Cari italiani all’estero, anche Stefania Craxi molla Berlusconi: “Vada via, ma senza la ferocia del ribaltone di 20 anni fa”
16-06-2011
di
Max Bono, Salvador de Bahia (Brasile), direttore rete Cicero per gli italiani nel mondo
Dopo che per anni hanno appoggiato Berlusconi molti dei suoi sostenitori lo stanno lasciando. Stefania Craxi, ad esempio. Quello che mi colpisce è però l’ultima sua frase, che riguarda anche noi italiani all’estero: “Siamo mille miglia lontani dal sentire della gente, degli italiani”.
Stefania Craxi è sottosegretario agli esteri e con il suo compare “Mubarack”-Mantica (sottosegretario) hanno gestito gli italiani all’estero lontani migliaia di mille dalla realtà. Solo ora se ne accorgono? E neanche mollano la poltrona? Cicero è per una politica che spazzi via tutti quelli che nell’area degli italiani all’estero, li hanno sfruttati e umiliati, tanto nel governo che nell’opposizione.
Ecco cosa dice Stefania a Cruciani, rubrica La Zanzara, Radio 24 (proprietà Sole 24 Ore, Confindustria):
“Un ciclo è finito. Anche se a mio avviso non si deve dimettere subito, Berlusconi comunque nel 2013 non dovrebbe ricandidarsi. Ci sono dei limiti d’età un ciclo politico ha un inizio e una fine. Lui secondo me ora dovrebbe uscire di scena in un modo dignitoso: il governo faccia le riforme, riscriva le regole e allarghi anche all’opposizione attraverso una costituente. Dopo Berlusconi, comunque a mio avviso il Pdl, che è un partito per natura carismatico, scomparirà e si ridefinirà tutto il sistema politico. Oggi mi pare siamo tornati al clima del 92-94, spero però di vedere meno ferocia. Bisogna ragionare sulla classe dirigente e la nomina di Alfano, primo e nuovo segretario del Pdl, segretario non è stato un esempio di come si dovrebbero scegliere i dirigenti. Oggi si viene nominati per favore del potente di turno come Nicole Minetti. Anch’io sono stata nominata perché sono la figlia di Craxi ma non è così che si entra in politica. Potrei lasciare Pdl e Governo. Nel giorno in cui farò una cosa farò anche l’altra. Non fa ridere la scena del primo ministro che parla del bunga bunga alla conferenza stampa con Netanyahu. Siamo mille miglia lontani dal sentire della gente, degli italiani: anche questo secondo me ha contribuito alle sconfitte delle amministrative e del referendum.