"Io, prete sposato, ho rapporti di amicizia con Podestà, ex arcivescovo di Buenos Aires regolarmente ammogliato, non con monsignor Milingo che non mi piace. Raccoglie le simpatie di buona parte dei sacerdoti africani che non hanno simpatia per il celibato. La stessa Chiesa ricorda che il celibato è stato introdotto tardivamente nella Chiesa romana, mentre i preti di rito orientale continuano a prendere moglie. Allora…"
Se il mio parroco si sposa
05-05-2010
di
Antonio Corsello
Si è fatto un gran chiasso sul matrimonio dei mons. Milingo e sulla consacrazione come vescovi di quattro preti sposati, consacrazione non autorizzata dal Vaticano. Evidentemente è un gesto ribelle dell’arcivescovo africano contro il celibato eclesiastico. Non è il primo e non sarà l’ultimo.
Io, prete sposato, non mi sento affatto rappresentato da mons. Milingo. Ho già rapporti di amicizia con Podestà ex arcivescovo di Buenos Aires, regolarmente sposato e che partecipava a tutti i nostri convegni in Italia. Nel comportamento di mons. Milingo non ci vedo nulla di edificante, anzi sotto molti aspetti lo ritengo molto equivoco. Intanto non mi ha mai convinto il suo agire istrionico tipicamente africano. Si dice che Milingo ha un forte seguito nell’ambiente africano. Ma si sapeva già da un pezzo che buona parte dei preti africani non sente alcuna simpatia per il celibato ecclesiastico perché in Africa non si concepisce un uomo non sposato. Mons. Milingo si era specializzato come esorcista ed a lui accorrevano a migliaia le persone che volevano essere liberate da spiriti maligni.
Nacquero dei contrasti che il Vaticano si illuse di poter risolvere richiamando il Italia l’arcivescovo esorcista. Ma anche in Italia le sue riunioni attiravano migliaia di fedeli. Non pochi esultavano per essere stati liberati dal demonio. Nel 2001, mi pare, Milingo saltava il fosso: si recava negli Stati Uniti dove aderiva alla setta del miliardario reverendo Moon che organizzava matrimoni in grande stile. Milingo si sposò solennemente con una donna sudcoreana. Giovanni Paolo II fece sforzi sovrumani per ricondurlo all’ovile. Milingo, pentito, abbandonò la moglie e ritornò alla casa del padre.
Fu destinato a risiedere a Zagarolo, un piccolo paese vicino a Roma dove egli continuò ad operare i suoi strani esorcismi che tuttavia richiamavano centinaia di fedeli. Ora nuovamente la rottura con l’adesione ai preti sposati d’America e con la consacrazione dei quattro vescovi. Commovente la dichiarazione di Milingo di voler restare nella Chiesa Cattolica. Ma lui e non pochi altri preti sposati non hanno ancora capito che il matrimonio dei preti è una questione del tutto marginale. Che senso ha tornare a far parte dei ranghi privilegiati del clero con la moglie accanto, se la Chiesa resta, come ora, lontana dallo spirito evangelico. La stessa Chiesa riconosce che il celibato è solo una legge introdotta tardivamente nella Chiesa Romana, mentre i preti cattolici di rito orientale continuano regolarmente a sposarsi, anche se devono farlo alcuni mesi prima della consacrazione sacerdotale.
Ben altre sono le questioni da affrontare. E prima di tutto c’è da discutere sul dogma della divina ispirazione della Bibbia. La Chiesa, sulla scia del pensiero ebraico, ha solennemente dichiarato che la Bibbia è stata scritta sotto l’ispirazione dello Spirito Santo il quale è “ l’autore che ha fatto scrivere tutte e soltanto quelle cose che Egli voleva fossero scritte”. E così ha fatto scrivere la storiella del peccato originale nel quale Dio si fa vanificare i suoi divini disegni dal demonio, sua creatura. Ha fatto scrivere che Dio ha commesso il peccato di chiedere ad Abramo di uccidere l’unico figlio. Nella Bibbia troviamo ancora che il padrone può uccidere a bastonate lo schiavo, il quale, se dura uno o due giorni, non deve essere vendicato perché è “denaro” del suo padrone. Io affermo solennemente che tutte le religioni, compresa la Chiesa Cattolica, che hanno accettato la schiavitù, sono false e oppio dei popoli perché Dio creatore non accetterà mai e poi mai che una sua creatura possa diventare schiava di un altro uomo. E c’è dell’altro. Scelgo fior da fiore. “Non può entrare nell’assemblea del popolo di Dio chi ha i testicoli contusi e il membro virile mutilato”; il popolo ebraico è prediletto da Dio (la storia ha ampiamente dimostrato proprio il contrario); Dio comanda di lapidare un uomo reo solo di aver raccolto legna il giorno di sabato; Dio ordina di tagliare la mano a quella donna che, mentre liberava il marito dalle grinfie dell’aggressore, si era aggrappata “alle sue parti vergognose”; viene comminata la morte agli omosessuali, Dio ordina l’eccidio dei popoli nemici; la Sacra Scrittura esalta lo sterminio di 450 sacerdoti del falso dio Baal dopo il miracoloso fuoco sceso dal cielo.
Mille altri esempi si potrebbero addurre tutti in contrasto insanabile con la ragione umana. Ma a che serve? E’ un mistero: come mai nel corso dei secoli illustri uomini di pensiero, biblisti, santi, vescovi e papi non hanno percepito l’insanabile contrasto di non pochi passi biblici con il comune buonsenso? Come mai ci siamo tanto allontanati dal genuino messaggio di Gesù Cristo?
Antonio Corsello, ex sacerdote, vive e scrive a Gela, Sicilia Orientale