Il titolo di Cavaliere ha una connotazione elevata, ha attraversato la storia senza macchia. Compiva imprese coraggiose salvando fanciulle in difficoltà. Fino a ieri era il titolo che premiava la nobiltà interiore o il lavoro per il bene comune. Lei crede che il nostro presidente del Consiglio incarni queste virtù?
Caro presidente Napolitano, tolga il titolo di Cavaliere al presidente Berlusconi
24-06-2010
di
Vincenzo De Florio, italiano residente all'estero
Mi chiamo Enzo, sono un italiano che vive all’estero da quasi 13 anni. Sto assistendo come tutti agli avvenimenti della nostra Italia, mortificato da questa sua involuzione soprattutto sociale, tanto più grande se si considera la grandezza dei nostri Padri, le vette del nostro passato in tutti i campi dell’umano scibile e dell’Arte, la nostra meravigliosa lingua italiana — senza dubbio la più bella, con la quale tanti grandi pensieri e tanta poesia sono stati formulati.
Le scrivo per chiederle un segno concreto; piccolo ma potente e significativo. Le spiego subito. Come sa, il termine “cavaliere” ha in sé una connotazione nobile, che rimanda ad altri tempi nei quali concetti oggi bistrattati e vilipesi, come verità e giustizia, quanto meno avevano un loro peso ideale. Il cavaliere era “senza macchia”, era purezza, coraggio; era chi si imbarcava in imprese coraggiose pur di salvare la fanciulla in difficoltà, o per riparare un torto. Fino a ieri cavaliere era un titolo che riguardava la nobiltà interiore, o il lavoro profuso per anni per il bene comune.
Mio nonno, vecchio comunista incallito che come me adesso aveva l’abitudine di scrivere delle lettere di sdegno e protesta ai Presidenti suoi predecessori, mio nonno dicevo era cavaliere del lavoro: una vita passata in ferrovia, a lavorare veramente, duramente, per cose che ancor oggi servono il nostro popolo, come appunto le linee ferroviarie del nostro Paese. Ma pensare a mio nonno e poi guardare ad altri esempi di “cavalieri” di oggi… Arrivo dunque al mio appello: Le chiedo con tutto il cuore un segno concreto che dica a tutti noi che questi valori oggi calpestati in realtà sono la struttura fondamentale della nostra società; struttura senza la quale il significato stesso di “popolo” viene meno. La prego signor Presidente, dia questo segno concreto e tolga il titolo di cavaliere a Silvio
Berlusconi.
Con fiducia e speranza.
(Lettera inviata a presidenza.repubblica@quirinale.it il 7 giugno 2009. Nessuna risposta)