Paolo FARINELLA – Appello ai cattolici: ritrovate la fede e la speranza nel voto, contro la corruzione e l’immoralità dei burattini di Berlusconi
23-05-2011Scrivo a voi, donne e uomini che credete in Cristo, abitanti nelle città di Milano, di Napoli, di Cagliari e di tutti gli altri Comuni, piccoli e grandi, chiamati alle urne per il ballottaggio delle amministrative del 29-30 maggio. Scrivo a voi, preti, religiosi e religiose di professione che vivete nelle città degli uomini e siete tesi con le vostre comunità alla «Teologia del Bene Comune», cuore del vangelo incarnato nell’intimo della Storia e che noi chiamiamo un po’ pomposamente «Dottrina Sociale della Chiesa».
Vi scrivo da compagno di viaggio di Storia e di Fede che non ha pretese di rappresentanza, ma solo con la nudità della mia coscienza che sente l’urgenza del momento drammatico che il nostro Paese sta attraversando e il pericolo in cui può incorrere anche per colpa o omissione nostra. Chiamati ad essere testimoni del mistero dell’incarnazione, sarebbe grave colpa se noi fossimo per scelta «forestieri» o peggio «stranieri» nella nostra stessa Patria terrena e con la nostra complicità permettessimo che il Paese precipitasse in un degrado senza più ritorno dove l’hanno inchiodato le politiche e i governi di Berlusconi/Bossi.
Per 17 anni la maggioranza dei cattolici ha votato questi epigoni del demonio che hanno sempre realizzato il loro tornaconto individuale e di gruppo, sacrificando sull’altare del moloch dell’egoismo e del razzismo ogni idea e parvenza del «Bene Comune», tramutato in «Interesse Privato» delle Istituzioni e dello Stato fino al punto di ridurre il Parlamento a scuderia di un solo uomo. Abbiamo assistito all’indecenza ignobile di rappresentanti del Popolo italiano venduti e comprati in funzione del mero potere satanico da cui Gesù ci ha messo in guardia. In questo Parlamento sempre più somigliante ad un suq da suburra, i cattolici senza nemmeno turarsi il naso hanno firmato e approvato leggi e decreti che gridano vendetta al cospetto di Dio, tutte contrarie all’etica cristiana.
Quanto di più perverso si potesse immaginare in natura, Berlusconi e Bossi lo hanno fatto e i cattolici hanno approvato, condiviso e accettato, confondendo il fine con i mezzi, senza forse rendersi conto. Secondo la morale cattolica, però, il fine buono non giustifica mai i mezzi cattivi. In buona fede, molti cattolici li hanno votati e sostenuti perché pensavano che «un governo cattolico», decisamente schierato in difesa della «civiltà cristiana» avrebbe fatto «leggi cattoliche» come difendere il crocifisso nei locali pubblici, negare il riconoscimento alle coppie di fatto, il testamento biologico inerente la fine della vita, le decisioni in punto di morte e i finanziamenti alle scuole private che per circa l’80% sono cattoliche.
Su questi versanti i cattolici e le cattoliche hanno seguito le indicazioni del magistero gerarchico che in materia ha coniato l’efficace formula «principi non negoziabili», in nome dei quali i vescovi e il papa stesso hanno abdicato dal loro ministero profetico e si sono assisi alla mensa contrattando come qualsiasi altra lobby interessi e tornaconti. In cambio del silenzio su leggi immonde e anticristiane come la Bossi/Fini o quella sulla finta sicurezza che equipara il clandestino immigrato a delinquente, colpevole solo perché povero, immigrato, in fuga dalla fame. Noi cattolici, a cominciare dal papa, passando per i cardinali e i vescovi che esercitano autorità e fino a me, ultimo dei credenti sulla terra, siamo complici di sterminio e di delitti contro l’umanità perché abbiamo dato mandato al governo di uccidere gli immigrati nel momento stesso in cui il parlamento vuole obbligare i medici a nutrire con la forza i moribondi già morti, ma apparentemente respiranti. Difendiamo il crocifisso- ornamento e abbiamo ucciso il Crocifisso incarnato negli disperati.
Allo stesso modo siamo complici di tutti i tagli allo stato sociale che hanno gettato nel caos le scuole pubbliche a favore delle private, che hanno assassinato strati interi di popolazione di poveri, di portatori di handicap, di famiglie monoreddito. La morale cattolica insegna che sul piano delle intenzioni è tanto ladro chi ruba materialmente quanto chi fa il palo senza sporcarsi materialmente le mani. Abbiamo tollerato un presidente del consiglio che induce alla prostituzione minorenni in case di sua proprietà, ma protette dal segreto di Stato e quindi equiparate a residenze ufficiali; abbiamo assistito complici e silenti alla tratta delle prostitute pagate con soldi pubblici e trasportate con mezzi pubblici, cioè con denaro sottratto ai bisogni della povera gente. Abbiamo permesso che il parlamento e i parlamentari che in tv fanno i gargarismi con l’acqua benedetta, votassero e difendessero una trentina circa di leggi immorali, tutte scrupolosamente «ad personam», cioè la negazione pura e dichiarata del «Bene Comune», svilendo così il vangelo e le sue esigenze a mero mercimonio di prostituzione.
Abbiamo visto vescovi che si sono inginocchiati davanti a Berlusconi (vescovo di Sassari); vescovi che in campagna elettorale lo hanno accolto sul sagrato della chiesa in pompa magna (vescovo di Cagliari); vescovi che lo hanno difeso a spada tratta come benefattore (vescovo dell’Aquila); vescovi che hanno giustificato le sue bestemmie (mons. Fisichella, responsabile pontificio della nuova evangelizzazione europea (si!!!); vescovi che invece di condannare la sua condotta immorale hanno taciuto (Bagnasco e Bertone) oppure hanno condannato chi lo condannava, tacciandoli di «falsi moralisti» (card. Scola di Venezia al Meeting di Rimini 2010). Che dire poi delle leggi razziste a favore solo dei ricchi e della criminalità organizzata, degli uomini di mafia e delle donnine portate in parlamento o in Europa con lauti stipendi in cambio della loro protezione o magari di favori sessuali?
Se non ci convertiamo, noi siamo colpevoli come Berlusconi/Bossi e più di loro perché siamo complici consapevoli e da uno come Berlusoconi/Bossi accettiamo il prezzo della prostituzione. A costoro che in Italia vogliono instaurare una religione civile senza Cristo, abbiamo dato il mandato ignobile di difendere il «crocifisso», ben sapendo che lo avrebbero usato come arma contundente per difendere i loro interessi e opporre la «civiltà cristiana» come argine alla massa di diseredati che vengono in Europa come tanti Lazzari in cerca di avanzi che cadono dalla tavola dei gaudenti miscredenti che prosperano nel silenzio-benedizione della gerarchia cattolica e l’insipienza dei cattolici praticanti. Vanno in chiesa, praticano molto, fanno la comunione e votano Berlusconi, il corrotto e corruttore, utilizzatore di prostitute minorenni e non, evasore fiscale, alleato ombra di mafia e camorra, uomo senza principi e senza morale, spergiuro di professione.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) insegna a tutti i cattolici che «La fede è un’adesione personale di tutto l’uomo a Dio che si rivela» (n. 176) e che: «Per essere umana la risposta della fede data dall’uomo a Dio deve essere volontaria» (n.160). Alla luce di questa «dottrina certa» come possono i cattolici pretendere che il parlamento e il governo compiacente possano varare leggi particolari per imporre una visione etica o cattolica dell’esistenza? Non è una contraddizione e una usurpazione, e anche un tradimento della fede in Gesù Cristo, che invece dovremmo «testimoniare» con la vita e proporre con l’esempio, la parola e gli stili di vita?
Quando un presidente del consiglio dichiara pubblicamente che mai varerà una legge che dispiaccia al Vaticano, non dovremmo essere noi stessi a rifiutare questo cesaropapismo e rimandarlo al mittente, dicendo con chiarezza che i cristiani non hanno bisogno di leggi speciali, ma solo della libertà per invitare gli uomini e le donne del loro tempo a misurarsi con la proposta esaltante di Gesù che essi rivelano con la loro vita e la loro trasparenza senza supporti di uomini miscredenti e gruppi idolatrici che ogni giorno rinnegano la morale e la dottrina cattolica e si esibiscono in culti pagani come il rito dell’ampolla al «dio Po» o i matrimoni celtici? Come è possibile ad un cattolico convivere con codesti simulacri idolatri?
Non è mai troppo tardi. Il 29-30 maggio come cattolici abbiamo la possibilità di riscattarci e di dare un segnale al Paese e ai politici: noi vogliamo stare dalla parte degli onesti, dei corretti, dei politici che si sforzano di servire il «Bene Comune», che non fanno promesse mirabolanti che non potranno mantenere solo per raccattare qualche etto di voti. Noi non stiamo con chi vuole il potere ad ogni costo per spartirsi la torta dei soldi pubblici rubandoli ai poveri, alla scuola e per fare i propri porci comodi, noi appoggiamo chi promette legalità per restituire al popolo oppresso la dignità dell’onore e del diritto.
Noi appoggiamo gli yuomini non credenti come Pisapia perché proprio in quanto non credente è serio, degno, onesto e rispettoso di tutte le fedi e siamo certi che nulla farà contro la religione cattolica, ma la rispetterà con scrupolo e coerenza. Il suo programma è lo specchio fedele del «Bene Comune» come descritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica perché nonostante le invettive e le falsità su di lui, realizzate ignominiosamente da una donna senza dignità, ma ricca di milioni, egli ha promesso di governare Milano e tutti i Milanesi senza discriminazione. Noi voteremo De Magistris a Napoli che da uomo di Legge, sicuramente porrà un argine alto alla camorra e alla politica della compravendita restaurando la legge dei diritti che mai per un cattolico potranno essere concessioni di chi delinque o corrompe. In tutte le città e villaggi dove si vota per il ballottaggio, noi non voteremo per i candidati di destra, appoggiati da Berlusconi, Bossi, Casini e Fini perché come cattolici vogliamo porre un segno fermo di svolta morale e di svolta politica.
Se dovessero vincere Berlusconi e Bossi e i loro giannizzeri, l’Italia sarebbe perduta e il senso di legalità e di moralità scomparirebbero definitivamente anche dall’orizzonte delle generazioni future. In Gen 4,10 quando Dio chiama al rendiconto Caino, nel testo ebraico non dice «il sangue di tuo fratello grida dalla terra», ma usa il plurale: «la voce dei sangui di tuo fratello urlano a me dalla terra», come dire che Caino non ha ucciso solo Abele ma tutte le generazioni che da lui avrebbero potuto avere storia e non l’hanno avuta. Se i cattolici votano Berlusconi/Bossi, la voce dei sangui delle generazioni future si rivolteranno contro di noi e nel giorno del giudizio siederanno accanto a Dio e ci chiederanno conto non solo del presente, ma anche del futuro che consapevolmente abbiamo impedito.
Che Dio illumini i cuori e le menti e nelle urne del 29/30 maggio, possano i cattolici respingere Berlusconi e le sue pompe e vergogne e scegliere la normalità pacata di Pisapia/De Magistris ponendo le premesse per una era di riscatto e di onore che da lungo tempo abbiamo perduto. Vi siamo obbligati, se vogliamo essere coerenti con la nostra fede e la grande, bella e sublime Costituzione italiana.
Prego con e per voi.
Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).