La vita di un uomo è lunga tre cavalli
21-05-2009
di
Federica Albini
Erri De Luca, Tre cavalli, Feltrinelli, 1999
Un libro piccolo (120 pagine), che si può leggere in un paio d’ore, ma merita invece di essere assaporato lentamente. La vita di un uomo, sostiene l’autore, è lunga quanto quella di tre cavalli. E il protagonista del suo racconto, un giardiniere cinquantenne, ne ha già consumata una in Argentina, dove si è recato ragazzo seguendo l’amore e dove ha partecipato per dolore condiviso alla furiosa guerra clandestina contro la dittatura. Nella seconda, forse, ha trovato un nuovo equilibrio, grazie al contatto con la terra, alla lettura e al rapporto con la variegata umanità che lo circonda. Ma, di nuovo, il sangue tornerà a scorrere lungo la sua storia, fecondando l’inizio della terza vita.
Quello che colpisce – e lascia una cicatrice – nella scrittura di De Luca è la sua straordinaria capacità di scavare nelle potenzialità del linguaggio, così a fondo da estrarre l’unico significato possibile della parola che sceglie, il più recondito, ma il solo che abbia titolo per essere lì in quel momento, quasi non aspettasse altro che qualcuno venisse a liberarlo. Così, i romanzi di De Luca sono autentica poesia, capace di evocare gli spiriti che si agitano in lui e – scopriamo leggendo – anche in noi. Un libro da leggere di sera, nel viaggio di ritorno verso casa dopo una giornata di lavoro, perché questo devono fare i libri, portare una persona e non farsi portare da lei, scaricarle il giorno dalla schiena, non aggiungere i propri grammi di carta alle sue vertebre. E poi, leggere di colori e profumi del Sud, durante un viaggio in treno nella piatta e grigia pianura padana, allarga il cuore, culla i “pensieri a dondolo di un passeggero di ferrovia”.
Federica Albini, laurea in filosofia. Ha insegnato negli istituti statali. Nel 1994 lascia il mondo della scuola per avventurarsi nell’editoria. È redattrice in uno studio editoriale. Vive a Piacenza, lavora a Milano.