Ipocrisia umanitaria per chi cerca un distintivo di bontà. Ma non succederà nulla. Chi è dentro resta all'inferno e chi fuori spera in un altro indulto che lo aiuti a stare lontano dalla gattabuia. Mancano i soldi e il governo tace
Pietro ANCONA – Buffonate di ferragosto: Dell’Utri e Cosentino in visita alle carceri dei poveri detenuti
23-08-2010Si è conclusa la kermesse degli Oligarchi Politici nelle carceri italiane. È durata tre giorni e pare abbia impegnato “centinaia” di parlamentari e loro disgraziati portaborse. Già da ieri gli Oligarchi sono nei panfili, gioielli veri e propri della cantieristica navale da diporto dotati di tanti confort e di tecnologie ultramoderne, a riprendere le doratissime vacanze. Parentesi: a bordo di uno di questi si trovava il Presidente del Senato quando si è avuta la scossa tellurica nelle Eolie. Il nostro carissimo Schifano si è premurato di recarsi con la “barca” a Lipari per “coordinare” i soccorsi. Immagino che sia già ritornato alle sue occupazioni vacanziere.
Ho letto tutti i resoconti giornalistici della visita dei nostri attempati boy scout capeggiati da Pannella con la consulenza speciale degli On.li Dell’Utri e Cosentino che si sono fatti coinvolgere in questa iniziativa “umanitaria” che testimonia della loro sensibilità sociale.
Si è trattato di una inutile pagliacciata con risvolti amari per i detenuti che si sentiranno abbandonati ancora di più al loro destino sempre più cupo. Le modalità e la pubblicità della visita non hanno fatto altro che acclarare quanto già sapevamo: che le carceri italiane stanno scoppiando perché restringono ventimila detenuti in più della loro capienza e che anche le condizioni delle guardie carcerarie non sono tra le migliori. Servono altri uomini. Dalla visita non è uscita nessuna altra notizia, nessuna novità.
Si presenteranno interrogazioni al Governo. Ma non cambierà niente dal momento che il governo non ha nessuna voglia di cambiare le cose. Peggio stanno i detenuti e più si sente in linea con la politica securitaria di odio per chi sbaglia che ha consentito alla destra di stravincere le elezioni. Anni di martellamento sul tema della sicurezza hanno prodotto una “cultura” ostile alla causa dei carcerati. Basta leggere i commenti che arrivano ai giornali o in internet. Il governo è riuscito a creare un clima nei confronti dei suoi prigionieri che va dall’odio razzista all’indifferenza.
Se sono in galera sono colpevoli. Debbono pagare! Niente è stato fatto dal Ministro Alfano in questi due anni e niente sarà fatto in futuro. Probabilmente si aspetta una crisi umanitaria per fare passare una amnistia, un indulto che saranno studiati accuratamente per essere utili ai grandi criminali colletti bianchi. Un alleggerimento delle pene per tutti si farà soltanto se alcuni personaggi ne potranno fruire. Se non sarà così non se ne farà niente. Probabilmente questo spiega la presenza di Dell’Utri e Cosentino nel blitz ferragostano. I due si prenotano per possibili future “agevolazioni”.
Bastano alcune cifre per avere contezza della inciviltà della condizione dei carcerati italiani. Su quasi settantamila detenuti soltanto la metà sono stati condannati definitivamente. Quindicimila sono in attesa di primo giudizio. I detenuti stranieri sono 25 mila di cui sei mila in attesa del primo giudizio di condanna.
Le carceri sono discariche sociali dei poveri, oramai abbandonate a se stesse. Laddove c’è l’iniziativa di un bravo direttore che ha il coraggio di non stare dentro il rigore mortuario dei regolamenti ed assume una qualche iniziativa sportiva o teatrale i risultati sono entusiasmanti. Ma la condizione generale è quella che ha spinto al suicidio 40 disperati dall’inizio dell’anno.
La visita ferragostana dei parlamentari non fa emergere la verità della condizione reale delle carceri. Non c’è né tempo né spazio né opportunità per una informazione vera, per un bagno di verità. I detenuti e le guardie carcerarie parlano dentro lo schema prefabbricato della visita. Si parla sopratutto
delle condizioni igienico-sanitarie tra le più incivili d’Europa. C’è una semplificazione delle problematiche che vengono ricondotte a due temi: sovraffollamento e carenza di personale.
Ma che cosa c’è davvero dietro le sbarre non lo sappiamo e non lo sapremo mai da queste visite propagandistiche ed improduttive. Ci vuole un diverso esercizio della ispezione parlamentare che in Italia non viene esercitata. Le visite “ispettive” si fanno soltanto a reclusi potenti nel pochissimo tempo che restano in carcere. Ho ancora davanti gli occhi l’indecente processione di onorevoli e alti papaveri alla cella di Sulmona di Ottaviano Del Turco. Lo sguardo di tutti costoro non si sono mai posati sui detenuti “ordinari” di un carcere famigerato per i suoi suicidi. Quasi un suicidio all’anno negli ultimi dieci anni. Salutato l’illustre recluso nessuno si è fermato un istante a parlare con qualcuno dei ristretti. In fretta, in fretta, via.
Le leggi fondamentali che hanno affollato le carceri italiane non saranno abrogate da questo governo. Si tratta della Fini-Giovanardi e delle leggi sulla sicurezza che hanno criminalizzato i sanspapiers. Quasi un terzo della popolazione carceraria è frutto di questi provvedimenti di ingiustizia, di odio di classe, di persecuzione securitaria. Una parte dei detenuti potrebbero essere sfollati attuando pene alternative. Ma potete scommetterci: la popolazione carceraria continuerà ad aumentare e soltanto un grave evento potrà portare all’unica misura che gli Oligarchi hanno in testa: l’amnistia o l’indulto.
E nessuno si azzarda a mettere mano ai regolamenti carcerari che permettono di trattenere a tempo indefinito persone che hanno già scontato la pena e graduano l’afflittività del carcere sulla base di classificazioni di stampo fascista.
Già membro dell'Esecutivo della CGIL e del CNEL, Pietro Ancona, sindacalista, ha partecipato alle lotte per il diritto ad assistenza a pensione di vecchi contadini senza risorse, in quanto vittime del caporalato e del lavoro nero. Segretario della CGIL di Agrigento, fu chiamato da Pio La Torre alla segreteria siciliana. Ha collaborato con Fernando Santi, ultimo grande sindacalista socialista. Restituì la tessera del PSI appena Craxi ne divenne segretario.