Confesso che, pur non essendo leghista, ho provato un moto di raccapriccio e una stretta al cuore quando, durante la trasmissione “Piazza pulita”, ho visto e sentito l’ingegner Castelli confessare amaramente, davanti a un pubblico basito e commosso, di vivere in indicibili ristrettezze. Preso atto che 145.000 euro annuali, se pur conditi con qualche privilegio, sono ben poca cosa per vivere con padana dignità, ho subito attivato, col soccorso di un mio amico funzionario alla Telecom, il seguente numero verde (“verde” avete letto bene) TROTA 800ARGH666 mediante il quale chiunque (esclusi i “marocchini” in senso lato) potrà versare un obolo a favore di questo povero disgraziato che, durante il suo mandato, ha fatto cose così egrege da non meritar miseria.
Perchè tutto proceda nell’ordine e con la dovuta celerità ho disposto che siano osservate e rispettate rigorosamente le seguenti istruzioni:
a) Comporre innanzitutto, con estrema attenzione, la parola “TROTA”, prefisso valido per tutta la Padania,
b) Eseguire la numerazione col solo dito medio, interrompendola con un bel rutto “ARGH” tipica sonorità simbolica a testimonianza della “padanità” del parlante.
c) Completare la numerazione e subito dopo comunicare al Call Center l’ammontare dell”obolo, il quale obolo non dovrà assolutamente essere espresso in “euro” pena l’ascolto coatto di tutti i discorsi pronunciati da Marco Reguzzoni alla Camera
d) Saranno esclusivamente accettate le seguenti monete coniate prima della cosiddetta Unità italiana come fa fede Wikipedia
e) “Badili” trentini, “Barbarine” mantovane,“Gabelle” bolognesi, “Buttalà” piacentini., “Giorgini” e “Luigini” genovesi, “Spadini” savoiardi, “Crocioni” “Parpagliole”e “Berlinghe” milanesi, “Cornabò” piemontesi, “Muraiole” emiliane, “Sovrane” lombarde, “Oselle”, “Bezzi” e “Zecchini” veneziani, “Carantani”, “Svanziche”, “Corone” e “Talleri” del Lombardo Veneto, “Doppie” e “Doppiette” piemontesi, genovesi e milanesi, “Ducati” di Parma e Piacenza, “Quarantane” di Modena e Reggio,“Quattrini” di Modena,
f) Prima di riagganciare l’oblatore (chiedere l’intervento di Salvini per la spiegazione di questo termine) dovrà gridare per tre volte, e con forte accento bergamasco, la parola “Padania!!!”, inneggiando poi a tutti coloro che onorano questa terra e in particolare a Bossi, Calderoli, Castelli, Borghezio e Gentilini,
g) In segno di cameratismo e familiarità sarà cosa bella ed opportuna far seguire al nome degli osannati il loro soprannome che così suona: il “rintronato”, il “cavadenti”, il “’ndo sto?”, il “troglodita”, il “fesso cacciatore”.
Mi sia permesso di concludere al grido di “ad maiora”!
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Cavalierate
È stata resa nota ieri l’intercettazione di una telefonata del primo gennaio 2009 in cui Silvio Berlusconi racconta a Gianpaolo Tarantini come ha trascorso la notte di Capodanno: per leggerla, il link è questo, basta cliccare.
Un passaggio è significativo: “Erano in 11 – confida gongolante all’amico barese – e io me ne sono fatte solo 8 perché non potevo fare di più… Non si può arrivare a tutto. Però stamattina mi sento bene, sono contento della mia capacità di resistenza agli assedi della vita”. Insomma non un uomo di Stato ma un coniglio superstar. Mi sia concesso però, a questo proposito, di esprimere qualche dubbio sulla base di prove attendibili anche se non rigorosamente scientifiche.
Mi è capitato, tempo fa, di scorrere velocemente, un memoriale in cui Patrizia d’Addario raccontava, col sagace dottrina e con dovizia di particolari scabrosi, la famosa notte trascorsa ad Arcore in “doux ébats” col Cavaliere. Vividissimo fra tutti è il ritratto di un Berlusconi che, uscendo ansante e paonazzo da sotto le coperte, domanda alla sua bella: “Sei venuta, cara?”. Roba che neanche un collegiale sfigato oserebbe chiedere a una donnina allegra tenuta, per antico e arcinoto statuto, ad essere generosa di “sì” e di “mugolii”, Ma il più bello (leggere per credere) è la risposta della donnina allegra, generosa sì ma, in questo caso, non bugiarda: “NO, presidente, non sono venuta”. Al che mi par di vedere il nostro “coniglio superstar” , deluso e affranto, rituffarsi sotto le coperte e dialogare, perché di più non potrebbe fare, con la courbetiana “origine del mondo”.
Straordinario affabulatore, il nostro Berlusconi che, proprio in quanto tale, fa della lingua la garante delle sue mirabolanti imprese.
Gino Spadon vive a Venezia. Ha insegnato Letteratura francese a Ca' Foscari.