Quando Erri De Luca lavorava con martello pneumatico e Lotta Continua era “l’ultima generazione rivoluzionaria del ‘900”
10-11-2011
di
Paolo Collo
A quanto pare più di seicento lettori hanno letto la mia recensione a pesci non chiudono gli occhi di Erri De Luca. Recensione decisamente positiva e dedicata – mi cito – a uno “dei pochi autori che non deludono mai”. E spero che molti tra quei seicento e passa lettori abbiano comprato e letto il libro e ne siano rimasti affascinati quanto me. In questo caso consiglierei loro di fare ancora un piccolo – ma ben ripagato – sforzo e di andare in libreria a prendere (costa poco, solo 10,00 euro, e se poi vi fanno un po’ di sconto…) Non ora, non qui, romanzo d’esordio dello scrittore napoletano.
Gli elementi amati ne I pesci… ci sono sempre tutti, o meglio, c’erano già nell’ormai lontano 1989, quando uscì il libro: il passato, i ricordi, i genitori, i vicoli bui di una Napoli abbagliata dal sole, la scuola, la luce sul mare, il transatlantico Andrea Doria alla fonda. Ma anche, e questo fa parte di una sorta di una sentita presentazione intitolata “Venti anni fa”, il trasferimento a Milano, la militanza in Lotta Continua (“l’ultima generazione rivoluzionaria del 1900”), il lavoro in un cantiere edile, col martello pneumatico (“ho fatto il mestiere più antico del mondo. Non la prostituta, ma l’equivalente maschile, l’operaio, che vende il suo corpo da forza lavoro”).
Un mondo di ricordi, ma di ricordi senza tempo, che potrebbero appartenere (uguali, diversi, non importa) a ognuno di noi. Come all’epoca scrisse Raffele La Capria “Questo breve e intenso primo libro di Erri De Luca porta già impressi in ogni frase i segni di un vero scrittore: un tono di voce che appena si coglie diventa inconfondibile, e la integrità di uno sguardo che sa mettere nel giusto fuoco i pensieri e i sentimenti”. Ancora un libro sulla memoria, sulla sua inesorabile crudeltà, che fa rivivere i molti dolori ancora pungenti e le poche gioie ormai ridotte in polvere.
“Non ora, non qui”: l’eterno rimprovero rivolto ai bambini.
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.