Caro Domani, milioni di persone non pagano l’Irpef e non pagano i contributi previdenziali e nemmeno la luce di casa perché…
17-06-2010
di
Mario Inella, Agenzia delle Entrate, Milano
Il buon Guerrini (sì, proprio quello che ci ha spiegato che i lavoratori pubblici adesso devono tirare la cinghia perché la crisi addirittura li avrebbe favoriti) ha dovuto subire l’imbarazzante abbraccio pubblico del Gran Capo. Una domanda la vorrei fare al buon Guerrini. Tutti i liberi professionisti, gli artigiani e tutti gli altri lavoratori autonomi deducono dal loro reddito complessivo i loro ingenti contributi previdenziali e assistenziali, le spese per la produzione del reddito (quale?) e altre simili amenità per cui il reddito imponibile è talora pari a zero o si va addirittura a rimborso. In un paese serio questa si chiamerebbe evasione fiscale e sarebbe perseguita come tale. Nel Bel Paese, invece, milioni di persone, per legge – e la cosa tragica è proprio questa -, non pagano l’IRPEF e non pagano i contributi previdenziali e assistenziali, non pagano nemmeno la luce di casa perché rientra nelle sedicenti spese per la produzione del reddito.
Non solo. Questa IRPEF, questi contributi, queste spesucce, le debbo pagare io pur non avendo mai usufruito delle prestazioni professionali di questi signori. Arrivo alla domanda e la pongo nel modo più semplice possibile così la può capire anche il Guerrini. Se, ad esempio, compro da un orafo un bel braccialetto per mia moglie, è giusto che io paghi tutte le componenti che ineriscono al prezzo di vendita. Ma se io non compro nulla perché mai debbo pagare all’orafo – ma vale per tutti i lavoratori autonomi – la sua pensione, la sua sanità, la sua bolletta della luce, il suo computer, i suoi viaggi da diporto più o meno mascherati da viaggi di lavoro, i suoi sedicenti aggiornamenti professionali a convegni dove la cosa più innocente e casta è una bella abbuffata alla facciazza mia?
Chi ha servito l’Erario dello Stato e lo rimpingua con le sue tasse fino all’ultimo centesimo è un fannullone e uno sfruttatore. Chi non paga le tasse è un eroe e un benemerito che fa dell’intrapresa e rischia del “suo” (oddio, sarebbe quello che ha fregato a me e a quelli come me ). Il senso della vergogna non alberga più sotto il cielo d’Italia.