Grazie alle “intercettazioni telefoniche”, quelle frivole si intende, non quelle pericolose, grazie a queste “personali” appunto, abbiamo sentito cose da pazzi. Onorevoli che telefonavano a produttori tv e cinematografici per “piazzare” persone, per lo più donne e per lo più veline, e la natura dello scambio di favore la lascio alla vostra immaginazione. Telefonate di onorevoli che indicano a direttori di rete quali programmi e quali personaggi sono da “epurare” poiché fastidiosi per la “democrazia dittatoriale”. Ma quello che non sapete, cari lettori, è che questo sistema esiste da decenni e si è ingigantito paurosamente, facendo sì che lo spettacolo sia ormai di fatto una della braccia esecutive del potere dittatoriale. E non vale solo per l’Italia: è così un po’ in tutto il mondo, anche se è certo che in Italia è proprio lampante, ma si sa che a noi piace la vistosa ostentazione.
È una macchina perfetta, pressione delle gomme a posto, acqua olio e benzina non mancano mai, ci sono migliaia di meccanici e carrozzieri sempre pronti. Così come in tutti gli apparati di grande mole hanno i loro manager, vedi Telecom, banche per fare un paio di esempi, anche lo spettacolo ha i suoi manager, gente senza il minimo scrupolo che gestisce i burattini di questo grande teatro della rovina. Uno di questi è il noto produttore Bidi Ballandi, del quale non si trova molto in rete, quasi niente, tutto minuziosamente criptato. Si fa fatica persino a sapere che esiste, ma eccome se esiste. Il 70% dei personaggi che ruotano in tv e sui grandi schermi fanno parte della sua scuderia: Albanese, Fiorello, Hunziker, Baudo, Carlucci, Filiberto e tantissimi altri. Cominciate a capire?
Ballandi ha una marea di società attraverso le quali con una produce con l’altra fattura e con un’altra gira il becchime a chi di dovere. E così via senza fine e senza alcuna possibilità di essere puntato. D’altronde si chiama Ballandi e sa “ballare” talmente bene che è proprietario dei diritti di uno dei programmi più noti della RAI “Ballando con stelle”. Che cosa spiritosa.
Del Noce, chi non conosce Del Noce? Quello che si accordò con la Ballandi Entartaenement per quel famoso Sanremo che vide in qualità di conduttori Baudo e la Hunziker, quello stesso Sanremo il quale ospite meraviglioso fu Fiorello, quello stesso Sanremo che costò qualcosina come 80 milioni di euro dei contribuenti. Quanto diventò ricco Del Noce in una sola botta? E lì purtroppo non si vedono dalla dichiarazione dei redditi. È una partita a porte chiuse che giocano tra di loro, e gli spettatori hanno l’unico silenzioso compito di guardare e pagare, in tutti i sensi. Fanno bene: ci sono malattie come l’ignoranza che vanno curate con la purga.
Si fa un gran parlare della Grecia in questi giorni, gli scongiuri si sprecano, le similitudini non contano. Eppure la situazione italiana è di gran lunga peggiore, specie a livello economico. Basti pensare che il nostro debito pubblico è oltre il triplo di quello Greco. È l’Argentina però che ci assomiglia di più. Prima del suo default l’Argentina aveva l’identico andazzo, giocolieri e saltimbanchi, mignotte e prestigiatori, erano finiti nei posti chiave delle banche, della tv, del governo, il tasso di corruzione era alle stelle e tutto questo mi ricorda un paese a forma di stivale bucato. L’epilogo argentino noi lo abbiamo captato, ma loro lo stanno ancora vivendo, anche se nessuno ne parla più, perché noi siamo un popolo che dimentica con grande facilità, sempre grazie al meraviglioso mondo dello spettacolo che ci aiuta a riposare sonni beati tra un reality e un paio di tette, una partita e un gioco a premi. Magnifico.
La Merkel si è messa di traverso per un intero mese, le ha provate tutte per non dare soldi alla Grecia, ha persino dichiarato (da buona tedesca) che il denaro bisognava andarlo a riprendere da chi lo aveva rubato, da quei politici che avevano gestito l’opera pubblica intascandosi ogni bene. Ma poi ha dovuto capitolare davanti al mondo intero, avrebbe fatto la figura della “cattiva”. Quindi ha radunato il popolo tedesco e insieme “democraticamente” hanno convenuto che era giusto dare una mano alla Grecia. Ora su chi beneficerà dell’aiuto non lo starò nemmeno a dire, perché si innescherebbe un’altra polemica a mo’ di anatema a 360° e perché i poveracci rimarranno tali. Anzi, sprofonderanno ancora di più, questo perché il governo greco ha già varato una serie di provvedimenti come ad esempio il taglio delle pensioni e il dimezzare lo stipendio a chi ancora lo ha, nonché una serie di ulteriori licenziamenti di massa. Perciò lascio a voi immaginare come sarà roseo il futuro di questo paese. I soldi degli aiuti andranno alle banche e quindi addio monetine.
In Italia invece siamo “sereni”. È sereno Scajola, che se magari ce lo diceva che era senza casa potevamo fare una colletta con assegni post datati a babbo morto. Ma soprattutto è sereno Tremonti, che ha stabilito “Lui” di dare 5 miliardi e mezzo di aiuti alla Grecia. La Merkel ha intervistato il popolo, Tremonti non ci ha fatto sapere un cazzo, ha deciso tutto “Lui” da solo, come al solito ha offerto una cena spaventosa lasciando il conto da pagare ai coglioni di turno. È una chiara usanza politica. Ma sì, dai… Noi siamo buoni e non badiamo a spese, tanto più che non lo paga mica la politica questo omaggio. No, lo paghiamo noi, sì, proprio noi, ma con quali sodi? Siamo già indebitati per le prossime 5 generazioni. Abbiamo il più alto tasso di disoccupazione d’Europa, anche se dicono che non è vero. Oltre 10 milioni di nuovi poveri anche se non lo dicono. Sugli 8 milioni di lavoratori in nero silenzio. Gli economisti sostengono che il tracollo italiano sarà peggiore di quello Greco e Argentino messi insieme, ma sono stronzate. Pessimisti.
Il mondo intero non sa niente di niente. Non sa che noi siamo un popolo felice, un popolo in attesa di chi vincerà il campionato di calcio, la coppa Italia, la Champions. Siamo un popolo in attesa di sapere chi riuscirà a spuntarla dall’isola e che stanno per iniziare le selezioni del grande fratello 15. Il mondo non sa che noi abbiamo un sacco di “amici” in tv, abbiamo il decoder incorporato. Il mondo non sa che il nipote del monarca che ci ha fottuto miliardi ed è scappato, conduce un programma televisivo ed è considerato una star nello stesso paese ripulito dai suoi antenati. Il mondo non sa che il nostro governo racconta una marea di puttanate e che gli unici ammortizzatori sociali sono stati dati alle banche, le stesse banche gestite da parenti e amici del governo.
Ho scherzato, non è vero che il mondo non sa. Tutto questo lo sa benissimo e è proprio perché lo sa che ride di noi: ci vede per quello che siamo, ci vede come il paese di coloro che sull’orlo del baratro riesce anche con un piede solo a ballare con le stelle.
Cantautore paroliere con oltre 70 canzoni edite. Collaboratore in studio negli arrangiamenti di svariati interpreti nazionali ed internazionali. Autore delle opere: “Nati per sempre” (1991), “Notte di San Lorenzo” (1992), “Ricorderemo” (1992), Post Of Sedicianni Album (1993), “La macchina del tempo” (1996), “La mia follia” (1997), “Un canto nel silenzio” (2003), “Pitililli” Album (2006), “Panico” (2007), “Mani di Gomma” (2007), “Guerra dei Boveri” (2008), “Misero dentro” (2008).