Caro Domani, il rettore della Sapienza (che un anno fa accoglieva con ammirazione Gheddafi), dà dei “coglioni” agli studenti che non sanno rispondere al quiz sulla “grattachecca”. In che mani è la cultura italiana?
12-09-2011
di
Ezio Pelino, "Ateismo e Libertà", Sulmona
Per il Rettore della Sapienza gli studenti che hanno trovato difficoltà a rispondere alle domande quiz sulla grattachecca e altre amenità sono dei “coglioni”. Una volta un linguaggio così triviale si attribuiva ai carrettieri. Oggi che i carrettieri non ci sono più il trivio è salito ai piani alti della società, sdoganato dal premier e dalle sue televisioni. Allora il Rettore era “Il Magnifico”, una figura veneranda, alla quale noi studenti ci rivolgevamo con timore e tremore. Il Rettore della Sapienza non è nuovo ad uscite del genere. Ricevette in pompa magna all’università Gheddafi e gli espresse pubblicamente ammirazione per le sue belle amazzoni, aggiungendo che doveva contenersi per la presenza della moglie. Aveva intuito l’uso che ne faceva il tiranno e ne provava invidia. È lo stesso Rettore che ha sistemato nel suo Ateneo tutta la sua famiglia: dalla consorte ai figli. Il suo colpo d’ala fu l’invito al papa ad inaugurare l’anno accademico, come se invece di una università statale e laica, fosse una scuoletta confessionale. Provocò una sollevazione studentesca.
Se si pensa che la sua è una carica elettiva, votata dal Senato Accademico, viene da domandarsi in che mani sia la cultura italiana.