Siccome al peggio non c’è mai fine, è ricomparso Capezzone in tv. Ovviamente per dirci quanto sia infame l’opposizione, se mai ce lo fossimo dimenticato. Intanto Berlusconi è a Tunisi, per vedere se i locali si sono bevuti il suo improvvisato buonismo («siamo un popolo di migranti»). Ma, se proprio voleva sembrare credibile, non doveva portarsi appresso pure Maroni, responsabile primo di tutte le tragedie delle ultime settimane, in attuazione del bossiano «fora d’i ball». Intanto, la vergogna continua: gli immigrati vengono deportati (senza cinture e senza lacci) al Sud e non vengono aiutati nell’unica maniera possibile: dando loro un permesso temporaneo che consenta di spostarsi in Francia o Germania. Soluzione troppo ragionevole per i cervelli leghisti, che preferiscono far spendere al Paese centinaia di milioni per maltrattare della povera gente, piuttosto che spendere molto meno per aiutarla. Di peggio c’è solo Fukushima, dove ormai, per turare la falla, sono ridotti a usare la segatura, come massaie impazzite.
L’incontenibile Silvio, personalità patologica che affonda l’Italia
Ogni giorno tutti i tg, compreso il Tg3, sono costretti a ospitare un siparietto di Berlusconi che fa le mossette, dice volgarità e attacca magistratura e Costituzione. Casualmente (o forse no) lo psichiatra Giovanni Battista Cassano, ospite di Augias su Raitre, descriveva l’esaltazione e il delirio di onnipotenza di certe personalità patologiche. Era un ritratto perfetto di Berlusconi e del suo male, denunciato al Paese dalla ex moglie, alla quale dobbiamo l’allerta sul quadro clinico del sultano. Ma ormai è un Titanic vivente: mentre cola a picco nei sondaggi, balla e canta, incapace di contenersi. E, come disse sempre la signora Veronica, nessuno di quelli che gli stanno vicino fa niente per salvarlo da se stesso: sono tutti troppo impegnati ad approfittare delle ultime opportunità. Chissà quanto ci avrà messo il Titanic a colare a picco. Diciamo molte ore, o forse addirittura un giorno intero, mentre l’affondamento di Berlusconi dura da anni e ha creato un gorgo tale che rischia di trascinare a fondo anche quelli che lo contrastano.
Meno male che la Corte costituzionale c’è
Basta avere pazienza. Come il cinese che attendeva sull’argine di veder passare il cadavere del suo nemico, anche noi quasi ogni giorno assistiamo alla misera fine di tante norme incostituzionali varate da Berlusconi o dai suoi complici leghisti. Anche se, alle volte, basta la realtà a far deflagrare nel ridicolo le invenzioni dei cervelli ‘padani’. Vedi le ronde autoaffondatesi. O la demolizione (sentenza 115 della Corte costituzionale) del delirio di onnipotenza dei sindaci-sceriffi, che pretendevano di colpire con ordinanze anche diritti inalienabili, mettendo taglie e inventando reati inesistenti. Sempre contro i poveri, però, perché i ricchi, poveracci, già sono esclusi dal paradiso e almeno in Terra bisogna lasciarli divertire. Del resto, anche in Rai, bisogna saper aspettare e prima o poi la giustizia arriva; come è successo a Santoro, che per fortuna continua ad andare in onda, ma solo in esecuzione di sentenza. Anche se ha dovuto subire le molestie di Stracquadanio, quasi peggio della censura.
Le sconcezze di Assurdopoli, patria umiliata da chi (non) la governa
È sempre un po’ ridicolo quando i giornalisti si intervistano tra di loro, ma il 6 aprile, che doveva essere il ‘giorno del giudizio’, è stato interessante sentire quello che pensano gli inviati di grandi tv straniere accalcati insieme agli altri sul set del palazzo di giustizia di Milano. Uno ha definito l’Italia ‘assurdopoli’ e tutti quanti hanno dichiarato che, al loro Paese, un politico accusato di reati infamanti come quelli che riguardano Berlusconi, si sarebbe subito dimesso, per difendere la sua immagine e soprattutto l’onore della patria. Ma da noi, si sa, la patria è tanto aleatoria che è entrato in Parlamento, e addirittura al governo, un partito che si chiama Lega Nord per l’indipendenza della Padania. Un partito che prende i piedi e se ne va quando si esegue l’inno nazionale. E quanto poi alla immagine di Berlusconi, Dio mio, basta ascoltare i suoi difensori. In particolare l’avvocato Ghedini, che ha definito il premier ‘utilizzatore finale’ di prostitute. Una qualifica che magari non comporterà reato, ma è più sconcia di quella di prostituta.
Quei cadaveri che disturbano la campagna elettorale degli amici di Gheddafi
Neppure l’orrore della strage di migranti nel mare nostrum zittisce il chiacchiericcio che riempie le nostre cronache, in specie quelle televisive. I corpi dei fuggitivi che ci chiedevano salvezza galleggiano sulle acque e sulle coscienze di chi, in queste settimane, ha scherzato con le promesse di campi da golf e casinò illegali. Per non parlare di chi ha grugnito il suo «fora d’i bal» e del ministro degli Interni che ha lasciato ammucchiare sui moli di Lampedusa migliaia di esseri umani, per non disturbare i politici del Nord impegnati nelle loro eterne campagne elettorali. E dire che, a Ballarò, il ministro Fitto («parlando come meridionale») ha evitato la domanda di Floris sul concentramento, anzi sui campi di concentramento degli immigrati al Sud. Mentre il Parlamento è sequestrato dai difensori della libidine senile dello statista che non voleva disturbare Gheddafi e che, sempre per ragioni di Stato, si occupava della nipote minorenne di Mubarak, facendole frequentare corsi notturni tenuti da decine di prostitute strapagate.
La Padania e il suo esercito di culi flaccidi
Quasi troppo facile prendersela con l’ultima trovata leghista, quella dell’esercito «etnico». Ovvio che si tratta di un nuovo polverone per nascondere i disastri prodotti dai leader minimi (ovvero i ministri nordisti). Basta ricordare altre analoghe enormità, finite nel nulla dopo aver devastato le nostre serate televisive con dibattiti all’arma bianca. Pensiamo solo alle classi separate per i bambini immigrati, proposta sostenuta digrignando i denti da Cota, che ci si è guadagnato il Piemonte (con l’aiuto di qualche lista taroccata, s’intende). Delle ronde non vale neanche la pena parlare, ma, tornando agli eserciti locali (regionali, provinciali, municipali o condominiali?), prendiamo per buona la proposta attribuita, come sempre, a un oscuro deputato che può essere poi scaricato. È chiaro che in Lombardia il comandante supremo sarebbe il Trota, che non ha neppure bisogno della divisa da asino raccomandato e, visto che c’è, potrebbe arruolare anche la consigliera Minetti, consolatrice di culi flaccidi, che in un esercito non mancano mai.
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.