È nata una nuova casa editrice italo-francese: si chiama Portaparole. Ho incontrato Emilia Aru, che ha fondato la piccola casa editrice: si trovava a Parigi per la presentazione del libro “Il cappotto di Proust” di Lorenza Foschini.
Come si diventa editori ?
“Sono una lettrice vorace e appassionata. Tutti fanno altri lavori, io mi occupavo di libri e di librerie. Ero impegnata nella pubblicità che negli anni Novanta ha conosciuto una crisi disastrosa. Come tanti mi sono dedicata ad altre cose. Prima di ‘produrre’ libro, ho prodotto t-shirt letterarie. Riportavano citazioni tratte dai libro che amavo. Un vero lavoro editoriale. Si vendevano in libreria divise per generi: letteratura, cinema, poesia, politica, ecc. Alcune sono diventate famose, come la citazione di Che Guevara, per esempio. Lo slogan era ‘un libro da indossare’ e l’imballaggio una scatola a forma di libro. Successo folle. Problemi familiari mi hanno impedito di continuare. Dopo qualche anno ho cominciato a fare piccole cose assieme ad un amico matematico, appassionato di letteratura – di Proust, soprattutto; assieme a lui ho creato le prime collane”.
Emilia Aru
Il nome “Portaparole” riassume la vocazione di ogni casa editrice, soprattutto quando pubblica opere in lingue diverse
“Portare le parole è l’impegno di ogni editore ed io voglio farlo in tante lingue, una casa editrice senza frontiere per diffondere la letteratura europea salvaguardando la mia identità nazionale (e regionale, sono fiera delle mie origini sarde).”
Una delle sue dodici collane propone biografie in 100 pagine (Molière, Victor Hugo, Flaubert, Balzac, Proust). Scelta che ricorda le biografie di Roland Bhartes…
“Le piccole biografie vogliono fissare i segni biografici essenziali di un grande autore per dar modo ai lettori di conoscerlo come nei ritratti fotografici che permettono un’impressione immediata.”
Nella collana Piccoli Saggi appaiono “ Lautrémont, lettore di Dante”, “Visconti, lettore di Proust”. Cinema e letteratura sono le due colonne delle Piccole Biografie, Chaplin e Buster Keaton accanto ad autori francesi. Casa editrice polifonica?
“La letteratura deve essere polifonica. Le case editrici non possono essere monotone. Il nostro impegno è mostrare in modo facile e piacevole come queste voci sia l’eco l’una dell’altra.”
Grande spazio a Marcel Proust…
“Proust è il mio autore preferito. Leggendo la ‘Recherche’ (Ricerca del tempo perduto) ho imparato il francese. Proust apparirà in ogni collana e non deve sorprendere. L’interesse per Proust continua a crescere ovunque. Il grande successo del ‘Cappotto di Proust’ di Lorenza Foschini lo conferma.”
Già due piccole collane. Casa editrice che si adatta alla velocità dei tempi?
“Non sono piccole collane, ma collane di piccole biografie e piccoli saggi. Spero diventino grandi collane. Portaparole non si adatta alla velocità della nostra società. Bisogna sempre trovare il tempo di guardare la luna, di tagliare le rose una alla volta, di fare la torta di mele… di leggere. Galileo dice che: ‘Il sole, con tanti pianeti che gli girano attorno e che dipendono da lui, trova il tempo di far maturare un grappolo d’uva come se non avesse niente di più importante da fare nell’universo’. Non si devono fare piccoli libri, ma buoni libri.”
Casa editrice bilingue, dunque. Ma non in tutte le collane. Gli audiolibri, per esempio, sono solo in italiano…
“Abbiamo in programma audiolibri in francese; la preparazione è lenta, ma arriveranno.”
“Maudit”‘ è una collana dove la brevità è importante, ma non dimentica documentazione e rigore filologico. Il primo libro pubblicato è un breve racconto, quasi sconosciuto, di Marcel Proust: “Gli indifferenti”…
“Molti altri libri sono pronti (Pirandello, Flaubert, Checov, Melville) e altri appariranno in edizione bilingue. Adoro ‘Gli indifferenti’ e non sopporto sia un racconto quasi sconosciuto. Certi innamorati di Proust lo hanno scoperto grazie a questa edizione. Ne sono fiera.”
C’è posto anche per la poesia nel vostro catalogo…
“Nel mondo dell’arte la poesia è la più maltrattata anche se è indispensabile. Abbiamo pubblicato, fra l’altro, una bella raccolta di versi di Thanh-Thòn-Thàt, direttore delle conferenze dell’università di Orleans, ‘I paesi di prima’. Naturalmente anche poeti italiani.”
Uno degli scaffali delle vostre dodici collane è vuoto. Perché non riempirlo con la collana trilingue di Einaudi diretta da Magrelli? E perché non testi in dialetto, tradotti in italiano e francese?
“Pubblicare libri in tante lingue è un impegno difficile, ma l’esercizio e l’abitudine un giorno lo renderanno più facile. Allora mi ricorderò della sua idea.”
Marco Guadagni ha pubblicato l'intervista sul Nouvelle Observateur. Fa il traduttore a Parigi.