Caro Domani, il mio capuccino da oggi costa 20 centesimi in più: il Cavaliere, le sue escort e i suoi avvocati non se ne accorgono, io impiegata precaria sto scoppiando
19-09-2011
di
Miranda Ceresa Gandini, impiegata precaria, Roma
Stamattina, prima domenica dell’Iva aumentata di un punto, il capuccino costa 20 centesimi in più. Guadagno 1.080 euro al mese, nette. Sono separata con un bambino di 11 anni e voi capite che la scoperta di pagare il mio adorato capuccino del mattino 20 centesimi in più, gli stessi 20 centesimi in più che pagano Berlusconi, i calciatori della Roma, Diego Della Valle, Giorgio Armani, l’ex ministro Scajola, Antonella Clerici, la signora Sanatanché, Vittorio Sgarbi e i nababbi che d’estate vanno in Sardegna con barche con bandiere esotiche, ebbene questa idea ni ha tolto il piacere di gustare il solo lusso della giornata. Sto pensando allo zainetto nuovo per andare a scuola da comperare al bambino: altri euro che l’Iva aggiunge al costo già gravoso. Li aggiunge a me, a Berlusconi, a Diego Della Valle, ai calciatori di Milan e Juventus, al direttore del Tg1, in somma a tutti coloro che nemmeno se ne accorgono mentre io com incio a rifare conti i conti della pizza del sabato del mio ragazzo perché almeno una pizza assieme agli amici e alle madri degli amici pensavo di potermela permettere. E quando vedo Calderoli sorridente che dice che la manovra per salvare l’Italia è una manovra equilibrata che tierne conto dei più deboli e salva i pensionati mi vien voglia di spaccare il televisore. Ho un padre e una madre pensionati: in due raccolgono 1248 euro al mese e sono loro a darmi una mano. Ma sono anche loro a pagare il capuccino, la pizza, le scarpe l’un per cento in più come Berlusconi e le sue bande. Come è successo nel passaggio lira-euro, i commercianti gonfieranno i prezzi, i benzinai daranno la colpa alle “accise”, tutti ingrasseranno ma noi no. Non so se lo sopporterò.