Caro Domani, i leghisti non pagano le tasse
06-10-2011
di
Donatella Solmi, casalinga, Parma
Preparo la mia vecchia casa all’inverno, spifferi dalle finestre che vanno sigillati ed ho chiamato gli artigiani che sanno farlo. Arriva un signore simpatico col suo bombolino di silicone. E si mette al lavoro: sette finestre. Intanto parla. Chiede se domenica ho visto la TV locale, appariva fra gli invitati all’inaugurazione della nuova sede del Carroccio. Non tante gente: ospite d’onore la signora onorevole che in parlamento fa da badante a Umberto Bossi.
L’aggiustatore di finestre è leghista della prima ora. Ha lasciato la Cgil per la Lega “ma i principi non sono cambiati”. Sempre con Bossi? Ne spiega la grandezza: ha inventato la straordinaria novità politica che prova a cambiare l’Italia. L’ha inventata ma adesso basta. Maroni dà più fiducia: moderno, colto, un vero politico. La Lega deve voltare pagina e lasciar perdere Berlusconi. Quasi quasi mi convince, si fa per dire. Ma al momento di pagare il lavoro di due ore, cominciano i dubbi. 180 euro. Non le sembrano troppi? Ma no, è il prezzo giusto, risponde. Ecco i soldi, mi dia la fattura. “Andiamo signora”, sorriso allegra di complicità. “La fattura ormai no”.
Se ne è andato con la stessa gentilezza, soldi in tasca dei quali il fisco non saprà mai. Aveva due altri appuntamenti, non so quale lavoro, ma lui silicona finestre. Su quante finestre oggi non pagherà le tasse?