesto della mano, gli Angeli che guariscono, gli Arcangeli che difendono, i Cherubini che provvedono, i Serafini che consolano, i Troni che ammaestrano, le Dominazioni che aiutano a compiere la volontà di Dio, le Potestà che salvano nelle difficoltà, le Virtù che guidano sul retto cammino e i Cieli che assistono in punto di morte, così parlò:
“D’ora in poi, benedetto figliolo, poni attenzione al foro di cui ti servirai per liberarti dagli eccessi. Vedi, quello che hai scelto oggi soprapensiero mena dritto, dritto alla villa San Martino in quel di Arcore, dove è consuetudine cantare, e battere le mani per ogni stronzo che vi arriva. Quanto al rumore africano che hai inteso, corre voce, qui tra le nuvole che mi son care, che si tratti di “bunga bunga”, misterioso rituale di cui nulla di certo non so neppure io che tutto conosco e vedo . Ad ogni buon conto manderò Michele e Gabriele perché s’informino. Li manderò così alla buona, senza divine guarentigie, poiché è certo che in questa villa, di estrema tolleranza, nessuno chiederà loro documenti, né terrestri né celesti”.
Gino Spadon vive a Venezia. Ha insegnato Letteratura francese a Ca' Foscari.