“Libertà vuol dire avere la possibilità di educare i propri figli liberamente, e liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori”. Così il Presidente del Consiglio lascia allibito il mondo della scuola: non capita spesso vedere una delle massime cariche dello Stato all’attacco della scuola dello Stato. Proteste dalle opposizioni e dagli studenti, il ministro Gelmini nega l’accaduto. Indignazione di insegnanti e sindacati.
È il corollario di quanto sappiamo da sempre: più tagli per tutti, ma soprattutto per la scuola pubblica, che nell’ultimo triennio ha dovuto incassare un taglio drammatico di fondi, classi e insegnanti. Un trend che va avanti fin dall’insediamento dell’esecutivo: fra il 2009 e il 2010 sono state chiuse 295 scuole statali per “razionalizzare” il sistema e contenere la spesa. Le classi tagliate sono state quasi 5mila. Cura da cavallo, poi, per gli organici: tra il 2009 e il 2011 il governo ha messo in conto 87mila cattedre e 45mila Ata (Ausiliari, tecnici e amministrativi) in meno… alla scuola statale è stata imposta una cura dimagrante pari a 8 miliardi di risparmi… l’ultima tranche di tagli (3,1 miliardi), quella più sostanziosa, vale a “decorrere dall’anno 2012″… dal 2008 ad oggi, fatta eccezione per il calo di quest’anno, i fondi per le paritarie sono sempre cresciuti… (quest’anno) A conti fatti le scuole private hanno perso solo il 2%, pari a 10 milioni.
Un interessante confronto fra le posizioni del premier e quelle di Paola Mastrocola è svolto da Giancarlo Cavinato del MCE (Movimento di Cooperazione Educativa).
Il quadro della condizione economica del Paese nel frattempo viene ancora una volta stigmatizzato dal governatore della Banca d’Italia, che lancia l’allarme rispetto ai tassi di sviluppo (1%), alla debolezza della domanda interna, a un assetto normativo inadeguato, e soprattutto rispetto alla condizione dei giovani:
I salari d’ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, in termini reali, sono fermi da oltre un decennio su livelli al di sotto di quelli degli anni Ottanta. E il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 30%. Si accentua la dipendenza, già elevata nel confronto internazionale, dalla ricchezza e dal reddito dei genitori.
Sul tema dell’occupazione giovanile, segnaliamo anche un’inchiesta di studenti dell’università di Parma, secondo cui dopo l’università in media occorrono cinque anni per trovare lavoro, con il corollario di stage non retribuiti e lavori malpagati. Sul fronte dei precari, due notizie arrivano dal decreto milleproroghe: nel 2011 non si applicherà la norma del collegato sul lavoro che fissa a 60 giorni (il 23 gennaio per i rapporti di lavoro antecedenti la sua entrata in vigore) il termine per l’impugnazione dei licenziamenti; inoltre nel maxiemendamento presentato e approvato alla Camera è stata stralciata la norma che prorogava fino al 31 agosto 2012 le graduatorie degli insegnanti precari, su cui si era pronunciata la Corte costituzionale e che prevedeva un vincolo per le supplenze legato alla provincia. Adesso dovrebbe essere garantito l’aggiornamento delle graduatorie e il cambio di provincia.
Fa discutere una notizia che arriva dall’Austria: il ministro dell’istruzione austriaco Claudia Schmied (Partito Socialdemocratico) ha annunciato l’abolizione delle bocciature scolastiche nel suo Paese a partire dal 2012. Così l’Austria intende unirsi ai Paesi europei che già adesso non adottano il sistema della bocciatura: Islanda, Norvegia, Gran Bretagna (e qualcun altro).
Ferve anche la discussione intorno ai test INVALSI. Un chiaro no viene dal Comitato genitori Insegnanti per la difesa della scuola pubblica di Pisa, dai Cobas, una analisi critica viene fatta su ScuolaOggi, perplessità anche da parte degli insegnanti della Gilda, dubbi sulla obbligatorietà della partecipazione. C’è anche chi li usa per farsi pubblicità.
Buone notizie dall’estero. Dalla Svizzera: il Gran Consiglio del Canton Ticino lunedì 21 febbraio 2010 ha approvato una legge che obbliga tutti i Comuni ad assicurare in modo inderogabile la scuola dell’infanzia a tutti i bambini fin dai tre anni d’età. La nuova norma entrerà in vigore dall’anno scolastico 2012/13.
Dagli Stati Uniti. I ministeri sono stati toccati dalla politica di austerità in misura diversa: Energia +18%, Reduci di guerra +11%, Dipartimento di Stato e altri programmi all’estero +8%, Tesoro +4%, Interni invariato, Difesa -3%, Sanità -3%, Casa -3%, Homeland Security (polizia, antiterrorismo) -4%, Lavoro -5%, Trasporti -9%, Agricoltura -14%, Giustizia -25%, Commercio -34%. La sorpresa: Istruzione, +21%. Per Obama ridurre le risorse alla scuola è come “alleggerire un aeroplano troppo pesante eliminando proprio il suo motore”.
Una cattiva notizia arriva da Lido di Camaiore. I fatti sono successi a ottobre ma sono stati resi noti adesso. C’è l’inaugurazione della scuola (elementare e media), alla presenza del ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli. Ma il bidello disabile è meglio non partecipi, la preside chiede che resti a casa. La madre dell’uomo racconta oggi, tra le lacrime, la storia del figlio perché a quell’episodio, che lei definisce vessatorio, ne sono seguiti altri.
Per l’Italia una bella notizia e un esempio di civiltà arriva dagli studenti di una scuola media di Catanzaro: una dirigente impedisce a un ragazzo con handicap di partecipare ad un’escursione allora la classe rifiuta e decide di rinunciare all’attività, pur di evitare discriminazioni.
[da http://lapoesiaelospirito.wordpress.com]
Alessandro Cartoni, Michele Lupo, Giorgio Morale, Roberto Plevano e Lucia Tosi sono i curatori di "Vivalascuola"