La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Buenos Aires, tango, Chopin e Petrarca

21-03-2011

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JULIO CORTÁZAR

DIARIO DI ANDRÉS FAVA

Editore Voland

 

Ancora una volta la casa editrice Voland ha dimostrato una grande sensibilità nei confronti della scrittura di qualità. Infatti, dopo aver pubblicato, nel 2007, Divertimento di Julio Cortázar ora esce in libreria il Diario di Andrés Fava, sempre dello scrittore argentino e sempre nell’ottima traduzione e cura di Paola Tomasinelli.

Iniziato a scrivere nel 1950, ma pubblicato postumo nel 1986, questo breve ma intenso testo è una sorta di specchio in cui Cortázar si riflette e in cui da conto di quel mondo onirico e fantastico che sarà poi alla base dei sui insuperabili racconti.

Un diario che è anche – e soprattutto – raccolta di impressioni, di stimoli, di passioni, di fantasie. Così come contenitore per dare conto delle proprie letture, degli autori più amati, per raccontarsi e per raccontare, senza soluzione di continuità Petrarca o Ellery Queen, Buenos Aires o Parigi, Chopin o Schubert o il tango, Epitteto o Radiguet o Gide.

Un’opera in cui – come sottolineato nell’Introduzione – si respira ancora un alito surrealista, in cui si avverte un costante richiamo alle avanguardie, nelle riflessioni esistenziali esposte con disarmante spontaneità, nella trascrizione di sogni, di frammenti di poesie, di testi di canzoni, di titoli di film e di opere letterarie, nei continui riferimenti a personaggi dell’arte, della letteratura, della storia, con un’attenzione particolare a poeti, scrittori e artisti ostili a qualsiasi forma di incasellamento.

Un libro certamente complesso, ma in cui il lettore può anche lasciarsi trasportare, come ascoltando una sorta di jam session che fa dell’improvvisazione il tema centrale della propria musica.

Un breve, splendido esempio:

Aspettando un autobus a Chacarita. Temporale, cielo basso sul cimitero. Mentre sono in coda rimango a lungo a osservare le fronde degli alberi che precedono il peristilio. Una linea ininterrotta di fronde (il cielo grigio la fa risaltare e la purifica), ondeggia aggraziata come fosse sul bordo delle nuvole. Oltre il peristilio l’enorme angelo si libra tra i contorni dell’albero; sembra poggiare il piede sulle foglie. Un istante di bellezza perfetta, poi grida, salite sull’autobus, andate in fondo, biglietti da quindici o la dieci, la vita. Addio splendide fronde, un giorno riposerò avvolto da quel delicato merletto che mi proteggerà dagli autobus per sempre”…

 

Paolo ColloPaolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.

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