Caro Domani, le mafie sono tra noi, al nord, e anche se i sindaci negano sono i cittadini che per primi se ne devono rendere conto
22-12-2011
di
Corrado Baffi, Piacenza, bibliotecario
Caro Domani, le ultime tre settimane, tra le tante notizie che i giornali ci hanno dato, ce ne sono alcune che credo meritino particolare attenzione: la presenza delle mafia al nord. Per citarne solo alcune, i sequestri del “tesoro” dei clan dei casalesi hanno riguardato praticamente tutta l’Emilia Romagna (Parma, Reggio, la provincia di Bologna, quella di Rimini). I complici del boss Michele Zagaria vengono cercati a nord e solo un paio di giorni fa, a partire da Aosta, sono stati individuati personaggi che, per conto della ‘ndrangheta, taglieggiavano imprenditori che si occupano di edilizia e archeologia.
Eppure, ogni volta che un blitz di magistratura e forze dell’ordine finisce sulle pagine dei quotidiani, c’è chi si stupisce. Un sindaco della provincia bolognese se ‘è presa con i cronisti sostenendo che devono smetterla di dire che il suo territorio è infiltrato. Ma, mi chiedo, com’è possibile che ancora oggi si possa addossare la “colpa” della presenza delle mafie al nord a chi le racconta? Questo sindaco, così come molti suoi colleghi, dovrebbe interrogare prima se stesso. E rispondersi con franchezza. Il quesito è semplice: è davvero sicuro che la zona che governa sia da considerare franca? Non avrà qualche colpa, almeno di omissione?
Ecco, credo che per combattere le mafie occorra prima di tutto passare da sé e tenere gli occhi aperti. Guardando, forse c’è caso di vedere certi fenomeni prima che i magistrati emettano mandati di cattura e che i giornalisti li riportino. Un po’ più di responsabilità collettiva non guasterebbe.