di Raniero La Valle
È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …
di Maurizio Chierici
L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …
Libri e arte » Teatro »
di Raffaella Ilari
“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …
Inchieste » Quali riforme? »
di Riccardo Lenzi
Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …
|
C'è posta per noi »
Tre rappresentanti di cittadini disabili e delle loro famiglie scrivono ai senatori italiani per chiedere di fermare la scure del ministro dei tagli: "assistenza e indennità di accompagnamento non sono un privilegio, sono un dovere dello Stato"
Cari parlamentari (1) – Tremonti umilia chi vive su una carozzina. Ma noi disabili non siamo un peso morto per l’Italia!
25-08-2011
di
Michele Lastilla, Nadia D'Arco, Claudio Ferrante
Alla Commissione Affari Costituzionali
Alla Commissione bilancio
Ill.mo Senatore, i disabili e le loro famiglie da due anni stanno subendo attacchi alla loro dignità, ai diritti e alle agevolazioni sia a livello verbale, sia sul piano economico con tagli gravissimi della spesa sociale che vanificano diritti fondamentali faticosamente conquistati: interventi e servizi.
La riforma dell’assistenza, senza il contributo delle organizzazioni sociali, disegnata dal governo comporta profonde modifiche sorrette da una filosofia non condivisibile che richiedono una riscrittura del decreto.
L’obiettivo vero della riforma come della intera manovra finanziaria è unicamente quello di far cassa comunque, col pretesto della lotta ai falsi invalidi in cui noi disabili veri siamo in prima fila, anche se chi ha fabbricato invalidi falsi la sta facendo franca. Ci riferiamo ai medici delle varie commissioni per l’accertamento della invalidità, in cui qualche associazione ha un medico in sua rappresentanza.
La riforma dell’assistenza proposta dal governo, dunque, non ha lo scopo di rispondere ai reali bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Altrimenti perchè mai si sarebbe dovuta riformare l’assistenza attraverso l’intervento del ministro dell’economia e sotto la pressione di questioni che nulla hanno a che vedere con i bisogni delle persone di cui il ministro dell’economia non ha la benchè minima idea, visto che ha definito i disabili persone improduttive e causa della crisi economica del Paese.
La riforma del governo, infatti, abroga leggi importanti come la n.328/2000 mai applicata in molte regioni e ignora quanto sancito dalla Costituzione repubblicana e dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che deve essere rispettata da tutti gli Stati che l’hanno sottoscritta e ovviamente l’Italia. Il governo, inoltre, è venuto meno agli impegni assunti per la realizzazione dei livelli essenziali di assistenza, non rispettando in questo modo, la legge per le pari opportunità.
Per ora, comunque vogliamo indicare quattro punti che il Governo deve rispettare.
1) L’assistenza deve rimanere rigorosamente pubblica e i servizi devono essere erogati dai Comuni e dalle ASL, non coinvolgendo, o peggio ancora delegando nella gestione e fornitura di prestazioni le associazioni dei disabili, le opere pie e del volontariato. Le associazioni dei disabili sono organizzazioni di promozione sociale con natura di diritto privato e tali devono rimanere. Il governo non deve artificiosammente privatizzare l’assistenza e i servizi sociali.
2) Le indennità di accompagnamento sono misure che vengono riconosciute al solo titolo della disabilità grave e devono rimanere del tutto scollegate dalla situazione reddituale della persona disabile e giammai collegata all’ISEE familiare, scelta che rappresenta una vera discriminazione. Le indennità definite di accompagnamento (e che nel disegno di legge Tremonti vengono chiamate indennità sussidiarie), che potrebbero denominarsi anche per la vita indipendente, riconosciute al solo titolo della disabilità devono rimanere inviolabili. Quelle indennità non hanno nulla a che vedere con i servizi erogati ad altro titolo alla persona con disabilità e solo ad essa, distinguendo dagli aiuti alle persone anziane non autosufficienti che non possono essere assimilate ai disabili in quanto hanno bisogni diversi.
Le indennità sono finalizzate a favorire:
A) la vita indipendente;
B) la autonomia;
C) la mobilità autonoma o assistita;
D) la vita di relazione nel tessuto territoriale ed extraterritoriale;
E) l’accesso alla cultura (pagamento per prestazioni a persone con compiti di lettore)
F) costi per servizi di accompagnamento;
G) rimborsi spese a operatori extrascolastici per interventi non previsti da servizi appositi;
H) rimborsi a operatori per la cura personale, oltre i tempi e servizi già appositamente garantiti;
3) Le pensioni di reversibilità del familiare che ha in carico la persona disabile non vanno soppresse se i benefici sono trasmessi al congiunto disabile.
4) La riforma deve riconoscere il diritto di uguaglianza di tutte le associazioni dell’area della disabilità che ne comprovino l’attività e le iniziative in favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
Questi sono 4 punti per noi irrinunciabili.
Inoltre si fa notare che la spesa per i disabili nei paesi indicati è maggiore di quella italiana: Svezia (4,5%), Danimarca (4,2%), Olanda (2,3%), Regno Unito (2,2%), Portogallo (2,4%), Polonia (1,7%), Slovenia (1,9%), Ungheria (2,1%), Francia (1,8%), Germania (1,7%), Belgio (1,8%). (Fonte: Relazione Generale sulla Situazione Economica del Paese, Ministero dell’Economia, 2010)
Gentilissimo Senatore Le chiediamo di accogliere e sostenere le nostre
richieste con la determinazione che occorre nei momenti più difficili.
prof. Michele Lastilla
(coordinatore “Movimento Rinnovamento Democratico”)
Nadia D’arco
(per il coordinamento prepensionamento familiari disabili gravi e gravissimi)
Claudio Ferrante
(presidente “Carrozzine Determinate” Abruzzo)
|
|