Giovani direttori, giovani nelle orchestre, giovani gli attori, scenografi, registi. L'allegria dei nuovi talenti della Royal Northen College of Music di Manchester (diretta da Roberto Perata) fa capire come il melodramma possa attraversare i secoli senza invecchiare mai
E il giovane Rossini rinasce nel 2000 coi ragazzi del Cantiere di Montepulciano
04-08-2011
di
Caterina Renna
Il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, quest’anno dedicato al suo ideatore, il compositore ottantacinquenne Hans Werner Henze, è un unicum nel genere perché sono i giovani a sostenerlo e alimentarlo con il loro lavoro e il loro entusiasmo: giovani i componenti delle orchestre, gli interpreti, i direttori, gli attori, gli scenografi e i registi. Quelli che in un futuro potranno diventare grossi nomi qui fanno esperienza in un clima da Comune Culturale. Nei dieci giorni del Cantiere si incontrano ragazzi di tutta Europa che animano la vita del paese e ci fanno constatare che è proprio la cultura giovanile che va alimentata perché insostituibile.
In questa atmosfera il 36esimo Cantiere ha chiuso i battenti con la divertente farsa ‘L’occasione fa il ladro’, lavoro di un giovanissimo Rossini che avrebbe senz’altro apprezzato la messa in scena poliziana. Musicata in undici giorni su libretto di Luigi Prividali narra le vicende amorose di due coppie, una buffa e una seria, le cui sorti si sono intrecciate a causa di uno scambio di valigie, con conseguente furto di identità dei proprietari: l’occasione appunto a fare di Parmenione un ladro. Le coppie sembrano doversi capovolgere, ma il simile insegue sempre il simile e le cose alla fine si ricompongono con il doppio ‘giusto’ matrimonio.
Lo spirito frizzante della musica rossiniana non viene mai meno neanche in questo atto unico (qui voluto dividere in due tempi) e, fra autoimprestiti e prestiti di amici (questa volta addirittura di Paganini), viene fuori una burletta serrata e vivacissima. I giovani orchestrali del Royal Northern College of Music di Manchester diretti da Roberto Perata hanno saputo affrontare l’opera con deciso cipiglio; i cantanti sono stati ugualmente valenti soprattutto il soprano Deborah Lynn Cole nel ruolo di Berenice e i due buffi Simon Bailey (Parmenione) e Leonardo Nibbi (il servo Martino). Un plauso speciale alla regista Caterina Panti Liberovici che, non solo ha colto l’animo rossiniano, ma lo ha reso vivo e attuale restituendocelo senza un solo attimo di stasi dimostrandoci che le situazioni comiche o drammatiche sono sempre le stesse per il cuore umano, ma bisogna saperle interpretare e rendere vicine al nostro modo di vedere.
Ultimissimo appuntamento del Cantiere è stata la ‘Sinfonia n. 2 in do minore’ di Gustav Mahler eseguita dall’ottima Orchestra del Royal Northern College of Manchester e diretta dalla sapiente bacchetta del maestro Roland Böer. Nella suggestiva cornice della rinascimentale piazza Grande , fra la facciata incompiuta del Duomo e la torre del Municipio, la ‘Resurrezione’ si è levata come un canto di speranza perché tutti quelli che ancora credono nel futuro della cultura italiana non vengano sopraffatti e delusi.
Caterina Renna è nata e vive a Roma. Giornalista e scrittrice ha sempre pubblicato per le pagine culturali (critica letteraria, teatrale e musicale) de 'Il Tempo' e dell'ormai scomparsa rivista 'La dolce vita'. Dopo una tesi di laurea in critica letteraria sul giallista romano, Augusto De Angelis morto in seguito alle percosse inflittegli dai fascisti, si è appassionata a questo genere 'minore' ed ha scritto un romanzo poliziesco ambientato nella capitale (ora pubblicato online da Feltrinelli) dal titolo 'Cronaca di Roma VI pagina', nonché vari racconti pubblicati da Giulio Perrone Editore. Ha ricevuto una speciale menzione per un suo racconto nell'VIII edizione del Premio Nazionale Narrativa Poliziesca 'Orme Gialle' di Pontedera. Si accinge a completare una serie di racconti dal titolo 'Razzismi' molto in tema con gli avvenimenti odierni.