A Tripoli il monsignore italiano è solo, ambasciata chiusa e incendiata. I mercenari del rais promettono vendetta, un iman lancia la fatwa contro italiani, inglesi e francesi che "uccidono gli innocenti", e il nostro ministro fa sapere che il prelato "fa la spia"
Frattini contro il vescovo di Tripoli: “Mi informa che Gheddafi è ferito e sta scappando”
16-05-2011
di
Ippolito Mauri
Quando il ministro Frattini è apparso in Tv per far sapere che il vescovo di Tripoli lo aveva informato di Gheddafi in fuga, sconvolto e ferito dai bombardieri della pace, ho pensato alla caricatura trasandata di un comico travestito da ministro. Per strappare un sorriso a noi distratti stava scherzando con la vita di monsignor Innocenzo Martinelli. È la voce della Chiesa nella capitale presidiata da mercenari mussulmani non diversi, per garbo, ai mercenari cristiani. Hanno ascoltato in Tv come Bin Laden sia stato ucciso senza neanche fargli dire “vi racconto un po’ di cose”, e la rabbia delle loro minacce impensierisce la nostra civiltà.
Rabbia trasformata nel delirio della fatwa lanciata dall’iman sopravissuto al massacro di undici confratelli: pretende la vendetta di mille morti italiani, francesi, inglesi (insomma noi che sganciamo missili) per ogni religioso bruciato dall’obbedienza dei piloti agli ordini superiori. Contro il vescovo non c’é bisogno di tramare agguati. È li, a portata di mano, monsignore italiano abbandonato in un posto dove l’ambasciata italiana non c’è più. A cuor leggero il ministro (era proprio la cravatta del ministro) gli mette in bocca una notizia che esaspera la tracotanza delle bande al soldo dal rais. Anche perché aggiunge compiaciuto “la pressione internazionale sta disgregando il regime”.
Insomma, ci stiamo comportando bene. Qualsiasi cronista alle prime armi impara subito a proteggere l’identità di chi passa informazioni pericolose: nessuno se la sente di giocare con la sopravvivenza delle persone che non sopportano gli intrighi delle mafie e delle guerre. Eppure il politico custode della riservatezza dell’alta diplomazia, sbrodola per rassicurare la Lega arrabiata per gli sbarchi a Lampedusa: stiamo finendo il lavoro prima del mese promesso. Per favore, restate con noi. Martinelli si arrabbia: mai detto niente di simile. Radio Vaticana e mondo cattolico rimbeccano l’invenzione irresponsabile. Pare che il ministro sia stato informato male dai soliti agenti Betulla i quali – a dire il vero – non avevano trascurato qualche dubbio soffocato in fretta per distribuire (con nome e cognome) la lieta novella. Ingiusto pensare allo svarione di un dilettante.
Frattini è una Tiziana Maiolo meno patetico, ma ugualmente attento alle convenienze. Ha saputo capitalizzare la lunga traversata dai “comunisti del Manifesto “ai socialisti di Craxi prima dell’ultimo slalom (sciatore che ha sposato la figlia del presidente della Federazione Italiana Sport Invernali) nella casa del Cavaliere. Sotto l’eskimo indossava la livrea di maggiordomo premuroso: sua la legge sul conflitto di interessi approvata nel 2002 nelle aule abbandonate dall’Ulivo, monumento che la storia gli riconoscerà così come non potrà dimenticare la missione segreta a Bolzano alla vigilia della conta alla Camera, voto di fiducia a Berlusconi. Implora l’astensione del governatore Durnwalder. Se i deputati di lingua tedesca voltano le spalle all’opposizione, ecco uno dei bei regali: parco dello Stelvio che passa al Trentino Alto Adige; la Lombardia deve rassegnarsi allo scippo, ragioni di stato. Devoto, fedele. Non dimenticheremo il suo sorriso mentre osservava rapito Gheddafi al quale il principale stava baciando l’anello come non si è degnato col Papa: “L’intero Magreb dovrebbe prendere esempio dalla Libia che ha organizzato un modo di governare rispettoso dei desideri del popolo”.
Sei mesi dopo, birignao da terzo segretario d’ambasciata, cambia idea, non l’eleganza: bombardare va bene, Gheddafi è un criminale insopportabile al quale la giustizia internazionale imporrà la punizione che merita. Cosa dire ? Non resta che pregare il vescovo Martinelli di pregare per il nostro ministro. Comincia ad averne bisogno.