Michela Murgia (Cabras, 1972) ormai la conoscono in molti: scrittrice affermata e autrice del – bellissimo – bestseller Accabadora, vincitore del Premio Campiello 2010 (che non mi stanco di consigliare).
Ma forse non molti sanno che è anche stata animatrice in Azione cattolica, che ha fatto studi teologici e che è socia onoraria del Coordinamento teologhe italiane.
E proprio partendo da questa sua importante esperienza di studio nel mondo della fede ha scritto, con coraggio e passione, Ave Mary. E la Chiesa inventò la donna (Einaudi, 2011).
Tutto ha inizio l’8 marzo 2009, ad Astis, un paese della Barbagia, in cui si svolge un convegno sul tema Donne e Chiesa: un risarcimento possibile? E da lì nasce questo libro, che è una sorta di viaggio nel mondo femminile reale e in quello “inventato”, “costruito” dalla Chiesa.
Non un libro sulla Madonna, come tiene a sottolineare l’autrice, ma un libro “su di me, su mia madre, sulle mie amiche e le loro figlie, sulla mia panettiera, la mia maestra e la mia postina”.
Un libro sulle donne, su tutte le donne: sulla loro anima, sulle loro sofferenze, sull’esclusione che per secoli le ha costrette a un ruolo di serie B.
Ma anche sul loro corpo, sull’invecchiamento, sulle “rughe”, sull’amore e sul sesso, sull’immaginario collettivo nostro (degli uomini) e loro.
Un libro che fa pensare e riflettere, scritto con un linguaggio chiaro, piacevole, a volte persino divertente.
Ma, è bene sottolinearlo, non un libro “solo” per le donne. Un libro “raro” che dovrebbero leggere soprattutto gli uomini, nella speranza che a fine lettura siano riusciti un po’ di più (almeno u po’ di più) a capire “l’altra metà del Cielo”:
“Dentro ci sono le storie di cui siamo figlie e di cui sono figli anche i nostri uomini: quelli che ci vorrebbero belle e silenti, ma soprattutto gli altri. Questo libro è anche per loro, e l’ho scritto con la consapevolezza che da questa storia falsa non esce nessuno se non ci decidiamo a uscirne insieme”.
Complimenti, sul serio.
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.