Non c’è dibattito tv in cui qualcuno non lamenti che la politica non capisce più la cosiddetta ‘gente’. Ma è chiaro che pure la gente fa sempre più fatica a capire la politica. Così, noi comuni mortali troviamo del tutto incomprensibili cose come quella che martedì abbiamo sentito annunciare da Mentana: la riapertura della Camera fissata per il 12 settembre per improrogabile necessità di pellegrinaggio in Terra Santa organizzato da quel cattolicissimo Lupi che deve avere problemi con l’anima, a furia di dichiarazioni ai tg. Ora magari, vista la reazione, anticiperanno la data, ma lo scandalo non cambia. Anche perché si aggiunge il mistero del voto favorevole della Lega, che appena il giorno prima urlava di voler lavorare tutto agosto. Ma, alla fine, noi comuni mortali troviamo incomprensibile anche il fatto che Berlusconi ieri abbia spostato di qualche ora il suo intervento, per parlare a Borsa chiusa. Se era così sicuro di provocare un altro crollo, visto il calo del famigerato carisma, perché non fa l’unica cosa buona per il Paese e se ne va a qualche altro paese?
Volete venire? E allora entrate, che poi magari buttiamo via la chiave
Arrivata a Lampedusa una nave carica di morti, tra vivi scampati alla morte, ma non all’orrore. E dopo questa ne sono arrivate altre e altre ancora ne arriveranno. I tg mostrano la lunga fila di cadaveri insaccati, stesi su quel molo che conosciamo già, per averlo visto tante volte pieno all’inverosimile di uomini e donne, coi loro bambini che non osano piangere. E non riusciamo neppure a immaginare quanta disperazione abbia spinto migliaia di persone a mettersi in viaggio da un continente all’altro, sfidando prima il mare e poi le condizioni imposte da Maroni e dalle leggi condivise da Borghezio. Leggi che vediamo all’opera in un altro servizio, tenuto separato dal primo per non creare pericolosi nessi di causa ed effetto: immigrati nei campi di reclusione, dove sono obbligati a restare fino a 18 mesi, senza aver commesso altra colpa che quella di vivere. Ma le condizioni in cui sono costretti (un pasto al giorno, nessuna doccia) li hanno spinti a ribellarsi: ed eccolo il delitto che li porterà nelle carceri vere e proprie. Dove potranno imparare che cosa significhi per il governo Berlusconi il principio cristiano ‘Bussate e vi sarà aperto’.
La piazza fa paura. Ma mica per rischi attentati. A preoccuparli sono i fischi
Strategia e tattica coincidono nella pratica di Minzolini: le notizie scomode, che non può proprio nascondere, le dà in modo che non si capiscano. Così ha fatto ieri (Tg1 ore 13.30) per l’anniversario della strage di Bologna: un servizio talmente confuso da risultare incomprensibile, al solo scopo di occultare la vergognosa assenza del governo. In questo modo, anche i ministri che non hanno avuto niente a che fare, almeno in passato, con la P2, dimostrano, di sentirsi coinvolti nelle accuse lanciate dal presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi: la rimozione delle stragi e della ricerca dei mandanti, che dura da 31 anni, rientra in un disegno politico. Il minimo che può fare un governo è di prendersi almeno i fischi. Se non fa neanche questo, ogni sospetto diventa lecito. Come è lecito sospettare di Minzolini quando non dà le notizie o le dà malamente, visto che ha dichiarato di essere destinato a durare al Tg1 esattamente quanto Berlusconi al governo. Perciò, quando se ne andranno insieme sarà come prendere due piccioni con una fava.
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.