Domani se ne va mentre dondolo sul mio treno di pendolare: “i libri insegnano i ricordi”
30-12-2011
di
Federica Albini
Di giorno parlava di libri. “Conoscevano le mie pene, i bisogni, gli scontenti. In ognuno di loro c’era una frase, una lettera che era stata scritta solo per me. Sono stati la vita seconda, che insegna a correggere il passato, a dargli una presenza di spirito che allora non ebbe, a dargli un’altra possibilità. I libri insegnano i ricordi, li fanno camminare. Li ho letti per intero, non ne ho lasciato nessuno a mezzo, per quanto fosse deludente o presuntuoso l’ho seguito fino all’ultima linea. Perché è stato bello per me girare la pagina letta e portare lo sguardo in alto a sinistra, dove la storia continuava. Ho girato il foglio sempre alla svelta per proseguire da quel primo rigo, in alto a sinistra. I libri sono un carattere ereditario e credo di avertelo trasmesso. Non li ami come me, sei esigente, cerchi tra essi le pagine che restano incise nella memoria, infilzate come farfalle. Ma non dire che le altre, le dimenticate, sono da non leggere. Ami le pagine assolute, le necessarie, al riparo dai gusti. Ma i libri siamo noi, gente che si ammala, si sfilaccia, ingiallisce e viene dimenticata. Sono a immagine della nostra vita. Ama un poco anche i libri del tuo tempo…”» (Erri De Luca, “In alto a sinistra”).
Mi piace concludere l’esperienza di “Da leggere in treno” così come l’avevo iniziata, da un libro di Erri De Luca. Per amore dichiarato, ovviamente, ma soprattutto perché non avrei mai saputo trovare parole altrettanto efficaci per dire di questa mia piccola e arruffata collaborazione con Domani. Che per me è stata la preziosa e inusitata occasione per cercare un altro punto di contatto con quanti vivono la non invidiabile condizione di pendolare; un modo per dire che il pellegrinaggio forzato può diventare qualcosa di diverso dall’ingombro tra due mete e che il tempo in sovrappiù elargito controvoglia a Trenitalia – l’inevitabile tara al peso netto del viaggio – può trasformarsi in un momento fecondo.
Viaggiare in compagnia di un libro è una maniera per non piegarsi al percorso obbligato dei binari, per scartare di lato a cercare la misura del proprio tempo, quello solo che ci è stato assegnato e che la nostra antologia deve aiutarci ad abitare. Ai tanti lettori che hanno frequentato Domani e “Da leggere in treno” un arrivederci, chissà quando e chissà come, ma certamente là, in alto a sinistra.
Federica Albini, laurea in filosofia. Ha insegnato negli istituti statali. Nel 1994 lascia il mondo della scuola per avventurarsi nell’editoria. È redattrice in uno studio editoriale. Vive a Piacenza, lavora a Milano.