Si sa che il talento è un dono naturale. Il talento è quel qualcosa in più che hai dalla nascita e che fa parte del tuo Dna a prescindere, sia che tu riesca a sfruttarlo sia che nessuno te ne dia l’opportunità. Il mondo è pieno di talenti, nella scienza, nel lavoro, in politica, nella letteratura e anche nella musica. Una volta infatti si cercavano i talenti, era come addentrarsi in una miniera per cercare l’oro o le pietre preziose, qualche volta trovavi la vena giusta, l’anno giusto, il periodo giusto, e scoprivi di avere nella tua nazione uno, tre, cinque grandi scienziati, sette “buoni” uomini politici, oppure venti, trenta grandi scrittori e perché no, cento artisti e mille cantanti. Le nazioni prosperavano.
Visto l’andazzo della pochezza qualitativa ormai in tutti i settori, viene da chiedersi se per caso si siano effettivamente esaurite le “vene”, i filoni, e se gli anni e i periodi giusti non si siano più presentati da decenni. Possiamo serenamente dire di no.
Talenti ce ne sarebbero di più di una volta, le risorse però scarseggiano e quindi a un certo punto qualcuno ha pensato bene di spartirsi la torta anziché in tante piccole fette, in poche ma decisamente grandi. Così un bel giorno hanno chiuso le miniere e hanno aperto le stalle fatiscenti dove all’interno c’erano e ci sono ronzini di ogni sorta, “zero tituli”, zero talento e senza nessun bagaglio culturale tale da essere considerato “prezioso”. Ma allora i ronzini cos’avevano e cos’hanno di diverso dai talenti? Cos’hanno queste “scamorze” di tanto importante da scavalcare le selezioni “naturali” dettate dal talento ed essere portati in trionfo come fossero tanti “piccoli Garibaldini”?
La domanda potrebbe sembrare complessa e la risposta avere mille sfaccettature, ma in realtà è molto più semplice di quello che si pensa, poiché tutto si racchiude nella “grande famiglia Italia”.
Il nostro paese nell’ultimo ventennio si è nettamente diviso in due, proprio come se vi fosse un muro, una barriera invisibile tra chi può e chi non può o “non deve”. Tutto ma veramente tutto è una lobby, e non è un caso se le “menti geniali” sono costrette a scappare all’estero per avere soddisfazioni, e non è un caso nemmeno se in politica l’80% dei “personaggi sono “over 65” alcuni dei quali molto over. In letteratura quelli che una volta erano puramente “scrittori” oggi devono di fatto passare attraverso la casta del giornalismo lottizzato per avere un minimo di considerazione, scrivendo perciò il più delle volte quello che fa comodo all’editore di turno che a sua volta è senza ombra di dubbio “politicizzato”.
In musica e nell’arte in generale conviene stendere un velo pietoso. Sulle dorate poltrone vacanti lasciate dai De Andrè, Battisti, Endrigo, Lauzi, Mia Martini per citarne alcuni, si sono seduti i vari Grignani, Ferro, Carta e tutta la “raccolta differenziata” di chi più ne ha più ne metta. Un altro esempio di un cambio generazionale “fallato” è la grande etichetta discografica Sony Music, la quale aveva sino ad un decennio fa un magnifico direttore artistico, Fabrizio Intra, musicista proveniente da famiglia di musicisti e quindi un intenditore con la I maiuscola, purtroppo dopo il suo decesso è stato sostituito da Rudi Zerbi che non si sa da dove provenga e che non distingue una nota musicale da un cacca di mosca, ma lo vediamo oggi in tv affincare la De Filippi e Jerry Scotti nel programma in cerca di “talenti”perché è proprio così che si cercano i talenti, prima si chiamava “la corrida” e adesso va bene così. Tre incompetenti rispecchiano appieno il panorama attuale, i fatti parlano da soli.
Non serve più il talento e questo è chiaro, non serve più sapere o conoscere, l’importante è “essere”, per questo Renzo Bossi “la trota” è, Daniele Battaglia “il tonno” è, Francesco Facchinetti “la lince” è, eccetera. Perché ve ne sono decine e decine e citarli tutti sarebbe dispersivo.
Marco Masini lo sottolineò in una delle sue ultime canzoni dove disse: “È un paese l’Italia che comandano loro”. Non si riferiva ai politici in senso assoluto, ma bensì a un sistema che si è impadronito di tutto, dalla cultura alla politica allo spettacolo passando ovviamente dall’informazione, poiché va da sé che mancando l’informazione di base, quella terra terra per intenderci, tutto ciò che viene proposto è masticato e assimilato dagli utenti come fosse l’unica e inconfutabile realtà, una realtà da “ingrasso” appunto, ma senza vitamine e proteine, priva di sostanze nutrizionali, solo da ingrasso, per farci sentire sazi nell’ignoranza.
Oggi il talento è stato sostituito dalla fortuna di nascere familiare o parente di chi occupa un posto privilegiato nella società, e il grande amore per il denaro e la fama hanno fatto si che, come dicevo, il paese si sia nettamente diviso in due, chi può e chi non deve. È altrettanto vero che si sa, basta conoscere direttamente il politico di turno, o il parente o l’amico dello stesso, e magari se conosci qualcuno che sia bene inserito all’interno del tritacarne e sei disposto a prostituirti da dietro fino alla gola, ecco che allora qualche possibilità c’è, ma senza farsi troppe illusioni, la contropartita da pagare sarà grave, e questo purtroppo oggi come oggi vale anche nel campo del lavoro, di qualsiasi lavoro.
I figli di notai, avvocati, attori, cantanti, politici, scrittori, giornalisti occuperanno nel prossimo futuro le pagine della storia che ancora non è stata scritta, i figli di puttana invece sono quelli che nella beata ignoranza permettono a questi di esistere ancora e di prenderci per il culo nelle generazioni avanti, sperando che qualche “nipote di puttana” si svegli e si renda finalmente conto che a tutto questo si può mettere fine, ma per fare ciò occorre “talento”.
Cantautore paroliere con oltre 70 canzoni edite. Collaboratore in studio negli arrangiamenti di svariati interpreti nazionali ed internazionali. Autore delle opere: “Nati per sempre” (1991), “Notte di San Lorenzo” (1992), “Ricorderemo” (1992), Post Of Sedicianni Album (1993), “La macchina del tempo” (1996), “La mia follia” (1997), “Un canto nel silenzio” (2003), “Pitililli” Album (2006), “Panico” (2007), “Mani di Gomma” (2007), “Guerra dei Boveri” (2008), “Misero dentro” (2008).