La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

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Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Inchieste » L'inchiesta »

Raffaele La Capria guarda con malinconia la Francia: "Loro hanno Sartre, Foucault, Lacan". Riccardo Calimani, storico dell'ebraismo: "Nessuno". Fulvio Abbate, arrabbiatissimo: "La corte veltroniana è l'esempio di cosa siamo"

Chi sono i maestri che ispirano i nostri intellettuali? Pasolini, soprattutto. Ceronetti, Zagrebelsky, un po’ anche Scalfari. Non dimentichiamo Bobbio. Tutti trascurano Cacciari e perfino don Verzé

16-09-2010

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Sguardi desolati, silenzi addolorati, borbottii imbarazzati. Così rispondono gli intellettuali alla mia domanda: chi sono i vostri punti di riferimento oggi in Italia? Chi sono i vostri “maestri del pensiero”? Il più accorato è l’erede riconosciuto di Italo Calvino, Daniele Del Giudice, autore del bellissimo Stadio di Wimbledon:

Nessuno oggi in Italia, proprio nessuno. Quando abitavo a Roma (da molti anni ho scelto Venezia) ero molto amico di Pasolini che diceva cose importanti e non credere che avesse il riscontro che oggi tutti raccontano. Non erano gradite le sue critiche, non era gradito il suo impegno, non era gradito proprio lui come persona, non era amato. Dava fastidio. Adesso tutti fingono che fosse un maestro del pensiero, invece gli veniva concesso sui media uno spazio limitato.

Il più incazzato è Fulvio Abbate, che risponde senza esitazione dal suo studio di Teledurruti:

Pasolini. È l’unico che sento vicino quando si tratta di confermare a se stessi che il lavoro intellettuale poetico artistico porta con sé il dovere della rabbia, della rivolta soprattutto in un paese in cui il ceto intellettuale è composto da aiuto – camerieri del potere, delle amministrazioni comunali e delle lobby. Aiuto – camerieri in cerca di cooptazione, pronti a mostrare come un valore l’assenza di fantasia: conformisti bigotti mediocri, di sinistra e di destra. Il caso della corte veltroniana ne è la prova vivente.

Raffaele La Capria, il fine e coltissimo scrittore con il suo accento napoletano mai perduto:

La Francia ha prodotto intellettuali molto più importanti dell’Italia, di importanza europea e mondiale, da Sartre a Foucault a Lacan, mentre in Italia dopo Croce non individuo nessun maestro del pensiero. Pasolini è stato un intellettuale polemista limitato alla sola Italia. Scalfari è un giornalista che fa politica, ma non è un “maestro del pensiero”.

Piero Dorfles, l’amor mio, scrittore e giornalista triestino deraciné, è molto più generoso:

Zagrebelsky, anche Scalfari e poi Umberto Curi (approvo), non amo Agamben troppo fumoso e contorto per questo piace a Parigi e meno in Italia, tra i giovani Gentile Crainz D’Orsi Viroli. In fondo, se pensiamo a come un’intera generazione abbia idealizzato Bobbio e Galante Garrone, cui non è bastato essere temprati dalla storia per essere “maestri del pensiero”.

Riccardo Calimani, veneziano, storico dell’Ebraismo chiede un giorno di tempo per rispondere, poi tre, poi una settimana e infine:

Nessuno, non riconosco oggi in Italia nessun intellettuale che per me sia un punto di riferimento.

Rolando Damiani, critico letterario risponde, l’unico, al volo:

Ceronetti, Roberto Calasso e Mario Bortolotto, il critico musicale (ma esiste ancora la critica musicale oggi in Italia?).

Spiegazione: il metro di misura per chi arriva a un certo “livello dello spirito” nel senso di Cioran è tutto nel saggio di Cristina Campo sugli Imperdonabili. Da quel momento Damiani si chiude nel silenzio. Chiude il cellulare Paolo Guzzanti: nessuno. Mi viene in mente l’ultimo che aveva capito tutto, che però non so se si può chiamare maestro del pensiero: Flaiano. Roberto Saviano, giovane coltissimo al di là della camorra, non vuole rispondere. Peccato, ragazzo mio. Riccardo Chiaberge, ex redattore letterario del Sole24 ore:

Domanda difficile. Direi: Remo Bodei, Emilio Gentile, Vito Mancuso, il cardinale Martini.

La cosa che mi ha colpito di più: a nessuno è venuto in mente l’intellettuale ascoltatissimo da La Repubblica e da Don Verzé, Massimo Cacciari.

Margherita Smeraldi, veneziana, famiglia sefardita originaria di Salonicco, il nonno è stato il più importante presidente dei cantieri di Trieste e Monfalcone e il bisnonno materno il fondatore e proprietario de "Il Gazzettino". Ha lavorato per molti anni in un'agenzia giornalistica romana per approdare, felice, tra le braccia intelligenti di Domani/Arcoiris
 

Commenti

  1. Lamberto S.

    Dopo Gianni Rivera, il nulla.

  2. margherita smeraldi

    ciao Lamberto

  3. margherita smeraldi

    mi ha colpito la mancanza di scrittori tedeschi di riferimento : dopo Mann il silenzio ?

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