Niente di peggio che svegliarsi al mattino e trovare Capezzone in tv, che protesta per essere interrotto mentre interrompeva gli altri. C’è da perdere ogni fiducia nel genere umano (per chi l’avesse mai avuta). In particolare, a “Omnibus”, Capezzone sosteneva la difesa del perseguitato Berlusconi, che deve essere messo in grado di governare, essendo stato eletto dal popolo. Ed essendo stato eletto dal popolo, è inverosimile che abbia commesso qualcosa di male. Né si può tollerare che i magistrati indaghino su di lui e la criminalità. Come ha dichiarato a tutti i tg Quagliarello, a proposito del sottosegretario Cosentino, che rifiuta pure lui di farsi giudicare (e non è neanche stato eletto dal popolo, ma nominato da Berlusconi). “Non si può tollerare che siano i pentiti di mafia a decidere la composizione del governo”, ha spiegato indignato Quagliariello. Giusto. Molto meglio che decida la mafia.
NON C’E’ NIENTE DA RIDERE
Ci risiamo con le smentite istantanee di Berlusconi. I tg non fanno in tempo a dare notizia di una dichiarazione che è già arrivata la ritrattazione. Tanto varrebbe invertire l´ordine dei fattori e mandare prima la smentita e poi la dichiarazione. Stavolta si è trattato dell´oscena definizione di “guerra civile”, che sarebbe in atto contro il governo. E mentre Berlusconi reagisce con questi toni forsennati all´accerchiamento, i berluscloni fanno quel che possono in tutti i talk show per adeguarsi al capo. Non solo i politici, ma anche i giornalisti amici, vanno riempiendo i dibattiti di declamazioni e domande retoriche. Tipo: “Chi può credere che Berlusconi sia il mandante delle stragi di mafia? È ridicolo”. E infatti, in un altro Paese sicuramente riderebbero. Ma noi che abbiamo visto cose al di là del bene e del male, possiamo pensare che, magari il mandante delle stragi no, ma, chissà, potrebbe essere solo l´utilizzatore finale!
Rotondi, brioche riscaldata
Finalmente il ministro Rotondi è riuscito a farsi intervistare dai tg. Più che un uomo, una brioche riscaldata. Ed era ora che inserisse nella babele di insulti quotidiani che rendono frizzante il clima del governo, una nota di concretezza fumante. Sembra di sentire l’odore delle pizzette, dei panini riscaldati e del caffè che riempiono la pausa pranzo degli italiani. Quelli che non sono ancora stati licenziati per effetto della crisi planetaria e della politica del miliardario capo, preoccupato di ben altro che dei problemi dei cittadini. I quali, intanto, se ne sono accorti, come certificano i sondaggi di Pagnoncelli a Ballarò, che il boss sta pensando solo alla salvezza ad personam. Infatti, la performance del governo, analizzata settore per settore, viene bocciata, anche se, nel suo complesso, il gabinetto Berlusconi riesce ancora a rappattumare il suo 51 % di popolarità. Appena un punto prima dell’impopolarità!
Vespa e il coltello nella piaga
La migliore amica di Brenda, la trans assassinata, è stata intervistata da Bruno Vespa con stile a metà tra grande inquisitore e confessore. Domande anche troppo intime, alle quali “China” ha risposto (o non ha risposto) con maggiore delicatezza di quella mostrata dal conduttore. Il quale non si è lasciato scappare l’occasione per allestire un nuovo modellino di scena del delitto, da mettere insieme a quelli degli altri luoghi sanguinosi ricostruiti in passato. Anche se si era trattato finora di villette più o meno lussuose, mentre quello dove è morta Brenda era solo un piccolo squallido monolocale. Sesso, morte e droga sono stati raccontati da China con una certa leggerezza e perfino con pudore, un po’ per autodifesa, e forse anche per effetto della pronuncia vaga e poco comprensibile. Mentre Vespa, nonostante il fare pretesco, non riusciva a nascondere la soddisfazione di girare il coltello nella piaga di chi non ha potere
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.