Si parla molto dell’italiano di Mike, che ha imposto attraverso la tv una lingua ‘basica’. Ma era pur sempre la lingua italiana, quella del ‘Bel Paese dove il sì suona’. Oggi invece siamo allo strazio continuo. Maroni (che è colpevole di ben altri strazi), parla di ‘attenzionare’ e tutto il barbaro formulario bossiano viene esaltato nella centrifuga leghista; dalla quadra alla tempistica, fino alle porcate vantate da Calderoli. E ieri, ad Omnibus, un certo Garavaglia si è esibito in questo orrido incipit: ‘Parliamo terra terra, che così ci capiscono tutti’. Come se tutti dovessero essere, chissà perché, più stupidi di lui. De resto, l’esempio viene dall’alto, anzi dal basso Berlusconi, che tratta gli spettatori da cretini, facendo con le parole il gioco delle tre carte. Così, un dissidio diventa ‘un fraintendimento’, (perché anche Fini è ‘terra terra’) e invece Berlusconi, che è un genio, non sapeva che le escort erano pagate. Credeva fosse amore.
I capelli di Mike
La Tv non è mai stata piena di Mike come ora. Vanno in onda i filmati di quando era giovane e belloccio, di quando aveva un sacco di capelli cotonati. E vanno in onda ancora i ricordi di chi lo ha conosciuto. E tutti quelli che raccontano sorridono, come probabilmente sorride il pubblico a casa. Forse perché Mike era un uomo privo del sen so del tragico, non incapace di asprezze se qualcuno sgarrava sul lavoro, ma portato a superarle. Ora c’è chi dice che Mike e Berlusconi, per aver creato insieme la tv commerciale, si somigliavano. Ma non è vero. E una cosa possiamo testimoniare: Mike Bongiono non ha mai discriminato l’Unità., anche quando lo abbiamo criticato. Così come rispettava quelli che lavoravano nei suoi programmi e non avrebbe mai licenziato qualcuno senza nemmeno dirglielo come ha fatto Berlusconi con lui. Perché Mike era vero, come anche i capelli che gli erano rimasti erano veri.
Italia donna di bordello
Dopo aver sentito Berlusconi proclamarsi il migliore presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni, cioè di tutta la nostra storia d’Italia, sono tante le preoccupazioni che si affollano nella testa di tutte le persone normali. Anzitutto sono sorge spontanea una domanda, oltre le dieci di repubblica ( e sperando che questa undicesima non ci costi un’altra querela ): ma Berlusconi ci è o ci fa ? Infatti non si capisce perché, uno che, direbbero i giovani, è fuori come uno zerbino, si limita negli ultimi 150 anni, visto che l’ Italia è unita dal 1861, ma l’idea d’ Italia è molto più antica . Tanto che il padre Dante, ai suoi tempi, ne lamentava già il degrado, inveendo contro la “ serva Italia di dolore ostello, non donna di province, ma donna di bordello “. Un’idea e una pratica, come si vede, vicine a quelle di Berlusconi, il quale, però, al contrario di Giulio Cesare, preferisce essere secondo a Roma, dopo Bossi.
Frattini e le ragazze del Cavaliere
Frattini, ormai, più che ministro degli esteri, della Repubblica italiana sembra l’incaricato alle gaffe internazionali di Berlusconi.E così risulta ancor meno credibile di quando firmò la legge ad personam per regolare gli interessi del boss, salvaguardando gli interessi e negando il conflitto. In questi giorni ha invece negato che Zapatero fosse in imbarazzo durante le volgari sparate antifemministe di Berlusconi a La Maddalena. Eppure tutti quanti abbiamo visto l’espressione del premier spagnolo che ci ha ricordato per un attimo quella di Fini al parlamento europeo si esibiva nel numero del “ kapò “. La faccia era parlante anche se Zapatero era muto. Infatti Frattini si è poi dovuto inventare che l’imbarazzo, semmai, sarebbe stato provocato dalla domanda del giornalista spagnolo ( ndr: giri di escort, ecc ) e non dalla risposta di Berlusconi. Ma se le domande sono imbarazzanti, quanto lo sono i fatti.
Quasi tutti i giornali sono comunisti
Statistiche. L’80% degli italiani si informa attraverso la tv e, siccome la tv trascura forse l’80 % delle cose che succedono e il 100 % di quelle che danno fastidio al boss, ogni volta che sentiamo in onda una notizia nuova, facciamo salti di gioia. Così, per esempio, ieri mattina ad Omnibus abbiano scoperto che il giornalista Bechis, con la sua faccia irsuta un po’ da Gamba di legno, è di una onestà spericolata. Infatti ha dichiarato in diretta che la privacy del presidente del consiglio non può essere invocata per limitare il diritto di cronaca perché non esiste proprio. Ben detto. L’argomento del giorno, in realtà, era Fini, coi suoi progetti per il futuro contrastati in primis dai suoi ex colonnelli, quasi tutti conquistati da Berlusconi a colpi di ideali sonanti, come Dio, patria e famiglia. Mentre noi comunisti, che siamo un’infima minoranza, teniamo in pugno il 90 % dei giornali italiani, compreso il Secolo d’Italia. E chiamaci scemi.
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.